domenica 9 luglio 2017

SILVIA VENUTI SU "SI AGGIUNGONO VOCI" DI SANDRO ANGELUCCI






Si aggiungono voci, LietoColle, Faloppio (Co), 2014

Silvia Venuti
Nota per Sandro Angelucci
Raccolta Si aggiungono voci

Sandro Angelucci,
collaboratore di Lèucade

La scrittura di Sandro Angelucci si snoda con una tensione tutta metafisica nell’annullamento dell’ego: così l’umiltà diventa la luce di questi testi.
L’esperienza del poeta, che ne porta testimonianza, viene, infatti, riassorbita da una visione oltre lo spazio e il tempo.
In dialogo costante con se stesso, con la Natura e con Dio, attraverso un processo che si muove dal particolare all’universale, l’autore affronta temi di grande complessità: la libertà, la sintesi dei contrari con il superamento della dualità, la speranza, l’attesa, il tempo, il valore dell’istante, il sogno, l’assenza, l’amore divino.
E’ una poesia che, con un discorrere semplice e familiare, diventa spirituale nell’esaltazione della bellezza, della sacralità naturale, dell’unione cosmica.
Intuizioni ed illuminazioni accompagnano nello svelamento di misteri e segreti custoditi nella Natura come metafore della vita.
E proprio quando interpella il Sole, la Natura, Dio, nell’ambiguità di un interscambio linguistico, il poeta evidenzia il valore dello sguardo: ma è il sogno, che anima il mondo, motore d’energia vitale, riferimento costante nella dialettica con l’immaginario lettore.
In Saranno i voli, dopo un incipit essenziale, dalla misura brevissima, si sviluppa una riflessione nutrita da osservazioni, da sentimenti, da segni spaziali e musicali che volge alla speranza, al futuro, in un’armonica fusione tra forma e contenuto.
Tutta la poesia dell’autore vive di questo connotato: la verità semplice, la verità umile dell’istante che diventa ciclico per l’Uomo e la Natura insieme: In realtà, / ogni cosa ripete la sua nascita / la verità del suo momento (...)E proprio in questa poesia La spada e la ferita la ripetizione è ripresa formalmente con la parola tutto che rafforza l’idea portante della riflessione fondata su un’intensa emozione. Un’emozione che rende sensibile una visione metafisica nell’attimo fuggente: essa s’eterna nell’anima del poeta con il superamento della dualità. Come in Adesso non si parla e non si tace che recita Adesso non si vive e non si muore. / Adesso non si parla / e non si tace. / Sul fare della sera, / il mondo, qui sta ritornando nuovo.
In Un giorno in meno conta la tua vita, dopo un’annotazione di partenza perentoria, il discorso naturalistico si sviluppa ricco d’immagini: la conclusione filosofica arriva rapida, inaspettata, illuminante nel momento dell’interiorizzazione: solo la fusione con la Natura diventa ragione di speranza e salva l’uomo dalla solitudine.
E tutto può evocare speranza come il piccolo rivolo d’acqua in La vecchia fontana o l’ape che tornerà in Api, dove la speranza si fa sicura certezza.
Si percepisce, inoltre, la presenza occulta e costante di Dio nella Natura e nell’Uomo, non soltanto nella lirica Fuoco ma nella maggioranza dei testi, perché la poesia dell’autore nasce dal silenzio dell’ascolto interiore.
Nella seconda parte della raccolta, titolata Il grande respiro, la commozione di fronte alla Natura e il misticismo diventano più profondi ed evidenti, accompagnati da un ritmo musicale più sciolto seppur sempre in simbiosi con la riflessione filosofica.
Il poeta presenta se stesso genuflesso di fronte al mistero.
Si susseguono anche poesie di denuncia, come 4 ottobre, dedicata a San Francesco, Calvario, S’aggiungono altre voci, dalla forza intensamente drammatica, ma che non negano tuttavia la speranza.
In Non penso a niente è descritta, invece, l’esperienza meditativa con un linguaggio semplice e fluido che rafforza la spiritualità dei versi.
La poesia Feluche vive di una scrittura alta, connotata dall’armonia e dalla lievità così come Salto d’acqua in cui il poeta sembra rivolgersi a se stesso, oppure al lettore: Eppure / così lento non è mai stato / se nel volgere di un giorno / sento / tutta insieme l’eternità / uscire da se stessa / e riversarsi / come fiume in piena / nella cascata delle perplessità, / nel salto d’acqua / di cui mi bagno e non conosco altezza.
Questi versi, d’intensa bellezza, attestano la qualità mistica della ricerca spirituale dell’autore che approda ad una dichiarazione di Fede in Dio senza tralasciare tuttavia il sofferto riconoscimento dei limiti umani.
La parola della Natura, quale essenza di verità, si fa messaggera universale rivelando così il destino umano come è chiaramente evocato in Per conto mio.
I testi, di conseguenza, presentano un’originalità espressiva che nasce dall’attenta analisi del sentire: stupore primigenio nella scoperta del reale.
Il poeta, in grado di cogliere relazioni e formulare metafore di metafisica forza concettuale e poetica, afferma, confermando l’alto misticismo della sua visione: essere qui / completamente immersi nel miracolo. E la sua parola diventa luce dissepolta.

Silvia Venuti, 2017





1 commento:

  1. Mi complimento vivamente con Silvia Venuti, che è riuscita, in questa breve e profonda analisi dedicata alla poesia di Sandro Angelucci, a delineare i tratti salienti della sua poetica e della sua visione del mondo. Si parte dall'"annullamento dell'ego" per giungere al "dialogo con se stesso", un se stesso situato al di là del piano razionale e in grado di immergersi nella "sacralità naturale", nell'"unione cosmica". E quant'è bello quello "stupore primigenio" di cui il critico parla, capace di rigenerare gli animi "completamente immersi nel miracolo"!
    Franco Campegiani

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