L'amica Cinzia Baldazzi ci invia questo bel video in occasione del mese di novembre dedicato alla lotta per l’eliminazione della violenza contro le donne, che trova il suo culmine della Giornata Internazionale del 25 novembre. Video che si incunea all’interno della manifestazione-concorso “Sguardo di donna” organizzato dalla associazione “Il Tempo delle Donne”. Il tema ,come i leucadiani potranno apprezzare, non è trattato sulla violenza fisica e psicologica, né tantomeno sul femminicidio, ma viene posta l‘attenzione sui progressi del mondo femminile nel secolo scorso e in questo primo scorcio del nuovo millennio.
Grazie, Nazario, da parte mia e di noi donne e uomini in lotta contro la violenza e i soprusi, in particolare ai danni del mondo femminile. Siamo tutti uniti, però, anche nella scelta dello strumento letterario per questa strenua difesa illuminata dalla speranza.
RispondiEliminaUna giornata che ci porta a ricordare la cronaca dei nostri giorni con ancora tanti, troppi casi di violenza e femminicidi. Dobbiamo essere uniti per combattere questa piaga.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo, essere donna oggi é davvero faticoso: moltissime richieste provienienti spesso da noi stesse, spinte da una volontà di assumerci quei diritti e quindi quei ruoli che anche se voluti, ci hanno rese un po' pressate da un eccesso di impegni e responsabilità che sentiamo di dover portare a termine tutti alla perfezione, quasi come se solo in questo modo ci sentissimo all'altezza della societá. Io tuttavia sono felice di essere nata sessualmente e culturalmente donna, mi piace la mia complessità e ciclicità, e trovo che sia un'esperienza di vita intensa ed interessante che al momento non cambierei con altro, perché credo che saranno proprio le donne ad essere creatrici di un futuro diverso, questa é la mia speranza. Valentina Persi.
RispondiEliminaCosa vuol dire essere donna? Bella domanda che, ancora, nonostante tutto riecheggia al giorno d'oggi. Non mi sono mai chiesta del mio essere donna, e non perché sia stato facile esserlo. Anzi. Nel corso non facile degli anni, la vita mi ha riservato prove e difficoltà molto più grandi di me dalle quali, però, sono sempre uscita a testa alta; ad ogni caduta, con forza centuplicata, sempre mi sono rialzata. Cara Cinzia, dici di essere contenta del tuo essere donna, io penso che per te essere donna è orgoglio infinito. Poco più che adolescente, orfana di madre con tutto ciò che comporta, con grinta, hai preso in mano la tua vita e ne hai fatto un capolavoro. 25 novembre, tante le manifestazioni contro la violenza sulle donne; scarpette rosse, panchine rosse, balletti; impegni, però, pochi. Personalmente, credo fermamente che la violenza del maschio nei confronti della donna, nasca da una mancata educazione familiare, da esempi malsani, da prevaricazioni di ogni ordine e genere. Oggi più che mai, si ha urgente necessità di cultura dei sentimenti, cultura-lezioni che si dovrebbero impartire già dalle scuole elementari, cultura di sentimenti di pace, cultura di sentimenti rispettosi, cultura di rivalutazione dell'altro sia maschio che femmina. Una volta si parlava di maschio latino, oggi, di maschio assassino. La storia, comunque, da millenni narra di soprusi, vessazioni perpetrati a danno delle donne; perfino gli dei cominciando da Giove infliggevano castighi a quel genere femminile che non si piegava alla volontà maschilista di deità che di forte nulla avevano. Eppure, a pensarci bene, pare che proprio da una costola di Adamo nacque Eva, e poi, nel Nuovo Testamento, proprio una donna, MARIA, viene scelta come madre di Cristo e, quindi, dell'umanità tutta, a LEI è affidato il destino del genere umano. LEI, portatrice di pace, simbolo delle donne tutte, elevata al di sopra di ogni creatura, in LEI e con LEI, ogni donna è profeta, madre, compagna, moglie, figlia, sorella, amica, è donna. Donna da comprendere, amare, rispettare. Cosa vuol dire essere donna? Bella domanda. Sono felice d'esser donna? Sì. Cara Cinzia, poesia, rivalutazione ed educazione ai sentimenti, e sicuramente i tempi matureranno in tempi migliori. Antonietta Siviero
RispondiEliminaUn punto di vista equilibrato e acuto su una tematica complessa, troppo spesso affrontata con le logiche della tifoseria anziché l'esercizio del pensiero.
RispondiEliminaStefano Soli
Cara Cinzia, è stato bello vederti e ascoltarti dopo tanto tempo di conoscenza virtuale, hai detto cose che mi hanno commosso su un tema tanto delicato universale ma anche personale.
RispondiEliminaEssere donne significa essere uniche, spesso sole e doloranti ma mai perse mai, anche quando lo potrebbe sembrare.
Non siamo tutte uguali noi donne e il genere è un comune denominatore ma una cosa sicuramente abbiamo in comune, il coraggio l'intraprendenza il senso dell'eroismo.
L'intelligenza del cuore e della mente. Io vengo da radici matriarcali e non ho mai sofferto differenze o discriminazioni, non le avverto proprio anzi.
Davanti alle contrarietà ho sempre avuto una forza notevole e insieme una grande e consapevole fragilità da guardare negli occhi e attraversare, senza guardarsi mai indietro.
Senza retorica e senza rimpianti.
Un abbraccio cara.
At
Grazie Cinzia per queste riflessioni illuminate e molto realistiche. Personalmente ho sempre associato forza e vulnerabilità e credo che le donne siano capaci di una forza maggiore degli uomini. Non parlo tanto di quella fisica ma dell"intelligenza relazionale, della costanza e della capacità di determinazione che ci rendono preziose risorse per mediare molte situazioni conflittuali. Questo è il secolo in cui dobbiamo impegnarci di più per far valere i diritti umani, il diritto al rispetto in primo luogo. E quale miglior modo per affermarlo se non quello di mostrare che sappiamo farci rispettare in ogni campo e in ogni momento della nostra vita? Susanna Hirsch
RispondiEliminaFate l’amore, non la guerra
RispondiEliminaInizierei questa riflessione su quanto esposto dalla dott. ssa Cinzia Baldazzi facendo mio lo slogan che lei stessa ha recuperato dal frasario proprio dei nostri anni “ruggenti”. Abbiamo vissuto la nostra gioventù(anni 60/70), respirando un clima culturale che per quanto atteneva al rapporto uomo/donna, credeva nella parità dei sessi, nella possibilità dell’uomo di migliorare l’esternazione della vita propria vita emotiva, di sviluppare quella parte femminile che li avrebbe resi capaci di meglio manifestare affetti e paure. In questi ultimi tempi stiamo assistendo allo smantellamento totale di quel nostro modo di vivere e pensare: l’uomo è tornato ad essere la figura che si sente in diritto di primeggiare , di prevaricare, di intendere l’amore come possesso.Il femminicidio rappresenta la punta dell’iceberg, ,l’elemento che ingrassa giornalisti dei tabloid di gossip e viene sbattuto in prima pagine anche come elemento di distrazione da una politica che certo non intende battersi per i diritti delle donne anzi,vorrebbe cancellare quei diritti che si davano ormai per acquisiti.ma cosa vuol dire , oggi, essere donna e , soprattutto è bello nascere donna? ;il poter svolgere anche le attività che prima erano appannaggio esclusivamente maschile, ha migliorato la sua condizione di vita? Per alcuni versi sicuramente,. Ma c’è davvero da essere orgogliosi di donne che nel potere conquistato, scimmiottano i lati peggiori dell’uomo? C’è davvero da inorgoglirsi perché molte donne siedono negli scranni più alti dei governi , quando non solo non fanno gli interessi delle donne e anzi propongono leggi che portano a situazioni regressive ? e come se ciò non bastasse, per le donne comuni, quelle che ogni giorno tentano di vivere e far vivere ai propri cari, una quotidianità decente capita di subire violenze che “lavorano “ proprio nel solco di tale regressione .Si tratta di varie tipologie di violenza( su tutte, emerge, ovviamente, il femminicidio), violenze di cui in tante, in troppe avremmo qualcosa da dire: per aver assistito a violenze esercitate su altre donne o per aver sperimentatato sulla propria pelle (e qui il termine non è solo metaforico) violenze fisiche e/o sessuali. Ci siamo chiesti spesso in quale momento e chi abbia partorito tanta follia e tanta violenza. Una ragione , una delle tante, potrebbere dipendere dall’incapacità di gestire la frustrazione di un “no” pronunciato da qualcuno: avere dei genitori che dicono sempre sì, che attribuiscono sempre ad un ipotetico altro gli errori e i comportamenti negativi del figlio(o della figlia,), che difendono a spada tratta la propria progenie anche di fronte all’evidenza, rende i maschi fragili e insieme presuntuosi e intolleranti; l’idea che qualcuna possa dire no, non voglio, non ti voglio, basta a scatenare la follia omicida. Torniamo ora al quesito iniziale: donna e’ bello? Forse bisognerebbe essere stati anche uomini per rispondere adeguatamente. Alla luce della mia esperienza di vita posso dire che donna è bello ma è soprattutto difficile; che il contesto in cui si vive, la famiglia che educa o diseduca, il contesto sociale e addirittura etnico in cui si cresce, fanno la differenza. Per me l’aspetto più bello, quello che ci può dare più motivo d’orgoglio è che quasi sempre e nonostante tutto, ce la facciamo; riusciamo ad andare avanti, a restare dei buoni contenitori e propagatori di affetti; riusciamo a restare donne in un mondo che oggi, come anni addietro, ci vorrebbe solo femmine.
Rossella e … Valerio
Mi trovo in perfetta sintonia con quanto espresso dalla carissima Cinzia sulla bellezza e la fatica dell'essere donna. Paiono due aspetti contrastanti, ma in realtà sono l'uno la forza dell'altro e nelle donne spesso si compenetrano, rendendole esseri puri e meravigliosi. Il pensiero qui mi corre alla dolcissima Giulia Cecchettin e a tutte quelle donne come lei capaci di infinito amore oblativo, per questo spesso brutalmente uccise e tradite, ma lucenti come stelle nel firmamento della Storia.
RispondiEliminaLe donne danno la vita: che bellezza e che fatica, il parto! Una scommessa d'amore con il destino sempre, che si partorisca sotto le bombe in un rifugio o in un comodo letto d'ospedale.
Le donne portano spesso il peso della vita, nell'accudimento di anziani, bimbi e malati, troppo spesso vittime di violenza in contesti familiari o lavorativi.
Cinzia fa riferimento ai due secoli che ci precedono e che hanno visto una grande evoluzione nell'ottenimento dei diritti e della parità di genere. A queste combattenti va la nostra gratitudine.
Noi, nel nostro piccolo, si lotta quotidianamente, consapevoli del fatto che " It's a long way to Tipperary, it's a long way to go".
Isabella Sordi