"L'arcobaleno nelle pozzanghere" di Maria Rizzi è un libro anomalo, che sfugge a una precisa catalogazione. Quando cominci a leggerlo sembra che si tratti di un giallo-poliziesco: l'uccisione di una ragazza, l'indagine di una squadra del commissariato competente, la ricerca del colpevole. Presto, però, ti accorgi che la vicenda ha mille sfaccettature e si trasforma in un processo di esplorazione dell'animo umano: quello della commissaria e dei poliziotti che la coadiuvano, quello degli autori del crimine, quello dei testimoni riluttanti perché indifferenti o impauriti, quello delle vittime incapaci di credere nella giustizia. Anche lo scenario in cui si dipana la trama si trasforma in protagonista, perché dovrebbe essere solo un dolce luogo della memoria per la dirigente che conduce l'indagine e, invece, proprio questa memoria risulta in qualche modo profanata dal crimine. La squadra alla fine verrà a capo del mistero che circonda la vicenda criminosa, ma tutti, investigatori e vittime, ne usciranno segnati, anche se, come suggerisce il titolo del libro, resta aperto uno spiraglio di luce, perché anche nelle pozzanghere si può scorgere l'arcobaleno.
E ti rivissi, vita,con un sentire lieve e tanto amato che in ogni fatto lieto o meno lieto,ma scampato, vidi un superbo dono
venerdì 19 settembre 2025
Giuseppe Minicone e Marco Solaro leggono "L'arcobaleno nelle pozzanghere" di Maria Rizzi
Storia godibile, scritta con una prosa mai banale e, a tratti, immaginifica nelle sue metafore. L'autrice sa maneggiare la materia e il modo con cui narrarla con rara competenza, fornendo più di uno spunto di riflessione sull'esistenza, nella nostra società, del male assoluto.
Un romanzo veramente originale, che riesce a distinguersi in un settore, quello della giallistica, oggi alquanto inflazionato, e che merita di essere letto.
Giuseppe Minicone
Bellissima presentazione quella di ieri pomeriggio. Molto ben delineata, dal dottor Ricifari, la psicologia, le dinamiche della storia e l'interiorita' dei personaggi e prima tra tutti quella della protagonista. Una cosa vorrei dire a Maria Rizzi e che magari è stato gia' detto ieri nella discussione finale alla quale purtroppo non ho potuto partecipare: Volevo sottolineare la bellezza stilistica della scrittura di Maria Rizzi.
Leggendo il suo romanzo , ci si accorge che Maria usa due registri principali, il primo, quello più "carnale", è uno stile piu deciso, duro, essenziale quando serve per essere operativi e un secondo registro, quello dello "spirito' che si esprime con una prosa lirica che segue il ritmo armonioso che la poesia condivide con la musica.
Le pagine finali mi hanno molto colpito, meravigliose perché ancora una volta Maria usa metaforicamente la Natura per descrivere in modo poetico l'animo e il vissuto del protagonista. È proprio alla fine che mi sono reso conto che un altro personaggio era sempre stato presente nel racconto, un personaggio che supera la semplice narrazione perché le aggiunge profondità e universalità e diventa anch'esso protagonista, anche questo è un personaggio femminile, è la Letteratura.
Marco Solaro
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