L’EVOLUZIONE DELLE FORME POETICHE
(La migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio)
a cura di Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo
Nazario Pardini
Analisi precisa, attenta, questa di Sandro Angelucci
sulla corposa opera frutto di un meticoloso e puntuale lavoro di Antonio
Spagnuolo e Ninnj Di Stefano Busà. Un volume di quasi 800 pagine che raccoglie
le voci poetiche più o meno rappresentative dei nostri giorni. E già di per sé
il titolo spaventa per il suo carattere di monumentalità. Sì, quanti i poeti
che si presentano sulla scena letteraria attuale! Quanti i Premi che
coinvolgono ambiziosi e più o meno fortunati scrittori ogni giorno. Si possono contare?
Cifre senz’altro a tanti zeri. Quindi, partendo già da questo punto di vista,
la selezione appare meticolosa e puntigliosa, anche se il numero prescelto non
è, poi, certamente piccolo. Ma il nocciolo del discorso, come bene si evince
dallo scritto di Angelucci, riguarda l’impegno e la profusione per la diffusione
e la valorizzazione del linguaggio poetico; l’importanza che può avere,
attualmente, tale linguaggio in questo mondo sostentato da meno edificanti
nutrimenti. E il fine di quest’Opera è proprio lì: far notare come, nella sua
molteplice varietà espressiva, questa Poesia dia vita a tante voci che ostacolano,
in qualche misura, la spaventosa omologazione volta proprio ad annullare i suoi
intenti. Sì!, perché la Poesia
è individualità, unicità, ma che può essere universalità quando raggiunge
l’obiettivo principale: avvicinarsi il più possibile a ciò che è
irraggiungibile. La Poesia
è cura della parola, è cura dell’armonia, è pazienza, meditazione, riflessione,
è suono, messaggio, anche, il cui spirito nasce e si evolve, sempre, su storie
di vicissitudini dolorose, gioiose, ma pur sempre su combinazioni di dire e
sentire. Di grande simbiosi di sentimento e lingua. Che già di per sé tende a
valorizzare il tempo e il verbo, la ricerca e lo scrupolo, la dedizione e la
rielaborazione, l’attenzione e l’osservazione, l’analisi e la lettura, l’etimo
e la sonorità, la descrizione e la comprensione. Tutti obiettivi sacrosanti che
devono proporsi di raggiungere gli insegnanti nella Scuola di qualsiasi grado.
Perché sono obiettivi trasversali. Che riguardano tutte le materie. Comprendere
bene un testo non è solo questione di un insegnante di lettere. Nella nostra
società invece tutto è pilotato dalla fretta. Tutto è generico. I linguaggi
nuovi sono frutto di cancellazioni, di sottrazioni, per che fine poi non si sa.
E per questo il valore di quest’Opera è incommensurabile. E il suo scopo
principale deve essere proprio didattico. Perché è lì che la Poesia , nella sua complessa
varietà, deve incidere. E’ lì che deve costruire o ricostruire il tessuto
emotivo e cognitivo della nostra gioventù. La Poesia ha una grande voce e può avere una grande
missione in questa società estremamente materializzata e svilita di valori
fondanti. Basta saperla proporre. Va fatta amare non solo per i contenuti che
può comunicare, ma per il piacere di gustarla. Una volta che la si ama, ottempererà,
senz’altro, ad altre funzioni importanti: come a quella di sensibilizzare, di
educare l’animo ad immagini ed invenzioni creative di grande effetto emotivo.
E’ lì che i nostri giovani devono crescere. E’ alla Poesia e alla comprensione
della vastità dei linguaggi che devono riavvicinarsi. Devono riappropriasi del
valore del dono che ci è dato, anche, riflettendo sugli input esistenziali attorno
ai quali la Poesia
stessa fa riflettere. Uscire da vicoli lastricati
di falsi miti. Ripercorrere le vie un po’ dimenticate dell’amore, e del culto
del Bello. A scapito di quelle che conducono a imbrattare la vita. Amare non è tanto
difficile e la Poesia
ci può insegnare a farlo. Perché chi la ama, ama. L’uomo è nato con la musicalità che la anima, l’ha in corpo. Ballava,
già prima di parlare, al suono della sua musica. E’, dunque, nostro dovere
rifarci alla sua storia; attualizzarla con quegli amorosi intenti di cui si sono
armati i nostri due encomiabili curatori.
E bravo Sandro che hai colto nel segno. E che sai dare,
con la tua missione, esempio di professionalità.
Nazario
Giovanni Interrante
RispondiEliminaInteressante intervento che qualifica ulteriormente, se mai ve ne fosse bisogno, l'intento semantico e storico che tale impegno ha voluto raggiungere con questo qualificatissimo lavoro di ricostruzione e d'indagine esegetico-critica. Un plauso vada ai curatori: Prof. ssa Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo che si sono prodigati in questa prestigiosa forma di consuntivo storico. Grazie a loro, almeno in Poesia non dovremo vergognarci di essere arretrati e non allineati agli altri paesi più colti.