Sento a volte che la vita affonda
Come una vite s’avvita nel suo cardo
A volte s’intinge morbida nel legno
A volte s’infrange in un duro
e freddo pezzo di metallo
*
Stentano le rose quest’anno
come domande senza risposte
fuggite come illusioni perdute
stelle
cadenti
in un
cielo nero d’inchiostro
Pensa a me
quando un fulmine l’attraversa
come un pensiero perverso
non è ancora maggio
e le lucciole tintinnano la notte
*
Rabbia
disperata
come un
colpo di coda mozzata
che ancora
si dimena
frenetica
agitata
storta
mentre la
lucertola è già morta
*
strappo le pagine del giornale
urlo che
irrompe
duro e tagliente
come un diamante
certo la vita è abbondante
sfrontata e sprezzante
tracima
la vita
che chiama
vita mai collaudata
*
Accettare il tempo
Delle domande senza risposte
Mentre si stempera e dilava
La collera che più non m’appartiene .
Abitare le parole come una casa
Adattarle al corpo come un abito da sera
Nuova dimora il tempo che consola
Finché il silenzio eterno comincerà a parlare
Come una madre che non si dà pace
Perché ormai
il tempo è scaduto
Come un piccione finito sul selciato
Sempre Belle le poesie di Nadia, penetrano l'anima "Come una vite s’avvita nel suo cardo"
RispondiEliminaStefano Massetani
Nadia immette nuovi tasselli nella sua identità di poeta. Questi versi rivelano significati che ne producono di nuovi. Lasciamoli fluttuare nel web perché non devono rimanere ignorati. Di ciò sono grato a Nazario Pardini.(Ubaldo de Robertis)
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