lunedì 25 febbraio 2013

P. BASSANI: "E' TORNATA LA NEVE"


E’ TORNATA LA NEVE
di Paolo Bassani
 

 

 

 
Questa mattina, come avvenne nel lontano 1985 e nel più recente dicembre 2009, ho trovato la neve nel risveglio.  Invero, ieri avevo ricevuto una telefonata di “allerta neve” dalla Protezione Civile del mio Comune. Da alcuni mesi funziona egregiamente questo servizio. Effettivamente, la neve può creare problemi nella viabilità e non solo, soprattutto in territori che la vedono raramente. Nonostante questo, la neve ha sempre un suo fascino.  Da sempre addolcisce il paesaggio, lo trasforma, dandogli un aspetto di fiaba. Non stupisce allora che l’uomo di ogni epoca sia rimasto incantato davanti al fantastico spettacolo che si presenta dopo una nevicata. Pensieri e poesia hanno interpretato un sentimento comune di riflessione, di silenzio, di pace. Sì, nel paesaggio innevato si ritrova un momento di quiete per ammirare e meditare; una pausa ove la poesia torna a cantare.
Tra gli innumerevoli poeti che hanno cantato la neve, mi piace ricordare Giosuè Carducci. Nella sua poesia “Nevicata” si rivive questa atmosfera…
Anch’io nel mio piccolo, all’inizio del mio percorso poetico, sentii il bisogno di scrivere, di dedicare alla neve una lirica. Lo volli fare nel modo tradizionale: in rima e con il verso decasillabo. Anch’io intitolai la poesia “Nevicata”.
 

 

                     NEVICATA
 
Oh, che bella, felice sorpresa!
Nella notte, col bioccolo lieve,
è caduta leggera, inattesa,
silenziosa, la candida neve.
Con la soffice coltre, ha ammantato
ogni cosa d'un nuovo splendore.
Pare che sia il mondo irreale, fatato,
a quel timido primo chiarore
che saluta l'inizio del giorno.
Or, guardando quei monti e la piana
sotto il candido manto, ritorno
a vedere l'infanzia lontana:
a sentir come un bimbo allegria,
impazienza d'uscire a saltar
tra la neve, a giocar sulla via
o sui campi, senz'altro pensar.
Io conosco il perché della festa
che la neve nell'animo infonde:
sia che scenda a vestir la foresta,
imparziale su arbusti e su fronde,
sia che ammanti la valle od il monte,
il giardino o la terra vangata,
sotto l'unico bianco orizzonte.
E' la pura incorrotta nevata
che nasconde la terra ai mortali,
come un lembo che viene pietoso
a coprir le miserie ed i mali.
E' la pace del mondo nevoso,
della tacita neve modesta,
la sua pura, inviolata giustizia,
che profuma quest'aria di festa:
di serena, innocente letizia.
 
                             Paolo Bassani                       
 
 

3 commenti:

  1. Atmosfera quasi onirica avvolge l'intera composizione.Lirica gradevole e suadente dove, l'armonia del canto, trasporta il lettore verso un luogo reso incantato dalla soffice coltre bianca.

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    1. Spero davvero di ritrovare questo incanto. Come dice Fulvia è molto incantevole! Brava e bravi.

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  2. E' una composizione di perfetti decasillabi ottimamente scanditi (con precisi accenti di terza, sesta e nona). Per questo mi chiedo come possa trovare ospitalità, in tanta acribia ritmico-metrica, il verso "Pare che sia il mondo irreale, fatato" che è un mediocre dodecasillabo. Sarebbe stato meglio un "Pare il mondo irreale, fatato", decasillabo puntuale come tutti gli altri.
    In ogni caso complimenti a Bassani per l'atmosfera di vivace gaiezza che è riuscito a creare con la sua lirica.
    Pasquale Balestriere

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