mercoledì 24 aprile 2013

ANTONIO SPAGNUOLO: "IN MEMORIA DI ELENA"

In memoria di Elena  (I)
*
Inutile urlare il tuo nome contro le pareti.
Inutile urlare ed attendere:
non sei per me altro che l’eco
della mia voce, diventata roca,
delle mie lacrime sempre più cocenti,
del mio sguardo errabondo.
Anche la luce aveva un suono per noi,
ora è silenzio ove impazzisce il  ricordo,
e il tempo ricompone memorie
roventi
mentre l’ombra si allontana.
*
Antonio  Spagnuolo -

7 commenti:

  1. "l’eco della mia voce": con questa efficace espressione il Poeta ben definisce ciò che resta dell'amata consorte Elena, da poco divenuta Ombra che "si allontana".
    Il dolore incommensurabile per tale perdita, dopo tanti anni di vita felice insieme, sembra insopportabile, tanto che il Poeta "urla" il nome dell'amata, ma inutilmente, perché la voce dei vivi non riesce a richiamare in vita chi ormai è nell'Oltre.
    Orfeo vi riuscì, ma per poco, perché l'Ade è avido e avaro: non restituisce ciò che ormai si è preso.
    La luce sonora (bella sinestesia) che prima li illuminava ora si è fatta silenzio.
    Questi versi dolenti di Antonio Spagnuolo non smentiscono la sua eccellenza poetica.
    Giorgina Busca Gernetti

    RispondiElimina
  2. Straziante poesia di un amore tuttora assoluto, infinito, immortale.Purissimo canto dalle immagini intense.Timbro potentissimo che fa di Spagnuolo un grande poeta, un grandissimo uomo.

    Luciano Nota

    RispondiElimina
  3. La morte di una persona cara suscita sempre un moto di rabbia, di non rassegnazione che nei versi di Antonio Spagnuolo si traduce in un atto d'amore, quell'amore vero e profondo che supera il mistero in cui siamo immersi. Grazie. Un caro saluto, Lucianna Argentino

    RispondiElimina
  4. Bella poesia che dilaga, alla fine/ nell'ombra che si allontana/da qui si capisce che fugge qualcosa di "grande" un dono d'amore della perfetta femminilità (e moglie tanto amata) dal ns. poeta. Cari saluti. Miriam Binda

    RispondiElimina
  5. La voce per il troppo urlare diventa roca, diventa eco, gli occhi si sciolgono nelle lacrime e lo sguardo erra sperduto alla ricerca dell'amata, che divenuta ombra, non è più visibile. Dominano ancora i sensi in questo dolore straziante, dipinto con pochi, essenziali, significanti versi. Ma è il silenzio, quello delle voci e dei suoni perduti, quello che veniva interrotto persino dal suono della luce quando l'amata era in vita, che dà la misura di un dolore inesprimibile che quasi conduce alla pazzia mentre "memorie roventi" ardono l'anima e il cuore. Versi essenziali, privi di retorica, che diventano voce del lettore che tale strazio ha vissuto.
    Ester Cecere

    RispondiElimina
  6. Una facoltà, quella di Antonio di saper esprimere in versi stati d'animo altrimenti alterati dalla "morte" che ti ronza dentro, riuscire ad inibire la disperante e straziante desolazione delle "memorie roventi" fa di questa poesia il simulacro di una grandezza oltre i dati effimeri della materia: il suono della voce si spegne tra pareti silenziose che s'interrogano sull'inesprimibile abbandono dei sensi. Oltre la misura umana c'è solo Dio a conforto di ogni cosa che si allontana, si smarrisce...si perde: in questo testo dilaga un sentimento ineludibile d'amore che nell'essere assoluto, diventa oltre il limite, oltre l'azzardo umano anche immortale...attraverso la poesia.
    Ninnj Di Stefano Busà

    RispondiElimina
  7. “ora è silenzio ove impazzisce il ricordo”. Lirica che emana grande sensibilità e un profumo d'amore infinito. Ma, caro poeta, l'ombra della tua Elena non si è allontanata. E' nella vostra casa. Basta saperla cercare.

    Giannicola Ceccarossi

    RispondiElimina