Recensione
a
Nazario Pardini: DICOTOMIE. The
Writer Edizioni. Milano. 2013. Pp. 320
Si può dire che ormai Nazario Pardini si presenta
come uno dei poeti di grande e notevole spessore del secondo Novecento
italiano. Ciò che colpisce di primo acchito è la sua capacità espressiva rigorosamente
sintetica che ha conservato, delle prime opere, la schiettezza e l’incanto stilistico,
oltre che l’efficacia di una fervida creatività e fantasia. La sua poesia è
profonda, illuminata, incisiva con un nitore e una fluidità eccezionali.
Si tratta davvero di un libro diverso, insolito e
stupefacente, il suo Dicotomie perché fuori dagli schemi, nonché diverso anche
dai suoi precedenti. Dunque, ritengo
sia l’opera della piena maturità, il “clou” della sua attività poetica,
incardinata nel senso della vita di cui ha percorso ogni tratto di strada, ogni
sentiero impervio, ogni segmento vitale e ogni morte del passato, tra interiore
ed esteriore, tra sacro e profano. Il poeta è perfettamente in sintonia con
quell’idea di “poesia onesta” di sabiana memoria, una parola che non sia
artefatta, arzigogolata e non si compiaccia del proprio potere magico che pure
ha a iosa, ma che aderisca alla vita, all’idea di onestà del linguaggio, in una
prospettiva storica e umana che ne contenga principi spontanei e linearità,
visione della realtà e condivisione con gli altri. In questo libro Nazario
Pardini raggiunge la perfezione senza nulla perdere in termini di fascino,
d’eleganza della scrittura. Il poeta possiede il carisma come strumento di
suggestione poetica, vi si evincono precisione d’immagini, testi memorabili e
folgoranti. Sufficienti pochi versi per capire come l’autore sappia coniugare
alla perfezione tutti i capitoli della sua storia con estrema semplicità, con
sofferta e matura sensibilità emozionale, consegnandoci spaccati di vita e di
memoria inossidabili. La poesia di Nazario Pardini è intessuta di nostalgia, si
respira in abbondanza una diffusa serenità, in atmosfere calde e suggestive. “non profumano più quei bocci bianchi;/ ci
sono uccelli a branchi/ che roteano largamente sui detriti/ dell’ingordigia
umana”. L’accento viene posto con lucidità, ma anche con tenero distacco,
con sensazioni e pensieri che si avvalgono di un linguismo chiaro, nitido,
semplice, raffinato che possiede la grande capacità di testimoniare sul piano
letterario un livello che salta all’occhio, per la grande compostezza del
modulo espressivo, la trasparenza e la levigatezza del verso.
Segno di grande maturità e autentica vocazione, voce
limpida che sa giungere direttamente al cuore del lettore:
“Facemmo un
ombrello di carta e la sera
ci avvicinò
con l’aria
seviziata dai
guizzi del tramonto.
Restammo
assieme a lungo
sotto il
battito
di quella
volta fragile.
Poi il
silenzio
di me che non
sapevo il giorno,
di te che ti affidavi
a sera
delle parole
al volo,
ci cullò quasi
vestito
dei fremiti
del mare.
Andare, andare
era il tuo sogno.
Al semaforo un
emigrante lavavetri
cercava tra i
colori delle case
un qualcosa
che portasse al suo paese.”
Anche il pensiero poetante illuminato dalla luce
spirituale è un tratto distintivo di Nazario Pardini: i toni epico-lirici sono
pervasi da una tensione orfica e di un trasfondere di coscienza che si evince e
si individua come autentico e matamorfico coacervo di storia, che indaga il
tempo e gli eventi, l’umanità e la divinità dell’universale che non si limitano
a descrivere momenti solo alti, ma va al di là, oltre la ferita umana, oltre la
fatica esistenziale per rivendicare un po’ d’infinito, quantomeno, la
sensibilità di un “perdono” a qualche nota stonata, a qualche rievocazione di silenzio
trafitto, che evidenzia e mette in luce il pianto e il dolore universali, tra i
riconoscibili segni di questo ottimo poeta. Insomma un libro che c’è, è
presente, si fa riconoscere, raggiunge note alte, armonizzandosi alla coscienza
planetaria. Si presenta carismatico col segno preminente della pietas, tra gli aneliti estremi del
perdono che si configura come immagine di un simbolismo misterico assoluto che
pare redimere e del quale tutti ne costruiamo la spiritualità e i sentimenti,
umanizzandone solitudini e assenze e aprendo il cuore alla bellezza del creato.
Superlativi ad es. questi versi in memoria della madre:
“Non di rado,
alla sera, il
tramonto si gonfiava
per toccare
coi suoi colori d’oro
la mota di
quei solchi. E mia madre
si stupiva
davanti a quei colori,
davanti a
quella volta iridescente.
Con il falcino
in mano, e il volto stanco,
ammirava,
stupita,
quei giochi
del tramonto sopra il campo.
La straordinarietà della poesia di Pardini consiste
nel voler sottrarre la bellezza della natura, del sogno, del mito agli
annichilenti artigli del tempo, alle incidenze delle scoloriture e recuperarle
alla vita, limitandone l’entropia e la corruzione, prolungando fin dove
possibile le accensioni sublimi delle sue cromature, dei suoi riverberi,
fermandone le note essenziali in atmosfera d’anima, con la struggenza
ineluttabile e tragica della partecipazione, attraverso il sortilegio del
ricordo o di una parola intensa e metafisica che possa limitare i danni della
sua autodistruzione nei correlativi analogici oggettivi di eliotiana memoria.
Ninnj Di Stefano Busà 15/04/2013
Luciano R
RispondiEliminaUna grande critica, una nota che riporta tutti i punti salienti del bravissimo Pardini, senza dimenticare la gmomica istanza del suo rapporto personale tra la poesia e la storia. Credo a questo punto che la critica stia all'autore come un vestito "su misura", vi aderisce perfettamente solo se l'autore è all'altezza...Auguri, carissimo Pardini per aver meritato una così ampia e preziosa esegesi dalla grande Ninnj Di Stefano Busà, sarei felice di essere io al tuo posto, lo dico senza piaggeria, senza ipocrisia -sinceramente -
Giovanni Maggi
RispondiEliminaBravo Pardini, il tuo libro deve essere davvero meritevole dell'attenzione e dell'esegesi critica di una grande figura come la Prof. Ninnj Di Stefano Busà. Auguri vivissimi e complimenti
Ho letto più volte questa esemplare recensione. Proprio più volte, perché affascinato da questo dire zeppo di slanci allusivi che inventano verbi. Che creano, volutamente, forzature sintattiche per agguantare un'anima che vuole dire tanto. Sembra che non le sia più sufficiente la semplice parola per tanta energia interiore.
RispondiEliminaVeramente brava questa Busà!!! Esemplare!!!
Invoglia ad avvicinarsi, golosi, ai "chicchi" del testo in questione.
Pf. Bozzi Angelo
Recensione puntuale ed attenta quella della di Ninnj Di Stefano Busà, complimenti anche al poeta Nazario Pardini per le sue poesie! Un caro saluto. Miriam
RispondiEliminaMario Di Martino
RispondiEliminaOttima esegesi critica per il poeta Pardini di cui conosciamo la scrittura. Il resto è storia e si sa, la storia meritoria della Poesia pardiana si è meritata appieno una critica di tale spessore...Complimenti!
Giancarlo Esposito
RispondiEliminaho letto l'opera e devo ammettere che la poesia di Pardini mi è parsa ottima, dunque meritevole di un intervento come solo la Di Stefano sa centrare nel segno. Auguri ad entrambi di cui conosco fama e onori.
Caro Pardini, deve essere piacevole trovarsi al centro dell'attenzione di un critico di valore come la prof. Di Stefano Busà. Tu, certo, non manchi ad avvalorare le sue tesi. Auguri, ho letto il tuo validissimo libro e devo dire che l'ho trovato consono al giudizio che la grande poetessa e critico ha espresso. Felicitazioni sincere per il tuo successo letterario e per la Laurea ad honorem conseguita di recente.
RispondiEliminaAmbrogio Accardi
Un libro importante e meritevole il tuo "Dicotomie" che ha meritato la critica dell'autorevole Ninnj Di Stefano Busà. Da parte tua c'è il merito di avere scritto un'opera assai feconda di spunti e di valori poetici. Felicitazioni vivissime e auguri per sempre nuovi successi. Con simpatia e stima
RispondiEliminaProf. Angelo Abbiati
Gentile Pardini, ho letto di recente su internet della tua Laurea ad honorem, desidero complimentarmi del riconoscimento (meritato) ma anche di aver letto il tuo Dicotomie e averlo trovato eccellente. La firma della Distefano Busà, eminente critico, ne avvalora il tuo pensiero poetante. Auguri sinceri.
RispondiEliminaEmma Aliverti