Intervento critico su “Eros e la
nudità” di N. Di Stefano Busà
di Arturo Schwarz
Le poesie di Ninnj confermano la visione olistica di
Spinoza che articola una filosofia di consapevole libertà e felicità. Questo
suo amore della sapienza comporta
il rifiuto, sia della sottomissione ad
un ente creatore inesistente, sia alla mortificazione del corpo esaltata dal
cristianesimo. A proposito di olismo, il filosofo olandese ricorda – nella
quarta parte dell'Etica – che il
desiderio è l'essenza stessa dell'uomo. Viene così riconosciuto che l'amore è
la dimensione emotiva dell'istinto vitale, mentre il desiderio e cioè
l'erotismo, ne è la dimensione estetica.
Infatti, soltanto l'amore può farci raggiungere la
completezza – sinonimo della perfezione attribuita alla mitica divinità.
L’amore, questa brama olistica di assoluto,
permette di realizzare il nostro bisogno di trascendere la nostra
solitudine, di esaudire la nostra
esigenza di amare ed essere amati così da diventare tutt'uno con l'essere
eletto. Solo l’innamorata/o potranno riconoscere in se l’animus (Principio maschile che abita il femminile, come insegna
Jung) e l’anima (principio femminile
albergato dal maschile). Ricordiamolo, la divinità leggendaria è sempre
bi-sessuale dato che, se fosse soltanto maschile o solo femminile,
rappresenterebbe una mera metà della perfezione. Nelle poesie – profonde quanto concise di Ninnj
– ritrovo esemplarmente questo anelito alla trascendenza che contraddistingue
l’innamoramento e che è il proprio dell’Homo
poeticus del quale ci parla anche
Danilo Kiš.
ARTURO SCHWARZ
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