domenica 13 aprile 2014

GIORGIO LINGUAGLOSSA: "LA FORMA PIU' SPAZIOSA"


Giorgio Linguaglossa

Ringrazio Campegiani per le sue parole di approvazione per le mie poesie, ma in ogni caso l'avrei ringraziato anche se il suo giudizio non fosse stato positivo perché un poeta (e un critico) deve porre una distanza tra la propria persona e la propria scrittura... e del resto lavoro da circa 30 anni sul problema di una poesia che abbia "una forma più capace", più spaziosa e che abbia in sé la possibilità di ospitare l'immagine e la metafora. Nelle mie riflessioni critiche mi sono sempre sforzato di indicare i veri problemi che, a mio avviso, hanno impedito dagli anni Settanta in poi, che sorgesse una grande personalità poetica in Italia.


Il problema è andare col bisturi ad incidere su quella ritirata strategica che poeti del calibro di Montale e Pasolini hanno poi messo in atto, e comprendere le ragioni di quella rinuncia a costruire una "forma più spaziosa" che superasse la poesia delle occasioni e la poesia giornalistica.
Sono ormai 40 anni e passa che in Italia si fa una buona poesia giornalistica, magari di buon livello, oppure neoclassica, magari di buon livello, ma per questi sentieri ormai non è più possibile, credo, scrivere poesia moderna.


Ad esempio, Franco Marcoaldi (tanto per fare un nome) è un ottimo poeta, sa scrivere, ma fa poesia giornalistica (e infatti lui è un ottimo giornalista).
Che altro dire? Che ci sono ottimi poeti giornalisti, non lo metto in dubbio, che Magrelli è un ottimo scrittore di divertissement para giornalistici. Tutte cose magari utili, non lo nego, dico utili per la poesia a venire. Allo stato, stiamo ancora aspettando una poesia veramente moderna (che non parli con un linguaggio giornalistico).
                                                                                                         Giorgio Linguaglossa

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