PER RICCARDO BERTOZZI
Sandro Angelucci
La poesia di Riccardo
Bertozzi (da quanto si evince attraverso la lettura dei testi seguenti) si
lascia piacevolmente gustare, e ciò perché vi si coglie quell’autenticità del
dire che sempre contraddistingue la vera creatività. Reputo che - con questi
versi - ci troviamo di fronte ad un’ispirazione dettata dal dolore del vivere
(vedi la chiusa di Concerto a Weimar),
ma di una sofferenza, si tratta, non disperata (come potrebbe sembrare) poiché
la disillusione trova il conforto della parola: una parola che “ci accoglie”, e
accoglie il poeta, abbracciandolo con il calore della rinascita. La catarsi si
attua “fra i seni rigogliosi” di Madre Natura: quando le forze svaniscono, ecco
emergere un’energia nuova che origina il pensiero di una scrittura moderna che
si fa notare anche per l’originale spezzatura del verso.
Sandro Angelucci
Da
“Gli occhi di Sonia”
ELANOR
Parlami
Sonia, parla ancora
una
sola volta al mio cuore,
che
ha fatto della tua voce
il
canto della luce, e del vero.
Ascoltami
Sonia, ascolta ancora
con
aria serena, il folle suono
dei
miei vecchi pensieri.
E
sì che di segreti sei parte e custode!
Restiamo
svegli, ancora un po’,
nell’abbraccio
tiepido e silenzioso
dell’ora
ormai tarda.
Evocando
ricordi e sentieri
di
mondi lontani, persi nell’ombra.
Ma
quanta distanza ora ci separa!
Tu
sei lontana, e silenziosa.
Dove
sono tutte le parole,
che
allora fermavano il tempo?
Abbracciami
Sonia, una volta ancora,
e
stringimi forte come tanto tempo fa,
quando
nell’ora buia della tua partenza
piansi
per una fine, che ormai è certa.
Mai
ti dissi la verità nascosta.
Eclissarmi
nel buio dei tuoi occhi,
e
con Elanor tra i lunghi capelli,
il
tuo bel viso impreziosire
Da
“Senza respiro”
Silenzio
d’argento
dagli
astri scende,
e
su foglie in estasi,
come
brina d’inverno,
si
posa.
Il
giardino è in fiore.
Il
sentiero libero.
Madre
Natura rinasce.
Fra
i suoi seni rigogliosi,
ci
accoglie.
D’oro
risuonano i fiori
al
tocco del sole.
Come
arpe in sogno
accarezzate
dal vento,
ci
libriamo.
Fragranze
dei tempi.
L’azzurro
è ovunque.
Tra
segreti sospiri,
il
senso dell’immenso,
si
rivela.
INEDITO
CONCERTO A WEIMAR
Nell’ora
inquieta del riposo,
dell’ansia
che gli orizzonti incrina,
riappari
tu,
amica
dimenticata,
tra
le eleganti vie di Weimar.
Ricordi?
La
fanfara allietava la piazza piena di turisti,
e
tu sorridevi nella buffa mantella azzurra,
percorrendo il giardino
della casa di Göthe.
Guarda,
Com’eravamo
vicini alla verità allora.
Protetti
da una poesia senza tempo
che
ci incantava a ogni respiro.
Non
senti?
Come
risuonano lontani quegli anni.
Come
stona l’esistenza ora,
di
fronte a quel meraviglioso concerto!
Sono
lontano da tutto e da tutti.
Non
ho più forze per resistere,
ai
bagliori accecanti del vuoto immenso
che
fluttua intorno a me.
Riccardo Bertozzi nasce a Pesaro nel 1976 e si diploma presso l’Istituto Alberghiero di Riccione. Appassionato di lingue e letteratura, si laurea presso l’Università di Urbino con una tesi sul poeta tedesco Georg Heym, esponente del movimento poetico dell’Espressionismo tedesco da cui è stato influenzato. Attualmente vive a Cattolica dove svolge l’attività di direttore d’albergo.
Nel 2007 ha
pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Gli
occhi di Sonia, Edizioni Giraldi, Bologna, con Prefazione di
Mario Specchio. Nel 2009 è uscito
Senza Respiro, Zero undici Edizioni, Milano.
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