Maria Ebbe Argenti: Dell’anima e del cuore.
Edizioni Blu di Prussia. Piacenza. 2015. Pg. 52
DAL TESTO
Aspettami
Aspettami
con fede e con pazienza
lontano
dalla sala operatoria
dove a
ciascuno tolgono il respiro,
perché
sei tu il respiro. Anima mia.
Attenta,
dunque: qui non devi entrare.
Costi quello
che costi, solo al corpo
è dato
correr rischi ogni momento.
Invece
tu sei l’Anima immortale.
M’aiuterai
a lenire e ad espugnare
quel male
che scompagina il mio esistere?
Vorrei
vincere questa mia battaglia
anche se sono all’angolo del ring. (Pag. 27 del
testo).
Riporto l'incipit della mia recensione alla toccante silloge di Maria Ebe Argenti.
RispondiElimina"È incredibile come un’esperienza di dolore renda più acuta, fine e prensile quella sensibilità che provoca nei poeti la creazione artistica. Ne scaturisce un’urgenza insopprimibile di dire quanto sia precario il percorso umano con tutto il suo bagaglio, così personale e irripetibile, di affetti e sentimenti; e quanto sia malcerta e fallace la stessa quotidianità, solo apparentemente normale e solida, nella quale siamo spesso del tutto immersi. Così capita anche a Maria Ebe Argenti la scoperta immediata, folgorante di un’altra realtà non prevista, non per sé almeno. Ma, chiamato a raccolta ogni spirito vitale -naturalmente anche quello creativo- lei esorcizza il male e lo risolve in occasione di riscatto, in motivo di canto. È così che nasce “Dell’Anima e del cuore”, una silloge di liriche che fa della sincerità e della trasparenza i motivi fondanti della sua ispirazione, dove il dolore si fa misurato e addirittura terso, accompagnato com’è da una tenace fede nella vita e dalla sempre risorgente speranza che tramano tutta l’opera e quasi ogni singolo componimento."
Aggiungo che la poesia scelta da Nazario Pardini rivela la caratteristica freschezza ( qui dialogica) che è propria dello stile di questa autrice e la saggezza maturata in un continuo confronto con il tempo e con la vita; ma, ancora di più, l'indiscutibile propensione artistica.
Pasquale Balestriere