Un
tripudio di immagini, colori, sensazioni, melanconie; un mix di patemi d’animo
che cercano equivalenze stagionali o naturali per dare consistenza al loro esistere.
Ed è così che Gasparroni, con versi di dolce ed euritmica sonorità, riesce a
narrare il suo inquieto ed ontologico percorso esistenziale. Lo fa affidandosi
a tutto ciò che tende a sollecitare il memoriale, e dando forza ad una parola
che va oltre il senso del suo etimo con cavalcate di sinestetica intrusione.
Nazario Pardini
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