Maddalena
Leali – Non Uccidermi. Note critiche
Leggere questa intensa raccolta di poesie giustifica
la formulazione di una domanda generale, forse retorica: può il dolore essere
infinito, non soltanto nella sua profondità, ma anche nelle sue sfaccettature?
Del dolore han trattato in tanti, in tante
forme e, come per altri temi connaturati con la natura e dimensione
esistenziale umana, la resa poetica in questo ambito è lungi dal conoscere la
parola fine: queste liriche ne sono una ulteriore, apprezzabile declinazione e testimonianza.
Non
uccidermi…l’esegesi può cominciare da questa sorprendente
“richiesta” che, nel divenire dei versi, assume di volta in volta il valore di
una invocazione, di un auspicio, di un atto persino d’amore verso chi, a volte anche
inconsapevolmente, è causa di un pathos
che può portare ad una morte dell’anima, prima ancora che del corpo.
Ed è, tuttavia, proprio da quel punto di
partenza ed attraverso la lente multiforme del dolore che l’analisi poetica
della Leali prende il volo verso dimensioni inaspettate, nuove: la Luce, che
emerge da questa condizione di sofferenza. Possono, al riguardo, prendersi a
prestito le parole di un grande cantore dei nostri temi “Ogni cosa ha una crepa, ed è attraverso essa che passa la luce”
(L.Cohen).
Le crepe del dolore, e la Luce che da esso
trapela, che si fa materia, colore, vento, sapore, a seconda dell’essere su cui
insiste: può essere la “deità della
stella morente” od i “colori
dell’aurora” che “confondono laggiù /
il limite della vita” (da “III – Presagio di bellezza”) o, rapsodicamente,
il mare che “ascolta e scrive/ di sale/
le voci di tutti/le nenie di tutti confuse/ in un canto che è solo silenzio”
(da “Voglio parlarti del mare”).
Non quindi, un dolore fine a sé stesso, ma
mezzo per raggiungere mete più alte di verità e umanità.
Alcune note finali sullo stile: è un
versificare scarno, diretto, che non mira all’elusione del senso ma in esso si
cala, quello che caratterizza questa raccolta. E potremmo concludere osservando
che questa scelta formale è un altro signum
di quella luminosità che, per tante vie, pervade questa
raccolta.
Alfonso
Angrisani
Grazie al Professor Pardini per aver pubblicato su Leucade le intense note di Alfonso Angrisani intorno alla mia piccola silloge "Non uccidermi", grazie a tutti coloro che, il 9 dicembre appena trascorso, ne hanno reso la presentazione a Roma presso l'Enoteca Letteraria un evento memorabile sotto tutti gli aspetti.
RispondiEliminaUn abbraccio affettuoso a tutti con l'augurio di uno splendido 2018.
Maddalena Leali
Maddalena cara, è stata grandissima gioia averti con noi. Oltre a rendere merito alla Poesia possiedi una capacità di trasmettere la Cultura nel senso profondo del termine, di aprire dibattiti di altissimo spessore, di incantare con le tue performance. Inoltre sento il dovere di ringraziare Alfonso per la sua immediata disponibilità e per l'eccellente esegesi della tua Opera di Maddalena. Tu e Aurora, impegnata per la laurea, eppure sempre disponibile, Federica Sciandivasci, lettrice superba, avete dato l'ennesima dimostrazione dello spirito di corpo che anima gli iscritti al Circolo Iplac e della loro autentica Passione. Sono onorata di lavorare con voi e colgo quest'occasione per augurarvi giorni lievi e ricchi di salute e di Amore....
RispondiEliminaMaria Rizzi