giovedì 1 agosto 2019

LIDIA GUERRIERI: "CIELO DI LUCE E RONDONI"

Lidia Guerrieri,
collaboratrice di Lèucade


Una poesia in ricordo del nostro mondo di azzurrità e innocenza,  di bimbi scalzi per i campi o per la strada. Bei tempi... forse avremo avuto poco per certi versi,  ma per altri no davvero! Era un mondo  speciale, il nostro mondo!  Eravamo piccoli e tutto ci appariva  bello: non si faceva caso  se i pavimenti erano messi così così e in qualche mattone ci si inciampava, o se le travi  erano storte o se c'era tanto freddo... mi ricordo che  per me era normale gelare in casa… si sa… era inverno! Chi andava a pensare se in altre case  freddo ce n'era meno! Era così e basta. Lo stesso per il caldo d'estate. Si soffocava a tetto… ma  si sa... era estate! Si  prendeva tutto per normale e si accettava. Era proprio diverso il modo di vivere.  La sera d'estate la gente  sedeva in circolo intorno all'uscio di quella che abitava a piano terra... e  quella era la televisione!! Le chiacchiere, qualche centrino per chi ci vedeva bene  nella luce del riquadro della porta, qualcuno pisolava e noi ragazzetti  a fare più chiasso che si poteva. Siamo  fortunati ad esserci stati, vero? 

Lidia Guerrieri


CIELO DI LUCE E RONDINI

Cielo di luce e rondini ,  
nello spazio sui cerri mentre l'ora 
 
inclina nell' azzurro della sera;
 
la brezza trasparente che a Marina
 
faceva vele delle tende ai vetri
 
ed arrembava i travi irregolari.
E le rondini! Onde, alta marea
di rondinelle in festa.
Mi sfrecciavano a raso di finestra
sui fili della luce allora appesi
da casa a casa , e nel trillo vicino
si annegava il brusio dei passeggianti
di là dall'arco che scendeva al mare.
Le comari per strada,avanti gli usci
aperti alla frescura;
cerchi di sedie, pietre fresche d'acqua
e nonna mia col capo ciondoloni,
nel suo bianco letargo ; noi bimbetti
scalzi e vocianti intenti al nascondino.
Lassù, fra i tetti delle vecchie case
un gran fiume turchino in cui le stelle
si preparavano a salpare al largo.

Lidia Guerrieri



1 commento:

  1. Sì, Lidia mia, ci siamo stati e abbiamo vissuto la semplice felicità che descrivi. La magia era proprio in tutto quel mare in festa e tutta la freschezza, con la quale potevamo esserne protagonisti. Non solo bambini o adolescenti, figli di un tempo spensierato e libero, che oggi non viene dato in dote a nessuno.
    "Lassù, fra i tetti delle vecchie case
    un gran fiume turchino in cui le stelle
    si preparavano a salpare al largo".
    Come commentare versi simili? Li leggo estasiata e penso, una volta di più, che le tue chiuse sono liriche in se stesse. Grazie di questo immenso tributo e un abbraccio.
    Maria Rizzi

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