Marco Dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
SCHIAVITU'
D'ESTATE
Lupi d'aie furiano
volteggi d'api ronzìe
t'intingi cavicchio
di solchi ribelle
sfreccìo di volto
aedo dantesco
t'arsuri crocicchio
arnia d'effluvio
che srotoli gemme
sgocci in amore sfiguri
...di
vertiginoso svenire ritrovo spettrale
sormonta
azzurri immagini che dettagliano...
millenni...
fremi... abbagli... laceri...
Sole germoglio t'incalzi
schiavo d'estate t'incanti
destino beffardo t'infrangi
...deteriorano
tavole nei recinti sacri
maschi
e femmine adorati da Nanna-Sin...
e Terra madre
sentiero di esseri vivi per morti
t'intarsi
Marco
dei Ferrari
La calura soffocante, l'impietosa pandemica indifferenza, gli umani stolti in recinti raggruppati, una sorte in discesa, come la dantesca selva oscura. Come sempre Marco dei Ferrari racchiude in un pugno sensazione e disperazione del momento, rendendolo terribilmente eterno, senza via di scampo
RispondiEliminaDa rileggere e riflettere per estendere la nostra meschina visione della miseria attuale
Bravissimo
Isabella Conte