sabato 8 giugno 2013

ROBERTO MESTRONE SU IL COMMENTO AD "ANIME GRAFFIATE" DI N. PARDINI




ANIME GRAFFIATE
di Maria Rizzi
(Leggendo il commento di Nazario Pardini)

Roberto Mestrone 

Nazario – in Anime graffiate - ha saputo cogliere sapientemente una peculiarità di Maria Rizzi che viene prepotentemente alla luce nel percorso narrativo del romanzo: saper analizzare con pudore e raccontare con dolcezza le miserie umane dei personaggi.
Il rapporto padre-figli, qui mediato da un valente ispettore di polizia a contatto con giovani donne vittime della prostituzione, viene trattato apparentemente con crudezza, ma filtrato dalle emozioni del cuore: l'autrice non viene a patti con delitti, vizi o perversioni né con facili e bigotti moralismi ma scava, oltre il muro delle incomprensioni, un morbido baratro, confine tra il Bene e il Male, nel quale ogni personaggio sembra aver gettato la propria anima: le giovani vittime prostituendosi, pur forzatamente - e quindi meritevoli del perdono - e l'ispettore Segni, incatenato agli ingranaggi di una dura professione che lo ha costretto a perdere affetti familiari e spensieratezza, abbandonandolo al rimorso.
L'autrice ci narra queste storie di emarginazione ed alienazione con affabile naturalezza ed incontaminato senso del reale.
Le umiliazioni e le atrocità che la vita ci riserva e che ci costringono all'angolo dello sconfitto vengono qui trattate con raffinatezza: i dialoghi vestono spesso i panni del lirismo poetico, le sfaccettature del vizio e del malcostume rimangono coperti da un velo di sovrumana comprensione, il dolore interiore che  spinge alla disperazione viene placato, in maniera spesso subliminale, dalla speranza di un mondo migliore.
Maria Rizzi, con quest'opera, ci mette a nudo gli emblematici volti delle debolezze e delle efferatezze umane; ce le presenta come fossero dei nei maligni adagiati sul ventre del nostro tempo. Ma non le estirpa quelle escrescenze malvagie, sa che fanno parte di un corpo multiforme: la Società coi pregi e i difetti che da sempre accompagnano il suo evolversi.
E il racconto scorre lucido, avvincente... e rivelatore, anche se in uno degli ultimi capoversi si legge:        “E tutti escono da questa storia con troppe cose da non poter confessare. Come nella la vita, d'altronde. Con le anime graffiate e qualche sogno in più”.
Ma noi ci siamo immersi in questa storia, abbiamo compreso il tuo messaggio e ne abbiamo tratto giovamento.
Come percorrere una strada buia, mano nella mano per non perdersi e non angosciarsi.
Grazie Maria!

 Roberto Mestrone



2 commenti:

  1. Carissimo Roberto,
    mio primo premio "nicola Rizzi" nel 2008 e mio insostituibile Presidente. Ti ho letto e posso garantirti che hai ascoltato i fruscii della mia anima e sei andato molto oltre.
    I libri divengono abiti per coloro che li 'indossano'... e ognuno riesce a cogliere sfumature, luci, ombre, che sono sconosciuti anche agli autori.
    Tu mi hai visto acrobata sul filo di rasoio che divide il Bene dal Male e hai colto l'ennesima verità, che mi ha procurato profonda emozione.
    Credo stiate sopravvalutando il testo di un'esordiente. Mi sembra di vivere un sogno.
    Un sogno che in questo momento ha il tuo volto, la tua voce, la tua ... Anima!
    Ti stringo forte forte! Maria Rizzi

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  2. Mi piace questo commento di Roberto a quanto scritto da Nazario su "Anime graffiate". Mi piace perché aggiunge dell'altro (il che dimostra il valore del romanzo): quel non venire a patti dell'autrice né con i vizi né con i moralismi, quell'equilibrio dimostrato nel mantenersi in bilico sul labile confine tra il bene e il male per descrivere tutto vestendolo di sano realismo.
    Esprimo pertanto a Roberto i miei più sinceri complimenti per questa sua acuta e felice intuizione.

    Sandro Angelucci

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