lunedì 9 settembre 2013

N. DI S. BUSA': UN GIUDIZIO SU "IL SOGNO" DI N: PARDINI

Un giudizio critico sul testo A colloquio col padre: iI sogno

a cura di Ninnj D Stefano Busà

Quasi un poemetto, per lunghezza e intensità espressive, un canto suggestivo e trepidante quello che ci porge Nazario Pardini evocando alla memoria il padre, (scomparso) che si rimodula al ricordo con un frammisto d’immagini che ne svegliano la magia e la dolcezza di un sogno:

Che lucore!
Era simile il cielo a quei mattini
in cui andavamo ad erpicare
il profumo di terra. Era mio padre.”

Un amarcord fortissimo per intensità e pathos. Guizzi giovanili ritornano alla mente quasi ad invadere gli spazi sottostanti del pensiero e della fantasia con un intenso e persistente aroma di terra, di pane fritto, di sentori erbali, di aromi estivi.
Vi è l’anima che riposa in quegli anfratti perduti del sogno giovanile a rinnovare ipotesi di esistenza “oltre” vi sono sprazzi di luce, d’intuizione fortissima, quasi palpabile in atmosfere e momenti indelebili che affollano e sovrastano - l’altra dimensione - quella “onirica” in cui tutto è ovattato e, combaciano alla perfezione la vita e la morte.
L’afflato è fortissimo, quasi “si apre un cielo di luce biancicante” un processo che si aggiudica lo stupore del primo mattino, in una fittissima rete di minuzie, di dettagli, di “fulvi girasoli” che solo le anime consanguinee conoscono. Ecco, vorrei soffermarmi su questo legame di sangue che costituisce il punto fermo di Pardini, un atteggiamento che la poesia risuscita nel suo farsi più umana ed efficace l’assonanza tra sangue e carne, tra realtà e sogno. Vi sono elegie semantiche che non passano inosservate, vi è la visione nostalgica di una vita in transito, ma non perduta del tutto.
In questo dialogo col padre, Pardini mostra tutta la sua umanità con la gioia del “fanciullino” di pascoliana memoria. Una poesia bellissima, struggente che andrebbe portata nelle scuole e studiata come si conviene ai testi del Pascoli o di altri autori del passato.


                                             Ninnj Di Stefano Busà           


3 commenti:

  1. Una critica che tutti vorrebbero avere...perché un giudizio di Ninnj Di Stefano Busà è inimitabile, conta molto in ogni curriculum che si rispetti: da notare la competenza del linguaggio e l'adattamento ad un linguismo non comune che spesso commuove.

    Alessandra Carresi

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  2. Luigi Baroncelli
    Che bella poesia! giustamente si avvale di un giudizio eccezionale. Auguri ad entrambi: all'autore del testo e a chi sa scriverne con un potere così alto da renderlo "perfetto" Proverò a leggere ancora il Vs. blog, prezioso, fintanto che riporta una critica così autorevole e gli articoli che leggo in questi ultimi tempi mi pare siano il meglio di quanto si trovi in circolazione.
    Grazie, Pardini

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  3. Elio Marino

    Si tratta di poesia di alto spessore e come tale, merita una critica all'altezza del suo valore semantico. La poesia di Pardini rientra in un filone classicheggiante che, nel mentre convoglia gli stilemi del passato, emette nuovi parametri sul piano della poesia moderna. Congratulazioni per il premio Pomezia e cordiali saluti.

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