giovedì 9 gennaio 2014

S. ANGELUCCI: "LA MORTE ETERNA"

 Sandro Angelucci

LA MORTE ETERNA         (Ispirata al Salmo 73)

   

Non c’è morte, Signore, nella vita:

è quello che m’insegni.

Ma non tutte le morti sono uguali:

c’è chi muore vivendo

e chi, con la vita, onora la morte

c’è chi muore per sempre

e chi, per sempre, non muore

c’è una morte che fa male

e una morte indolore.


E poi c’è il denaro, l’odio, il potere

e un rumore infernale

che sovrasta i silenzi

con cui seminasti l’alba nei cieli.

Ci sono ragioni

che hanno la meglio sulla ragione,

milioni di dollari

che tolgono il pane

e fanno mangiare chi non ha fame.


Ci sono i mercanti, c’è ancora Caino

c’è di nuovo chi scaglia

la pietra sul volto della Tua Maddalena.

C’è il paradosso purtroppo, Signore,

di chi suo malgrado invidia quel fango.

Ma c’è anche un respiro: lungo, profondo

una pace che sale

una morte che nasce e sconfigge la morte

di chi muore in eterno.


Sandro Angelucci 



Segue testo integrale del Salmo n° 73



           SALMO 73  (di Asaf)

Prosperità effimera dei malvagi

        

          Certo, Dio è buono verso

          Israele,

verso quelli che son puri di cuore.

2 Ma quasi inciamparono i miei piedi;

poco mancò che i miei passi non scivolassero

3 Poiché invidiavo i prepotenti,

vedendo la prosperità dei malvagi.

4 Poiché per loro non vi son dolori,

il loro corpo è sano e ben nutrito.

5 Non sono tribolati come gli altri mortali,

né sono colpiti come gli altri uomini.

6 Perciò la superbia li adorna come una collana,

la violenza li avvolge come un manto.

7 Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso;

dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri.

8 Sbeffeggiano e malvagiamente progettano d’opprimere;

parlano dall’alto in basso con arroganza.

9 Alzano la loro bocca fino al cielo,

e la loro lingua percorre la terra.

10 Perciò il popolo si volge dalla loro parte,

beve abbondantemente alla loro sorgente,

11 e dice: “Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa,

che vi sia conoscenza nell’Altissimo?”

12 Ecco, costoro sono empi:

eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze.

13 Invano dunque ho purificato il mio cuore

e ho lavato le mie mani nell’innocenza!

14 Poiché son colpito ogni giorno

e il mio tormento si rinnova ogni mattina.

15 Se avessi detto: “Parlerò come loro”,

ecco avrei tradito la stirpe dei tuoi figli.

16 Ho voluto riflettere per comprendere questo,

ma la cosa mi è parsa molto ardua, 

17 finché non sono entrato nel santuario di Dio,

e non ho considerato la fine di costoro.

18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli,

tu li fai cadere in rovina.

19 Come sono distrutti in un momento,

portati via, consumati in circostanze orribili!

20 Come avviene d’un sogno quand’uno si sveglia,

così tu, Signore, quando li desterai, disprezzerai la loro vana apparenza.

21 Quando il mio cuore era amareggiato

e io mi sentivo trafitto internamente,

22 ero insensato e senza intelligenza;

io ero di fronte a te come una bestia.

23 Ma pure, io resto sempre con te;

tu m’hai preso per la mano destra;

24 mi guiderai con il tuo consiglio

e poi mi accoglierai nella gloria.

25 Chi ho io in cielo fuori di te?

E sulla terra non desidero che te.

26 La mia carne e il mio cuore possono venir meno,

ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno.

27 Poiché, ecco, quelli che s’allontanano da te periranno;

tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona.

28 Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio;

io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio,

per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.


           

2 commenti:

  1. Un salmo moderno, serio e asciutto (con un'unica, e bella, concessione al lirico: "... i silenzi / con cui seminasti l'alba nei cieli"), senza accompagnamento di salteri; antico nel tono -perspicuamente biblico-, attuale e urgente nelle tematiche; perfuso di un'ossimorica fede filosofica la quale induce il poeta a riflettere sul male e sulla morte con ricchezza di spunti, che si acquietano e si compongono negli ultimi versi: " ...una morte che nasce e sconfigge la morte / di chi muore in eterno." Ciò, tradotto nei termini di una metafisica cristiana, significa che la morte può far rinascere alla luce trionfante della vita eterna, ma può anche condannare alla perennità di una pena (che è poi la vera morte). L'altra evidenza del componimento è lo spirito di preghiera che pervade lessico e versi e che si esprime in forma franca e colloquiale di grande intensità e nettezza verbale.
    Pasquale Balestriere


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    1. Sentitamente ringrazio Pasquale Balestriere per le sue acute considerazioni sul mio testo ispirato al salmo 73. Particolarmente gradite le riflessioni di natura filosofica nonché quelle più propriamente spirituali che esplicano correttamente il mio pensiero sul significato della "morte eterna".
      Grazie davvero, e un cordiale augurio di serenità per il 2014,

      Sandro Angelucci

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