mercoledì 2 luglio 2014

M. GRAZIA FERRARIS: "RICORDO DI M. LUISA SPAZIANI"


Maria Grazia Ferraris collaboratrice di Lèucade

Ricordo di Maria Luisa Spaziani –



Maria Luisa Spaziani

È morta, novantenne, la poetessa Maria Luisa Spaziani.
Ne parlano i giornali, le riviste di cultura. Ne ripercorrono l’itinerario di scrittura: una sessantenne dedicazione alla poesia. 
 Inevitabile anche il ricordo di Montale, che la cantò col nome di Volpe…
("Se t' hanno assomigliato / alla volpe sarà per la falcata / prodigiosa, pel volo del tuo passo... /
 per l'astuzia dei tuoi pronti stupori...".)  il cui ricordo continuerà ad essere in lei vivo e presente nel tempo:
(Epigrafe per Montale- Viandante illuminato fra tante ombre marcia,/ solo hai perso, morendo, la tua mortalità).
Io preferirei ricordarla con una delle sue prime liriche, giovanili, pubblicata nella prima raccolta edita da Mondadori  Le acque del Sabato-1954.- le prime dubbiose poesie, eppur interessanti, che già includono una dichiarazione di poetica (voci…musica… …verso, da  ricomporre in parole poetiche da immolare “sopra uno stelo eterno”)-

Sere di inverno

Sere di inverno al mio paese antico,
dove piomba il falchetto dentro i pozzi
d'aria, tra l'uno e l'altro campanile.
Sere rapite a un'onda di sambuchi
invisibili, ai vetri dei muretti
d'ultimo sole accesi, dove indugia
non so che gusto d'embrici e di neve.
Vorrei cogliervi tutte, o mie nel tempo
ebbre, sfogliate voci lungo l'arida
corona dell'inverno,
e ricomporvi in musica, parole
sopra uno stelo eterno.

In questa prima raccolta, Le acque del Sabato la giovane poetessa  rievoca  paesaggi e situazioni reali, concrete, momenti quotidiani fatti di ricordi, di sensazioni  da lei rivissuti in chiave lirica, momenti che talvolta vengono trasfigurati dalla riflessione poetica: il suo paese della campagna astigiana nella  dimensione del ricordo e della memoria, una contemplazione che  tende a creare intorno un’atmosfera di solitudine, determinando il motivo principale dei toni malinconici della prima  raccolta, la quale, costruita all'insegna dell'elemento naturale, sembra ripercorrere le stagioni, dall'autunno, all'inverno, alla primavera per giungere infine all'estate.
Queste ultime poesie diventano simbolo di un percorso di vita, portano con sé un bagaglio espressivo nel quale  si sente la sua formazione, l’eco delle sue letture e delle sue frequentazioni letterarie: Proust, la realtà ricordata  che affiora dalla memoria involontaria, tema della sua tesi di laurea,  le letture di Vasco Pratolini, Sandro Penna, Vincenzo Ciaffi, collaboratori de <Il dado>, la rivista da lei fondata a soli diciannove anni, Leonardo Sinisgalli, presenza importante nella sua formazione letteraria, ed Ezra Pound.

Ora scende il grigiore in mezzo ai vicoli
che un liuto strazia e allarga oltre l'umano
mio tempo, arido ai ricordi.
…..i nostri passi, i nostri lunghi indugi
sugli eroi dell'Iliade.

Emozioni quotidiane che vengono espresse tramite un linguaggio lirico, ricercato, ma senza scivolare nell'incomprensibilità o nella parola ermetica e impenetrabile. La parola si fa via via esatta e incisiva, creata apposta per cristallizzare istanti di vita vissuti ma sfuggenti: la cultura si sposa con la natura.  È già chiaro il tema della centralità della parola, strumento di verità.
La poesia è fatta di parole, ma esse non sono sterili, sono animate dal sentimento che le rende cariche di significati altri.
La poesia della Spaziani è colma di ricordi, ella stessa afferma che “noi siamo fatti di tempo e siamo fatti soprattutto di tempo passato, perché il tempo passato è tutto concentrato nella memoria, ma non soltanto per gli avvenimenti, come pensano le persone per lo più, anche come sensazioni. La foglia cade, noi vediamo e diciamo: 'Ah, il poeta ha visto una foglia che cade e ha scritto una poesia sulla foglia che cade'. Quella foglia non è altro che la stratificazione di tutte le foglie che abbiamo visto, da quando eravamo bambini.”
Rispetto a Le acque del Sabato, Utilità della memoria, la raccolta che seguirà, che esce nel 1966, segna uno sperimentalismo stilistico-formale molto vivace.
La poetessa è tesa verso una ricerca continua di nuove forme espressive.

…la parola, la figlia notarile
di cento dizionari, la farina
vergine d'acqua e lievito, lontana
dal farsi pane...

…Scrivere, scrivere, mentre il mondo impazza,
scariche di tritolo, fratelli che si ammazzano.
Povera e nuda vai, parola mia,
fiato nell'uragano.
Ma parole ci furono, al mondo,
più forti e vittoriose di ogni strage.

Ed esplicitamente e consapevolmente: “ Trovo le poesie dell'anno scorso e le riprendo qui, prendo la spola e ricomincio a tessere il tappeto sul telaio che è fermo da mesi. Non c'è traccia di polvere o ruggine, si conferma essenziale il discorso. Ciò che l' altr'anno era puro grano, ora sarà farina” 
(I fasti dell'ortica). Ed ancora:

mia parola relitto/ di un cutter naufragato
vela che stracciò il vento/ anelito vietato
mio flauto mia vocale/ di neve e di natale
piuma che l'aria esprime/ dal vortice abissale
bioccolo sfilacciato/ dell'alto vello d'oro
palafitta baluardo/ contro il nefasto toro…( Utilità della memoria)

Si avvia così la ricerca poetica della poetessa che avrà altri spazi da percorrere e saranno le raccolte i cui titoli sono immagini o metafore di  poesia: Transito con catene(1977), Geometria del disordine (1981), La stella del libero arbitrio (1986) e I fasti dell'ortica (1996)….

Se uso la parola è per pregarti
di ascoltare il mio fondo silenzio.
Non c'è ancora un linguaggio ( o s'è dimenticato)
per tradurre ciò che a te ho da dire.(La scelta del libero arbitrio)

 Va segnalato a parte Giovanna d'Arco (1990), originale racconto in versi dedicato alla popolare eroina francese. ("M' innamorai di Giovanna d' Arco quando avevo 12 anni" e "ogni malafede in poesia si paga" )
Dall'insegnamento di letteratura francese presso l'università di Messina, infatti  la scrittrice ha tratto saggi e antologie, tra cui Ronsard fra gli astri della Pléiade (1972), i tre volumi dedicati al teatro francese fra il Sette e il Novecento (1974-1976), Racine (1986) e Vedova di Goldoni (1996). Ed  al suo attivo anche numerose traduzioni, in particolare di testi di M. Yourcenar.
L’ironia, grande salvezza dell’umanità pensierosa,  non l’ha mai abbandonata.

Io e la mia morte parliamo da vecchie amiche
perchè dalla nascita l'ho avuta vicina.
Siamo state compagne di giochi e di letture
e abbiamo accarezzato gli stessi uomini.
Come un'aquila ebbra dall'alto dei cieli,
solo lei mi svelava misure umane. (Testamento)

                                        
                                  Maria Grazia Ferraris

1 commento:

  1. Ho avuto l'onore e il piacere di averla conosciuta di presenza nell'ottanta nella mia Caltagirone per un incontro culturale con gli studenti del Liceo Classico dove mi ha posto la sua dedica (gelosamente conservata) sul suo libro POESIE edito dalla Mondadori nella collana Tascabili con la prefazione di Luigi Baldacci e la sua effige in copertina quale bozzetto di Pablo Picasso. Credo che alla Spaziani spetti un capitolo a parte della
    poesia italiana femminile la cui bravura è inconfutabile specie ne L'Occhio del ciclone e Transito con catene. Nel suo ultimo -La luna è già alta- (sempre della Mondadori ) rispecchia tutta la liricità acquisita in chiave, se così si può dire, moderna. Grazie per averLa rivisitata PasqualinoCinnirella

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