giovedì 1 giugno 2017

N. PARDINI: LETTURA DI "ANIME AL BIVIO" DI IMPERIA TOGNACCI

Imperia Tognacci: Anime al bivio. Edizioni Giuseppe Laterza. Bari. 2017. Pgg. 256. € 20,00



Imperia Tognacci si presenta sulla scena letteraria con un romanzo di grande attualità, e di scavo psicologico. Editato per i caratteri di Giuseppe Laterza, Bari, nell’aprile di quest’anno, il libro di ben 256 pagine, ci narra la storia ecclesiastica di Annunziata, fattasi suora “per santificare la propria vita  al Signore.”, come scrive il prefatore.  Anche di un amore altro antecedente, di una famiglia, di uno spostamento di residenza. Della morte del capofamiglia, dei disagi materiali e spirituali. Ma l’attenzione è rivolta al personaggio principale, ai suoi conflitti interiori fra terrenità e spiritualità in un mondo, che, con i suoi messaggi temporali, fa di tutto per contaminarla. Quello che al fine vince e domina la scena è la dignità incorruttibile di Annunziata, il suo eroismo, il suo comportamento ineccepibile, la sua moralità che ancor di più risalta di fronte ad una società corrotta  e in continua mutazione come la nostra. Con la Tognacci si respira aria di poesia, vento di fragranze pascoliane; ogni ramo, ogni orizzonte, ogni nube, ogni fiore, ogni giardino emana profumo di larga liricità. L’attaccamento alla propria terra, alle radici che ci dettero vita e che da sempre costituiranno l’impalcatura del nostro essere, qui, si fa melodia sotterranea quasi sottofondo pucciniano  nel diluirsi dell’opera. Non è di certo improprio parlare di prosa poetica in certi momenti della narrazione; in quelli in cui la scrittrice tocca i tasti che più si avvicinano al suo mondo; al suo esistere di donna cosciente della precarietà della vita, ma anche della preziosità del dono ricevuto. E la campagna che la circonda,  con tutte le sue sfolgoranti e simboliche intrusioni, si fa oggettivazione degli stati d’animo della Tognacci. D’altronde la sua Poesia (che io ho avuto il piacere di leggere e commentare) è intrisa di autobiografismo; di emozioni che trovano posto in un lirismo piacevole e coinvolgente: panismo simbolico,  ritorni memoriali, abbandoni esistenziali, sperdimenti leopardiani. Tante caratteristiche emotivo-narative, formali, e ontologiche, che ci riportano allo stile sciolto, fresco, alla cordialità espositiva, alla nitidezza descrittiva, alla musicalità di stupore del bambino delle Myricase e dei Canti di Castelvecchio, in una storia che abbraccia e convince. Sì una prosa apodittica, conclusiva, estremamente musicale,  che mira a tratteggiare la parte più segreta dei personaggi, con l’aiuto, anche, degli ambienti che li circondano. Tutto si compatta e si amalgama in una unicità stilistica fuori da ogni epigonismo; in un ensemble che riguarda  il copyright della scrittrice. Ed è naturale che la poetica della Nostra, intrisa di vita, di mistero, di forza evocativa, di humanitas, abbia notevole influenza sul suo percorso narrativo:
“La giornata era trascorsa. Il sole finiva il suo pellegrinare dietro i colli che abbracciano Quarona. Giacomo si era affacciato alla finestra del suo studio nella villetta di sua proprietà che volgeva verso i colli…”. Così inizia il romanzo che già ci mette in contatto col tipo di scrittura paratattico, sbrigativo, conciso; periodi brevi e arrivanti. Ma è quello che richiede la poesia se ben riflettiamo: l’essenza, la concisione, l’essenzialità. E la natura fin dagli inizi si fa spazio fra un turbinio di emozioni, di momenti contemplativi e meditativi: il pellegrinare del sole, l’abbraccio dei colli, l’apertura verso la luce, verso l’orizzonte, verso slarghi umanamente ultra. Tocchi di sinestetici allunghi, di iperbolici voli, di movimenti verbali che tanto la Nostra usa in poesia. Direi che l’arte di Orfeo si sia impossessata anima e corpo dell’anima di Imperia, dove la memoria occupa un ruolo determinante, reattivo ad un oblio che tenta, con la sua potenza fagocitante, di resettare il suo sacro patrimonio vicissitudinale; riportarlo a galla, aggrapparsi alle sue sfuocate immagini, significa tenerlo in vita: “… Cercava qualcosa, ma non sapeva cosa fosse quel qualcosa che le sfuggiva. Sentiva la necessità di trovare altro al di là della concretezza delle cose: aveva sete d’assoluto. Com’era lontano quel periodo spensierato quando Tina le bendava gli occhi…”.
 E la trama si fa psicologicamente nostra, dacché è naturale per l’uomo sentirsi a disagio di fronte alle ristrettezze della quotidianità. Come è naturale provare il bisogno di allungare lo sguardo oltre gli orizzonti che limitano il nostro soggiorno. Un odissaico, odeporico, innato stimolo ad agguantare quella parte del mondo e di noi che ci è nascosta e che ci inquieta con  la sua indecifrabilità.
Direi che questo nuovo romanzo comprende tutti quelli che sono gli input ispirativi di Imperia Tognacci: Anime al bivio, fra temporalità e spiritualità; fra amore laico e amore profano; fra libertà e condizionamento; fra eticità e corruzione: temi storici, di filosofica annosità, che la Nostra riporta alla luce con uno splendido tocco di modernità consegnandolo ad una scrittura fluente e morbida; in sospensione fra cielo e terra. Ad una conclusione di effetto scenico liberatorio: <<… La suora cuciniera… aveva capito le sue intenzioni e condivideva la sua decisione “Suor Annunziata fai bene ad andartene”,  “… Era il giorno di S. Anna, mentre ancora tutti dormivano, lasciò, silenziosamente, di mattina presto la grande casa ancora addormentata passando per un’uscita di servizio. Nessuno se ne accorse. La porta del convento si chiuse per sempre dietro di lei”.>>.  Una monaca di Monza mancata, o, se si vuole, coraggiosa nelle sue decisioni.

Nazario Pardini


1 commento:

  1. Carissimo Nazario,
    grazie infinite per la tua bellissima recensione. Hai saputo cogliere in maniera profonda il nucleo intorno al quale si snoda il mio scrivere.Hai compreso a pieno le radici della mia poesia che sprofondano nella mia terra di Romagna, e nella ricercadi qualcosa che va oltre il visibile. Sono particolarmente lieta di avvertire la tua immedesimazione nella trama del romanzo, e di avere evidenziato come il mio amore per la poesia traspare anche dal mio scrivere in prosa. Mi è piaciuta tanto la tua recensione che la invierò anche al mio editore.
    Cari saluti
    Imperia

    RispondiElimina