sabato 3 marzo 2018

CARLA BARONI LEGGE: "AGGRAPPATI STIAMO" DI C. GAMBERONI



Carla Baroni,
collaboratrice di Lèucade

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Forse chi leggerà questo libro di Claudio Gamberoni Aggrappati stiamo (Kolibris Edizioni, Ferrara 2017), non conoscendo la vicenda personale dell'autore, non saprà cogliere completamente l'intima essenza della silloge che è semplicemente un continuo inno alla vita. Già il titolo è emblematico: a che cosa stiamo aggrappati se non a questa nostra esistenza fatta di alti e bassi, di gioia e di dolori, di vittorie e di sconfitte senza soluzione di continuità? Certo c'è l'amarezza per il tempo che scorre troppo in fretta, che non lascia tregua e spesso non consente che vengano esauditi i propri desideri. Ed è appunto questa continua constatazione, questa spada di Damocle che pende sopra di noi a farci apprezzare quell'ansimo che pare la vita:

ti ha, il tempo modellato addosso gli anni,
come un'antica statua tu pensavi
scolpita quell'estate nel tuo corpo;
invece sei polvere, come scritto,
e il vento via ti soffia
sperdendoti nel tempo.

Oppure in un altro testo:

E il tempo così passa
anche se non vorremmo:
segue il domani all'oggi
ma solo l'oggi resta
con la memoria di ieri
ch'è soltanto memoria
di un ieri che non torna.

Il tempo scorre, Moloch gigantesco che tutto inghiotte, facendo sì che di noi rimangano tracce assai labili nel ricordo e nella memoria di qualcuno mentre ci attanaglia sempre il desiderio di sopravvivere al di là della nostra vita terrena:

Vestito d'ombra vivo la mia vita
nascosto nella luce
e guardo il tempo giocare sul corpo
che si sgretola a poco a poco e il vento
trascina in questo mare
dove le onde mi alzano e mi abbassano
con l'anima che non vuole annegare.

Molti i testi brevi quasi epigrammatici ma dal senso preciso senza velature, quasi sciabolate di un io esuberante, che malgrado le traversie e la lucidità pessimistica del destino di quasi tutti i poeti, non si arrende affidandosi talvolta all'illuminazione del sogno:

Quest'uva che raccolgo,
quando la foglia arrossa,
ha il sapore della terra
della fatica di anni
del sangue sudato
della voce che non muore
e sopravvive al tempo,
al gioco della vita
che vive nel brindisi
che ogni anno si ripete.

Una prosodia piuttosto ritmata si alterna a forme più prosastiche a dare vita, con pari suggestioni, a questo “canto dell'anima” dove l'antico si coniuga al moderno. Poesia, direi, in un certo senso neoclassica perché, giustamente, non dimentica l'humus dove affondano le sue radici.
                                     
Carla Baroni

4 commenti:

  1. Ringrazio la poetessa Carla Baroni, autrice della recensione ad "Aggrappati stiamo", per avermi fatto approdare sull'isola di Leucade ... e il prof. N. Pardini, che tale approdo ha consentito.
    Claudio Gamberoni

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  2. Mi associo pienamente alla recensione di Carla Baroni. L'atmosfera che avvolge le poesie di Claudio Gamberoni non finisce mai di stupirmi; a volte è un canto lacerante, a volte dirompente, che ti costringe a pensare alla vita ed al tempo che non ti da tregua, ma è anche un atto di amore. "Aggrappati stiamo" è una raccolta di poesie da centellinare nei vari momenti della giornata, raccogliendo poi le sfumature interiori che provvede a lasciare.
    Daniela B

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  3. Ho avuto l'opportunità di sentire recitare le poesie di Claudio Gamberoni e da lì sono partita nella lettura del suo libro. Non mi sono mai avvicinata alla poesia che mi ha sempre intimorito. Grazie quindi alla recensione di Carla Baroni che mi ha aiutato a comprendere "i testi brevi quasi epigrammatici ma dal senso preciso senza velature" permettendomi una riflessione ulteriore e un approfondimento dell'emozione prodotta dalla più istintiva lettura delle poesie di Claudio.

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  4. Ringrazio Claudia e Daniela per il loro generoso commento..
    C. Gamberoni

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