venerdì 5 agosto 2022

RITA FULVIA FAZIO: "VERSO LA LUCE" SILLOGE INEDITA

Dall'esordio del testo poetico Metamorfosi e Sublimazioni (Guido Miano Editore - 2019) - di cui ci offre un'incisiva e obiettiva postfazione anche il nostro Francesco Basso , vice direttore artistico Eco Della Riviera Rivista Eventi di Sanremo-; la scrittrice Rita Fulvia Fazio pubblica successivamente il romanzo Echi di luce (Fondazione Mario Luzi - 2019); e poesie e critiche letterarie su Blog e Antologie letterarie regalandoci poi quest'ultima opera, fresca di stampa, Verso la luce (the Writer) - UNICUM Collezione poesia-.Una silloge di 10 poesie nata per caso. Un manoscritto. Un taccuino donato al professore Nazario Pardini per il suo compleanno. E il Poeta, critico letterario, blogger di Alla volta di Leucade,  di cui ella è collaboratrice, libera la sua entusiastica magnanimità e, nottetempo, redige la prefazione e gliela dona scrivendo: puoi pubblicare Verso la luce.Titolo e note della prefazione assai centrate. Alcune: "Tante occasioni meditative, in cui la poetessa mischia la sua anima e dove i vari momenti si assembrano per dare note di grande levatura euritmica."..." Una filosofia semplice ma umana, complessa, se si vuole, ma sincera schietta che rende l'autrice spontanea e diretta nel suo dire, che spesso si avvale della natura per reificarsi, per costruire il suo messaggio non solo umano."Il tutto -dice la poetessa Fulvia - mi rammenta il trattato di Friedrich Schiller "Sulla poesia ingenua (Natura) e sentimentale (Cultura)" - Storia della filosofia (Natura-Cultura-Ideale) e Critica della Cultura.-Riflessione che rimanda all'affermazione del grande drammaturgo, filosofo, poeta: <I poeti moderni dovranno riportare la poesia alla naturalezza spontanea tramite il sentimento conseguendo un'armonica sintesi nell'"idillio sentimentale">.

Ma anche il "vecchio saggio" avvalora il mio sentimento e la mia visione poetica nella grazia e bellezza della compiuta umanità -quarta di copertina -:《Diceva il vecchio saggio di una favola antica: sapienza, destino, fortuna, virtù:              "Questo è l'uomo." Destino e fortuna gli sono imposti dal cielo e limitano le sue ambizioni e condizionano la sua vita. Coltivando sapienza e virtù, l'uomo contiene queste forze e, a dispetto del cielo, trova la sua dignità e afferma la sua grandezza.》
Un cammino che procede come descritto dall'ispirato antico disegno tecnico che ho scelto per la copertina: un geroglifico che definisce la superficie dell'acqua.Idealmente, il disegno, mi rappresenta: da sotto l'acqua, per far respirare la mia anima, fuoriesco e vado Verso la luce, ripercorrendolo al contrario.
Rita Fulvia Fazio

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Fulvia Rita Fazio. Verso la luce. Silloge inedita.

Iniziare da questa poesia incipitaria significa andare da subito a fondo nel mare magnum 

della poetica di Fulvia Fazio, dove si incontrano i vari momenti del suo pensiero, della sua 

anima poetica:

Luce spirituale.

Voglio essere nel tuo cuore.

Voglio essere nel cuore dell'Amore.

Voglio essere Amore.

Voglio Amare nella luce del Signore.

Amore, Amore,

non esiste il cielo?

Ora tutto è pensiero.

Ma, Signore,

questo azzurro è nel cielo

questo azzurro è sincero.

Fa che un barlume rifulga d'Amore.

<Alessandro Manzoni da "I Promessi Sposi":

non c'è mai anima in cui non rifulga

un qualche barlume di Dio, una qualche

luce spirituale.>>

Eros e thanatos, spiritualità, cuore, amore, barlume di Dio, luce. Tante occasioni 

meditative, in cui la poetessa mischia la sua anima e dove i vari momenti si assembrano 

per dare note di grande levatura euritmica. 

Dieci poesie da prefare, da introdurre: poesie intense, scritte da una poetessa versatile, 

eclettica, innamorata dell’arte poetica, della funzione artistica della parola. E la Nostra lo 

sa e lo conosce il valore del verbo, l’importanza della sua nomenclatura, tanto che lo 

cura, lo rielabora, lo medita per tradurlo con grande partecipazione. Il contenuto scorre 

fluente e emotivamente suasivo, la parola è asciutta e veloce in questo insieme di 

subbugli emotivi. Fulvia ama la parola, la contorna, la raffina, la reifica in visioni concrete 

e visive. Il suo tatto e il suo stile sono efficaci, tanto che il verbo si allunga o si scorcia per 

seguire le ondulazioni dell’anima, per concretizzare in campi semantici un animo tutto 

preso dall’amore del canto. Giusta parola in giusto verso. Ibi omnia sunt: l’amore per la 

vita, l’inquietudine del fatto di esistere, la coscienza della precarietà del vivere, l’onirico, il 

memoriale, e soprattutto il sintagma, lo stilema, che fanno della scrittrice una vera 

cesellatrice. Dieci composizioni che ci aprono il mondo della Nostra, il suo modo di 

vedere, di intendere, di vivere in questo tempo tanto turbolento e buio. Dalla sua scrittura 

emerge una filosofia positiva sull’insieme dei contatti umani. E’ fiduciosa la Nostra, anche 

se in qualche momento del suo percorso viene fuori una certa malinconia che non 

guasta il contenuto, anzi gli dà quella carica umana da renderlo più vicino al nostro modo 

di vedere e di intendere. Insomma Fulvia immette nel suo canto tutti quegli input emotivi 

che sono il sale e il pepe della poesia. Un dire vicino al vivere di ogni giorno, all’amore che 

ci lega a questo segmento esistenziale. D’altronde la vita è una e la Nostra lo fa capire in 

queste sue composizioni che sprigionano un alto sentimento di elaborazione umana e 

sovrumana, una grande escatologica sensazione di effetto vicissitudinale che le rende 

vere e concrete. Amare è il dono più grande che il Creatore ci abbia fatto, e Fulvia ne è 

cosciente, tanto che il suo dettato poetico lo sprizza da ogni poro.

Amore per la vita, gli umani, il mondo, la natura, gli esseri, insomma per tutto ciò che la 

vita stessa ci propone in questo breve tratto prestatoci dalla morte. Una filosofia semplice 

ma umana, complessa, se si vuole, ma sincera schietta, che rende l’autrice spontanea e 

diretta nel suo dire, che spesso si avvale della natura per reificarsi, per costruire il suo 

messaggio non solo umano. Silloge, quindi, intensa epigrammaticamente avvincente dove 

i raggi del sole penetrano la tenebra e danno luce al buio della notte:

Luce spirituale.

Voglio essere nel tuo cuore.

Voglio essere nel cuore dell'Amore.

Voglio essere Amore.

Voglio

<Alessandro Manzoni da I Promessi Sposi:

non c'è mai anima in cui non rifulga

un qualche barlume di Dio, una qualche

luce spirituale.

Nazario Pardini

2 commenti:

  1. Da questa prefazione dall’insieme delle poesie di questo e di altri libri si vede come la poetessa sia legata al romanticismo tedesco -o almeno ad un certo tipo di romanismo tedesco-.L’uomo è “coscienza infelice” ,la sua essenza è il dolore come sradicamento dalla natura .La sua maturazione è “l’anima bella” quando partecipa appieno alla natura e alla storia come momento dello spirito .Ma nelle sue poesie Rita Fulvia Fazio abbandona questa poetica immanentistica : il soggetto poetico è sempre teso verso una dimensione trascendentale ed escatologica . Forse sono le contraddizioni tra queste sue dimensioni a dare forza alle sue poesie: un percorso poetico che nasce e matura liberandosi di queste contraddizioni e le trasforma in grande forza poetica
    Francesco Righi

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  2. La prefazione a "Verso la luce" e le molte altre poesie antecedenti a questa silloge, rivelano il grande amore di Rita Fulvia Fazio per il romanticismo tedesco ( o per una sua parte) e la grande influenza che ha avuto nella sua poesia. La sua è una poetica dell'immanenza , il dolore è la sofferenza della "coscienza infelice" che si sente distaccata , incapace di partecipare alla natura e al mondo esterno. Solo quando diventa "anima bella " è in grado di comprendere la bellezza divina del creato, perchè ne diventa parte come momento dello spirito assoluto.
    Ma la poetica di Fulvia Fazio è anche , nello stesso tempo,la poetica della trascendenza: tutte le sue poesie hanno questa dimensione , in sè contraddittoria. La ricerca di una natura" mitica " , l'ansia di immergersi in essa sensualmente, e contemporaneamente la tensione , l'ascesi "verso la luce", verso l'assoluto.
    Sono due posizioni logicamente incompatibili.
    Ma la poesia non segue la linea retta del pensiero. E' poesia perchè nasce dalle emozioni interiori , perche il poeta segue il proprio"sentire" perchè il bel verso si sviluppa dentro di noi e si risolve nella nostra chiarificazione. Ma questo nel caso del bel poetare, come nel caso della Fazio,.Questo, a mio avviso è l'ambito poetico in cui si sviluppa la sua opera poetica, come , del resto ha ben espresso nella sua prefazione a "verso la luce"
    Francesco Righi

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