mercoledì 9 luglio 2014

SANDRO ANGELUCCI SU "... E SON PESANTI L'ALI", DI F. MARCONI

Sandro Angelucci collaboratore di Lèucade

PER FULVIA MARCONI
  
La lirica di Fulvia Marconi si caratterizza per il deciso timbro musicale (essenzialmente basato sull’uso del settenario).
Ciò conferisce al testo un ritmo cadenzato che potrebbe - se frettolosamente recepito - dare l’impressione di una mancanza di acuti.
A ben guardare, però, e leggendo attentamente fino in fondo, non è così: l’impennata arriva - ed è risoluta, vibrante - proprio con la chiusa.
Il tramonto (visto anche e soprattutto in chiave metaforica) accoglie la richiesta della poetessa ma lascia inevasa - come è giusto che sia - la risposta.
Per traslato, dunque, il Sole muore (quasi ad uccidere la nostra speranza) ma poi rinasce (parlandoci d’amore, di vero amore)… Si può volare ma bisogna accettare che “son pesanti l’ali”.
                                                                                     Sandro Angelucci



… E SON PESANTI L’ALI











… E son pesanti l’ali
nel vuoto d’un sospiro,
in quel silenzio immoto,
di labbra ormai serrate.
E sono muti i baci
gettati tra i cespugli
in un tramonto rosso
sul fare della sera.








Svolazzano le foglie,
la veste è spiegazzata
e sfiorano i miei passi
dell’ombra… l’incertezza.










È bianca la mia pelle
ed orfani i capelli
delle carezze audaci
di dita vigorose.
Avanzo con fatica,
le fronde, mie compagne,
mi sfiorano le ciocche
con lievi adulazioni.
Ma lunga è ancor la strada
per ritrovar frementi
i baci abbandonati
nascosti tra i cespugli.









Forse il tramonto, un giorno,
saprà darmi risposta:
- Chi uccide, spara al cuore,
o parla sol d’amore? -

… E son pesanti l’ali!
















FULVIA MARCONI



5 commenti:

  1. Gentilissimo Prof. Angelucci,
    spesso nella vita ci si sente spossati e affranti dalle molteplici delusioni e affanni, proprio per questo sorge il desiderio di riposare un pochino le stanche ali.
    La voglia di vivere, però, ci regala sempre quella rinnovata energia per riprendere con maggiore forza il volo interrotto.
    L’inquietudine lacera il cuore ma la volontà è il balsamo di ogni ferita.
    Ringrazio sentitamente per le lusinghiere parole espresse in favore di questi modesti versi scritti in un particolare momento di stanchezza.
    Saluto con viva cordialità
    Fulvia Marconi

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    1. Ninnj Di Stefano Busà

      Stupenda definizione a partire dal titolo: E SON PESANTI L'ALI, ad indicare che malgrado poche pause, tentativi di recupero, lusinghiere riprese di coraggio, la strada della vita, il suo percorso accidentato permangono senza sbocchi, non troviamo il balsamo per le ferite, e le lacerazioni, le contraddizioni stridono. Non ci resta che la pesantezza del nostro fardello, l'incapacità di librarsi in atmosfere incontaminate dal dolore e dalla gravità di esseri terrestri...con il vigore delle nostre . Il tutto condito dal coraggio e dalla voglia di continuare che in questo testo sono resi al massimo della forza espressiva. Complimenti

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    2. Gentilissima,
      ringrazio per aver dato ascolto alla voce dell’anima che, come un gabbiano, a volte non riesce ad innalzarsi.
      La fiaccola della vita, però, resterà accesa, soprattutto se gentili parole l’alimenteranno con l’olio della condivisione e della solidarietà.
      Ringrazio con stima e saluto cordialmente

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  2. Ninnj Di Stefano Busà

    Chiedo scusa ai lettori. Leggere con il vigore delle nostre che è saltato.

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  3. Ninnj Di Stefano Busà

    il web non vuole accettare delle nostre -ali- ancora una volta lo salta.
    Chiedo scusa, ma fa le bizze

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