Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade |
La poetica di Patrizia Stefanelli, nella
sua sorprendente musicalità, potrebbe definirsi una forma di religione della
parola. Si tratta, infatti, di una forma di lirismo puro, così assoluto da
apparire perfino astratto. La sua astrazione, il modo uniforme, originale di
fare versi, trasformano in poesia ogni elemento, ogni sentimento, come se la
realtà cessasse di esistere e ne prendesse il posto una nebbia luminosa, un'ombra
dalla cadenza fascinosa:
“Abitami
come
fa la luce che gioca,
tra
le tende del sole
con
le foglie ad annuire alle persiane".
In lei si realizza
l'idea evolutiva della poesia, intesa come avventura, come intento di mettersi
ogni volta in gioco, appropriandosi di uno stile sempre in movimento, mai
raggiunto una volta per tutte. Patrizia è ispirata in ogni suo verso:
"Chiamami al sogno
Verdemare,
prendi la luna,
dalle gelsi in dono...",
ma possiede il dono di
una grande sapienza stilistica, che sa dosare con rara abilità. La lirica
"Sui cigli delle viole" si potrebbe definire anche un testo - donna,
ovvero concepito al femminile. La poetessa ha soffio d'amore, di un amore che
nulla concede al banale, al quotidiano, che è invito, calore, eros sublimato,
sogno, luce:
"Abitami i giorni a
venire,
quelli passati,
abitami il
dolore... "
Credo che la nostra
Autrice possa considerarsi una delle voci più rappresentative del nostro secolo,
atta a trascinarci, sulla cresta dei versi verso la poesia del futuro.
Maria Rizzi
Sui cigli delle viole
Abitami
come fa la luce che gioca,
tra le tende del sole
con le foglie ad annuire alle
persiane.
Abitami
Chiamami al sogno Verdemare,
prendi la luna, dalle gelsi in
dono
alzati fino a lei in dolce tuo inganno
fino a che gli occhi
cadano
sui cigli delle viole incustodite,
al prato,
al rosario di certe croci stanche.
Ecco…sarà
rossa, come me o bianca
se vorrai.
Abitami
nelle sere d’estate
e poi d’inverno, quando neve ghiaccia
e le ferite mordono.
Abitami i giorni a venire,
quelli passati,
abitami il dolore,
che d’Albatro ha il volo e non sa…
restare.
Patrizia Stefanelli
Sono emozionata, sorpresa del dono grande che torna ai miei pensieri. Ringrazio la scrittrice e poetessa Maria Rizzi per il suo ascolto, per tutto il sentire che ha dedicato a questi versi. Grazie per aver saputo raccogliere quella parte mistica e imperfetta che spesso mi accompagna; per aver posto l'attenzione su parole chiave, su quelle foglie ad annuire alle persiane, sulla luce dell'avventura che sempre mi porta una visione di quella che io non oso chiamare poesia.Grazie per la comprensione e per la critica letteraria di grande spessore e generosità frutto della sua sensibilità.Grazie anche al Prof. Pardini per l'attenzione che mi dedica e a tutti voi che leggete e scrivete in queste pagine di storia della poesia. Grazie, Maria!
RispondiEliminaTesoro! E' grande onore poter posare l'attenzione su versi dello spessore e dell'originalità dei tuoi. Ho abbandonato la vena poetica e, leggendo liriche come le tue, mi accorgo che ne avevo molti motivi.... Ti bacio ammirata!
RispondiEliminaMaria Rizzi
Immagini poetiche di fine delicatezza, specchio di altrettanto fini sentimenti che sussurrano e chiedono amore con grazia e garbo. Complimenti, Patrizia, e brava come sempre la nostra cara Maria.
RispondiEliminaAdriana Pedicini
Uno scorcio di vita, la nostra, si, perché ognuno ha una ferita da risanare un dolore che vivo resta a farci compagnia fra le persiane e le ombre rischiarano il giorno... a volte. Cara Patty grandezza d'animo, sensibilità colorata con colori dell'infinito. Grazie per aver toccato la mia vita. Una carezza, con affetto, Anna.
RispondiEliminaUna poesia molto femminile, questa di Patrizia Stefanelli, che con l'uso attento e delicato delle parole crea versi ricchi d'incanto. Una trama che si svela nall'ultima strofa con un messaggio ricco di voglia di vita, sempre. Marco G. Maggi
RispondiEliminaRingrazio tutti voi per i commenti postati. Vi torna la mia stima e il mio affetto, come ben sapete. Patrizia Stefanelli
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