Le 30 righe di prosa poetica a tema "Gli
Appennini" che hanno fatto vincere ad Alda Magnani il primo premio al concorso
“In ricordo di Dino
Campana”.
Un paese e un bosco del nostro Appennino
Spingo
lo sguardo oltre il sagrato della chiesa più antica di Tarsogno. Altro non vedo
attorno che monti e cielo, qualche piccola casa abbarbicata lungo le pendici, fra
vene nodose di radici, fitti rami di frassini e castagni. Abbandono la borgata
che si stende attorno all’unica strada che attraversa il paese. I viottoli in
salita che conducono al monte hanno riflessi di muschio e trasparenze di dolci
chiaroscuri. La campana diffonde i suoi rintocchi fra palpiti di cuori
innamorati di questa pace panica. Cerco fra i ricordi dei miei passati incontri
uno sguardo, un sorriso, un volto amico. Poi entro nel bosco e rispetto il
silenzio. Una rosa selvatica mi attira al limite incantato dove il sole gronda
più alto chiari silenzi. Le gente che emigrò lieve ritorna in sogno a questa
terra odorosa di muschio, funghi e di sambuco e ricorda i tanti cestini di
fragole e lamponi che raccolse in lontane stagioni.
Avanzo
furtiva, spezzo i fili dei ragni che marcano i confini, sigilli tesi in ore di
pazienza. Io, l’intrusa, salgo tra i primi alberi ancorati a pilastri e
fondamenta a fianco della strada, carico il piede che non fa rumore sul morbido
tappeto delle foglie, bisbiglio quieti passi nel silenzio. Spiccano alcuni
fusti, salgono in verticale, seguendo la linea della luce, altri piegano a
valle e fanno sforzo maggiore di radici. Cerco appoggio su un sasso imbottito
dei corti aghi del larice e con parole zingare racconto al bosco stesso il suo
disegno. Gli parlo del fuoco sulle pietre dove ardono pigne e rami secchi.
Imito il cinguettio di nidi in mezzo al verde fra stormire di fronde e frullio
d’ali. Penso all’agile corsa delle lepri, dei caprioli in fuga dai cinghiali,
alla vita nascosta che ferve tra i cespugli. Un gorgoglio lucente squarcia le
forre e svela una sorgente sperduta. Alto nel cielo vola roteando un falco
nell’aria tersa e spumeggianti nubi raccolgono profumi di ginepro. Ascolto il
silenzio del bosco e trovano risposta mille domande sotto questo cielo di pure
convergenze. Tutto parla di pace, anche se un vento calligrafico e bizzarro
spettina la montagna e scrive una storia millenaria di partenze e ritorni, di
speranze e di attese. Io unisco il mio respiro al palpito segreto della
montagna. Se più non tornerò, questi luoghi d’incanto vivranno per sempre nel
mio sguardo ferito dalla luce e io vivrò nell’orma impressa dal mio incedere
dentro il tenero cuore di questi boschi. Sotto il cielo turchino della sera,
ormai privo di luce, venato dalle scie dei colori del tramonto, ritorno sui
miei passi, rigenerata. Ragnatele di seta si faranno i
ricordi.
Alda Magnani
Prosa fascinosa. Poesia. Un andare col piede, con gli occhi e con l’anima…tra natura conosciuta che rivela nuova vita e nuove dimensioni di comunicazione, ricordi e significati,…Un andare in salita, in verticale, tra suoni conosciuti e silenzi immoti, incantati, monologando nella dimensione della luce, che svaria e i colori che si fondono e confondono.
RispondiEliminaCome mi ricorda una bella, strana, intrigante ed inquietante poesia della grande Antonia Pozzi!, che non ha saputo cogliere nella sua breve vita come l’autrice di questa splendida prosa poetica la dimensione della consolazione, il ritornare rigenerato, le ragnatele di seta che si faranno ricordi
Io fui nel giorno alto che vive
oltre gli abeti,
io camminai su campi e monti
di luce-
Traversai laghi morti- ed un segreto
canto mi sussurravano le onde
prigioniere-
passai su bianche rive, chiamando
a nome le genziane
sopite-
Io sognai nella neve di un’immensa
città di fiori
sepolta-
io fui sui monti
come un irto fiore-
e guardavo le rocce,
gli alti scogli
per i mari del vento-
e cantavo fra me di una remota
estate, che coi suoi amari
rododendri
m’avvampava nel sangue .(Nevai.1934, da Parole)
M Grazia Ferraris
Bellissima, ma della prosa lirica ha ben poco. Molto prosa, poco lirica.
RispondiEliminaGradirei che l'Anonimo mi desse una definizione di prosa liri o mi riportasse almeno qualche esempi di autori famosi. Intanto gli chiedo se conosce la produzione letteraria di Dino Campana.
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