sabato 28 aprile 2012

Notizie Letterarie

Il Brigante Repubblicano, usi, costumi e leggende di un Mezzogiorno d’Italia che non c’è più


Un giovane contadino, l’eredità dello zio prete, il padre mazziniano, l’arrivo di Garibaldi al suo paese, la lite con il barone del posto, lui che fugge sulle montagne, vecchi e nuovi briganti, le trame repubblicane di Mazzini, il viaggio verso la città assediata di Gaeta, l’amore per Mariastella, la banda del famoso capobrigante Carmine Crocco, le stragi e gli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni, la scoperta di un tesoro… Questo ed altro ancora nella ricostruzione storica del periodo immediatamente successivo all’incontro tra Garibaldi e il re Vittorio Emanuele di Savoia nei pressi di Teano.
Che ci sia interesse intorno a questo periodo storico, lo dimostrano le numerose pubblicazioni al riguardo e la messa in onda su Raiuno della Fiction “Il generale dei briganti”.
Il libro “Il brigante repubblicano” racconta la Storia e la rende accattivante, intrigante, avvincente, sin nelle prime pagine. La parlata diretta tra i protagonisti rende la lettura piacevole e rilassante, man mano che si sfogliano le pagine ci si incuriosisce e non si smette più di leggere.
Nel romanzo leggiamo storie di briganti contadini, di usi, costumi e leggende di un Mezzogiorno d’Italia che non c’è più: come i contadini facevano il pane, le antiche preghiere in volgare, i santini, gli abitini e la loro strada religiosità, il culto di San Giovanni, l’influenza della luna sulla semina e sulla vita agricola e tante altre storie che si mescolano a quelle di briganti che sognavano di ripetere contro l’esercito del nuovo Regno, le gesta dei loro avi alle Forche Caudine.

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