sabato 1 giugno 2013

ROBERTO MESTRONE: SONETTO



                                       CARO NAZARIO
           ( Con te, sul palco... )


Caro Nazario, mi ritorni in mente
lacrime agli occhi, come un sedicenne;
tutto era intorno magico, solenne,          
come a osannare l'attimo fuggente.

Di chi ci sfotte non ci importa niente,
il cuore da ogni ciancia ne esce indenne
donando al mondo un battito perenne
ricco di amore e voce seducente.

Io quella casa sopra la collina
l'ho ancora lì davanti... e anche la mia
l'ho dentro il petto, come un sogno eterno

reso prezioso dalla nostalgia.
Non si patisce il gelo dell'inverno
quando tra caldi affetti si cammina!



3 commenti:

  1. Una dedica fatta di ricordi che il tempo amplifica e rende preziosi.

    RispondiElimina
  2. Lo stile inconfondibile di Colui che scrive a quattro mali con il Cielo, con il mio Papà.
    Roberto Mestrone rinnova il sonetto, lo rende moderno, avvolgente, vellutato...
    E dimostra che scrivere poesia è arte di pochi, in quanto senza i gradini non si salgono le scale e non si toccano le vette!
    Professore, Le sono grata per aver valorizzato il poetare del mio caro Amico e condivido ogni Sua parola.
    Vi abbraccio forte entrambi! Maria Rizzi

    RispondiElimina
  3. La tua poesia, caro Roberto, mi scalda il cuore e mi inorgoglisce della nostra amicizia! Rendi la metrica una musica facile e armonica, le parole un guado d'affetto verso la tua anima, facendo crescere il desiderio di imitarti e di raggiungerti per abbracciarti! Deborah Coron

    RispondiElimina