mercoledì 28 giugno 2017

CLARA NISTRI LEGGE: "VERSODOVE" DI ANNALISA RODEGHIERO

Clara Nistri
Lettura di Versodove di Annalisa Rodeghiero Ed. Blu di Prussia, 2017
IL TEMPO DEL VIAGGIO- LO SPAZIO DEL TEMPO


Annalisa Rodeghiero,
collaboratrice di Lèucade

“Sai” saremo altrove
.
Non è una domanda quella che si pone e ci pone Annalisa Rodeghiero nella lirica di apertura del suo nuovo libro di poesia Versodove- Ed. Blu di Prussia, ma una certezza, la certezza che nonostante il nostro impegno, i nostri sforzi per esorcizzarlo, esiste uno spazio tempo inconoscibile dove approdare al termine del nostro peregrinare d’anima.
Certo, nel come e nel quando sarà concluso il tempo del viaggio, gioca il retaggio della memoria, il credo religioso, come pure quel certo fascino che può suscitare l’ignoto, il soprannaturale, il mistero.
Potrebbe sembrare questo un discorso capzioso, ma in che misura il Dove ci coinvolge, ci attrae o ci respinge, oppure è più veritiero dire – Ci chiama? -
Un mondo non conosciuto, una dimensione altra, popolata da esseri invisibili, fatta di voci, di suoni, di luci, ma anche di nebbia, verso la quale andiamo senza una vera consapevolezza, ma alla quale apparteniamo per legge di natura: piango perché nemmeno tu/ sai dove stai andando.
Una dimensione altra, un luogo dove approdano pensieri, ricordi, sogni, anche la speranza. Le parole non dette e quelle taciute, sensazioni, emozioni che vanno a delimitare il tempo e lo spazio, ma prive di tempo e di spazio perché questa contiene soltanto l’eterno presente: Si sfaldano certezze dalla volta/ nell’incessante/ nostro mutamento, / nel nostro rimanere sempre uguali.
Però non appena addentrata nella lettura del libro mi sono resa conto con disperata certezza che il “Dove” di Annalisa è soprattutto una incolmabile, dolorosa assenza.
Solo chi si è trovato in simili circostanze può comprendere il vuoto, lo smarrimento, la solitudine e il senso di inutilità e di impotenza che cambia la vita.
Che cambia il modo di accettare la morte: È in quest’assenza piena/ che mi manchi/ come alle alghe a riva/ il dondolio dell’onda”- “ Dimmi che ancora potrò sognare/ come oggi all’alba quand’ero ancora viva”.
Versi di rara umanità espressi senza preamboli, senza fronzoli, con i quali la poetessa esplora i rapporti umani, non tralasciando la presenza del sacro, del mistico e del mistero che fa da sfondo a un “Dove” nel quale si muovono queste liriche: (…) a cieli novi poi siamo impreparati, ma, che disegnano un paesaggio vario popolato di presenze anche inquietanti che attraversano gli abissi della psiche e del proprio vissuto come nella lirica – Lettera a mio padre-, bellissima, coinvolgente e commovente nella sua semplicità di parola ma forte nel sentire: Ora ti prego/ non farti in fretta figlio, oppure come in poesie più personali, più intime ma dette con forza, non sussurrate: Ora la vita, /questo averti dentro, /ora la gioia, il canto nelle vene.
Se ne deduce che i testi sono percorsi da dialoghi, echi, voci che interferiscono con il soggetto di questo dramma che è essenzialmente l’essere umano nella sua misura più genuina, vuoi come poeta, vuoi come donna.
Testi che innescano domande, interrogativi con la propria coscienza che poi in fondo è quella dei tanti che ritroveranno in questi elaborati la propria storia, il proprio vissuto, la propria spiritualità.
Saranno forse singoli viaggiatori o nostri compagni di viaggio, ma in ogni caso diretti verso il “DOVE”, magica parola dai diversi sinonimi –Oltre, Altrove, Aldilà”-, così come diversi sono gli spunti che formano il libro, primo fra tutti la necessità imperativa di non dimenticare, alla quale le parole si aggrappano con forza e disperata dolcezza insieme trasformandola in un unico cosmo, in un universo dove la poetessa si muove con la fermezza di carattere di una donna che ha sofferto, ma che ha saputo anche accettare il dolore come un viatico per continuare a vivere e crescere dentro se stessa: Sarà il bisogno d’elevarmi in volo/ a dar misura di questo mio tormento.
Eppure questo luogo così temuto e così vagheggiato ci offre, come la luna, sempre la stessa faccia, ma cosa esiste dall’altra parte?
Non ci è dato di saperlo e forse è un bene perché altrimenti non ci sarebbero poeti come Annalisa Rodeghiero e non ci sarebbero libri come questo: Dolcemente mi dici/ che in altra vita lo sapremo.
Infatti, se tutto fosse conosciuto, se tutto fosse chiaro, se… non si potrebbe conciliare la nostra ansia, la nostra finitezza con sentimenti come il ricordo, la memoria, l’ispirazione e resteremo senza cieli, senza mari, né monti né stelle, dove azzarda il nostro pensiero, la nostra fantasia: Vorrei che fosse mio, /l’intero volo bianco di un gabbiano (…), ma dove si culla la nostra speranza e il nostro Credo: Tremeranno sciolte/ come teneri fili d’erba al vento/ le nostre dita al richiamo dell’eterno.



Fiesole, 19-06-2017                                                                                                                           

Clara Nistri

1 commento:

  1. Ti ringrazio di cuore, carissimo Nazario per avermi accolta, ancora una volta, sugli scogli di Leucade. Rinnovo la stima e la riconoscenza nei confronti della poetessa Clara Nistri per la sua personale lettura della mia nuova raccolta di poesie.
    Annalisa Rodeghiero

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