mercoledì 22 agosto 2018

EMANUELE ALOISI: "LA MIA TERRA"



Emanuele Aloisi,
collaboratore di Lèucade









La mia terra

La mia terra si chiama Calabria,
un filo di perle le stringe il collo
è così d’angelo da non vedersi!
Bisogna avere la pelle, e un’anima che l’ami
quando s’ingrossano le vene
e lacrima silenzio,
pulsando stille di rugiada
mentre nasconde i lividi
la carne. È così bella la mia terra
(ah quanto è bella la mia terra!)
talmente tanto da nascondersi:
abbassa gli occhi quando brillano
come diamanti neri,
rubini di crepuscoli ammalianti.
Nel grembo ha un mare che la naviga
-acquamarina di placenta-.
Io che son figlio la conosco bene,
a volte la ripudio,
mi viene voglia di strozzarla,
recidere un cordone che ci lega,
mi tiene appeso a un cappio,
ma godo della morsa,
bevendo linfa dal mio petto aperto:
ossigeno di pioggia nella vigna.
Sono la cenere di un seme e sarò cenere nel vento,
un calice di grano vuole un figlio
non il fantasma di un aborto,
una scodella in lontananza
dove le mani inzuppano le briciole:
radici di memoria in terracotta.
Sarà che ascolto il vento
sulle scogliere di un grembiule,
sarà che ascolto il canto:
gabbiani che mi parlano di storia,
la meraviglia delle gemme alate,
la trasparenza delle nuvole.
Sarà che è questo, la mia terra;
sarà che un figlio l’ama, e soffre...
quando le strappano i capelli,
quando le infangano l’onore,
l’accusano, ne oltraggiano la carne,
quando calpestano il dolore
e sputano sul ventre di un amore.
Qualunque madre piange,
Addolorata tace.
Non conta il velo del suo lutto,
il ponte un fiume che straripa.
Hanno lo stesso sangue
le lacrime.
La mia terra si chiama Italia. 

Emanuele Aloisi


8 commenti:

  1. Poesia dai contenuti forti, impregnati di sentimenti d'amore e di rabbia, dolore e lealtà. Amare in modo incondizionato non vuol dire chiudersi gli occhi, abbassare il capo, nascondersi per non vedere. Amare la propria Terra è desiderare che rinasca, che il suo cielo risplenda in modo limpido, le sue acque siano pure, senza sangue, senza macchie di vergogna, senza vittime. Impeccabile come sempre l'amico poeta, che nelle sue liriche, oltre a mettere in risalto l'amore nelle sue svariate forme, ha il coraggio della denuncia, cosa davvero ammirevole. Un caro saluto a tutti gli autori-lettori di Leucade, in primis al Prof. Pardini. Franca Donà

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  2. Una manifesto d' amore per una Terra bella, quanto sfregiata dalla malavita, che cerca di resistere e non perde la speranza e l' orgoglio di vincere una seppur ardua battaglia. Comunque è grazie a sentimenti forti come questi che non si può rinunciare alla fiducia in un futuro migliore
    Patrizio

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  3. Versi scritti d'impulso sull'onda di sentimenti forti , contrastanti ma complementari tra di loro,: amore per la terra patria , dolore e rabbia di fronte a fatti tragici che la insanguinano. Colpisce quel " Ah, quanto è bella la mia terra", una esclamazione volutamente spoglia di qualsiasi orpello retorico, che sgorga naturale e spontanea come il grido di un bambino di fronte alla bellezza di un dono ricevuto.
    Questo senso di grande amore e di orgoglio è l'anima di tutta la composizione lirica, che si snoda in lunghezza, secondo lo stile del Poeta, con un'opulenza semantica impetuosa e forte come il sentimento che la origina. Parole rudi e dense di significato profondo e crudo, rabbioso e ribelle..-acquamarina di placenta-voglia di strozzarla- inzuppano le briciole-strappano i capelli-sputano sul ventre... parole vicine ad altre espressioni di grande tenerezza: occhi che brillano come diamanti neri..rubino di crepuscoli ammalianti...calice di grano...gabbiani che parlano di storia.. Tutto sta ad indicare che non c'è limite alle parole e alle metafore per esaltare la "sua terra", perché E. Aloisi, figlio di quella terra che ama, la Calabria, si sente intimamente e con orgoglio "cenere di un seme" che sarà " cenere nel vento".
    Bellissima questa parte centrale dell'Ode, ode alla Calabria, all'Italia.
    Cos' come è toccante la strofa finale dove è d'obbligo ricordare " qualunque madre che piange" e "addolorata tace".
    Eppure il "velo del lutto" non conta- dice il Poeta con rammarico doloroso- e le lacrime sono " lacrime di sangue".
    Nel verso di chiusura ,infine, si nota la stessa disadorna espressione per affermare con la più grande semplicità - incisiva!- un fatto inconfutabile come l'amore di un figlio per la terra dei Padri.
    Mi complimento con il Poeta-spirito libero e appassionato.
    Edda Conte

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  4. Un testo di grande valenza, sia di contenuto poetico che di impegno civile. Una poesia in cui Aloisi esprime tutti sui sentimenti per la sua terra, per i suoi problemi e le sue indiscusse bellezze. Sentimenti che spaziano tra l'amore materno e la rabbia verso l'ennesima tragedia. Il verso conclusivo é collegato all'incipit, come segno di denuncia per la marginalità che la recente tragedia ha ricevuto sui tg nazionali. Non siamo e non vogliamo essere figli di un Dio minore, siamo calabresi ma siamo soprattutto italiani. Il testo inoltre, é impreziosito da assonanze, anafore e rime che danno un effetto rafforzativo, imprimendo ritmo e musicalità.

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  5. Grazie al professore Pardini per accogliermi ogni volta, e generosamente, sull'isola di Leucade. E grazie a voi tutti, amici e Poeti (Edda, Franca, Francesco, Patrizio) per le vostre parole. Sono consapevole del fatto che alcuni versi sono retorici, quando li ho scritti, non pensavo a farne una poesia, solo lo sfogo di un sentimento di rabbia, dolore e vicinanza alle vittime delle recenti tragedie italiane. Non aggiungo altro. Grazie. Emanuele Aloisi.

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  6. Caro Emanuele, come ti ho già anticipato ieri telefonicamente, rinnovo i miei complimenti, per i tuoi versi, che esprimono contenuti di profondo e intenso amore per la tua terra. Il tuo stile di poetare è inconfondibile e trasmette sensazioni emozionali in chi scorre i tuoi versi.
    Lino D'Amico

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  7. Emanuele... i tuoi versi sono il rinnovamento, la volontà di dare nuova musica e nuovo ritmo alla poesia. L'ode alla Calabria,la terra che ti ha dato i natali e che ami profondamente, non è imbevuta di retorica e di luoghi comuni.Bellissimi i versi:
    "Io che son figlio la conosco bene,
    a volte la ripudio,
    mi viene voglia di strozzarla,
    recidere un cordone che ci lega,"
    che rendono l'idea di una regione, come tante altre, un pò regina e un pò cagna che si lecca le ferite.
    Adotti metafore e similitudini di altissimo impatto espressivo e, soprattutto, sei un poeta ispirato.
    Nei tuoi versi non si respira nulla di fasullo, di ideato a tavolino... Scrivi per amore e per trasmettere
    con taglio forte, sanguigno, l'Amore che ti lega al passato, ai ricordi e al presente, che vuoi degno di un futuro migliore.
    Il tuo lirismo è immediato e trafigge. Ti ringrazio e ti abbraccio...
    Maria Rizzi

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    1. Grazie Maria per le meravigliose parole. Mi sento di dover affermare che hai colto nel segno: la mia poesia può non piacere, ma è immediata, e nonostante la forma, gli endecasillabi le metafore ec.ec. Come mi arriva la scrivo, e non scrivo se non mi arriva. Grazie di cuore. Emanuele Aloisi.

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