giovedì 17 ottobre 2019

LIDIA GUERRIERI: "INEDITO"



Lidia Guerrieri,
collaboratrice di Lèucade

Il sentiero è lo stesso,
ma è tutto un verzicare
dalle ferite aperte lungo gli argini.
Torna la vita in rivoli
di margherite, in gocce di mimosa, 
in pozze violacee, laggiù
dove brillano chiari gli ulivi.
Ruzzola in mezzo ai sassi
un soffio turchino di vento. 
Il divino è disteso là, sul colle,
a respirare pigramente un sole
tirato a lustro, fresco di bucato.
Tutto innerva la luce,
tutto si scuote e vibra.
I tuoi passi,
su questo stesso sentiero di macchia!
Quel tuo incedere, nonna, a testa alta
sotto pesanti corone di brace!
L'avresti detto di vedere qui
la tua “cimpenna “ sempre infreddolita?
Noi due per la campagna come allora.
Ultimo nudo, il fico solitario:
uno spettro d'azzurro in mezzo al campo.


2 commenti:

  1. Lidia, con autentica sinfonia di versi, che attingono al metro classico e dimostrano quanto la metrica possa non essere una gabbia, sparge note di saudade bellissima, lasciando che ai nostri sensi riemergano le grandi fonti dei classici della letteratura. Il presente storico annulla il senso del passato, lascia che tutto avvenga ora, dando all'ispirazione una potenza accecante. Si respira piano nel leggere questa lirica della mia amica, si teme di perdere un momento, un'emozione, una metafora lieve come il tessuto intero del testo. La levità consente di camminare accanto all'Autrìce per la campagna e di trovarci, nudi di sovrastrutture, autentici, di fronte al 'fico solitario'.
    Bellissima dimostrazione della modernità che si coniuga con il passato. Magistrali i tocchi artistici.
    Maria Rizzi

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  2. RICEVO E PUBBLICO

    Grazie Professore! Il caso mi ha portata ad abitare in periferia, al confine con la macchia dove un tempo nonna Natalina veniva a " levare il ciocco" e a dar fuoco alla carbonaia. Bisogna dormirci a volte vicino alla carbonaia perchè il fuoco può sembrare spento e magari invece cova e poi scappa. Una volta infatti le scappò e allora..via di volata per la macchia, con la mia mamma piccina alla gonnella e uno dei figliolini in braccio. Me l'immagino nonna giovane e svelta come una lepre a saltare i fossi...Diceva che quella volta aveva avuto paura ..e penso che sia stata l'unica volta in vita sua perchè nonna non aveva paura di niente.Ora io vado per quei sentieri con i miei cani...chi l'avrebbe mai detto! Vado su fino al confine dei residui di macchia che coprono il fianco della collina da cui, se arriviamo alla cima, verrebbe anche a noi di gridare :" Thalassa! Thalassa!" perchè all'improvviso dopo l'oscuro quieto della macchia si schiude l'azzurro e ti trovi con i capelli nel vento, la fronte nel cielo e lo sguardo perso sul canale e verso l'Elba. Non so cosa voglia dire " cimpenna", ma non importa :-)
    Lidia Guerrieri

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