mercoledì 9 aprile 2025

Franco Donatini legge :"Ragionare d’Amore" di Maria Teresa Coppola, puntoacapo Editrice

 

 

 

Ragionare d’amore, un titolo che rimanda inevitabilmente a Dante, alla Vita Nova, alla Commedia, alle liriche del Dolce Stil Novo, ma la poetica di Maria Teresa Coppola è quanto mai lontana da questi riferimenti.

La sua poesia, seppur attraverso un linguaggio aulico, ricco di nessi letterari, ha un carattere estremamente moderno, sia sul piano del significato che del significante. Si tratta di una poesia ermetica, nel senso più alto della parola, che si esprime in un susseguirsi di figure retoriche reinterpretate in maniera originale, di analogie, di elementi simbolici, di allitterazioni, anafore, che conferiscono una musicalità congruente ed espressiva dello stato d’animo. La modernità di queste liriche emerge anche dal linguaggio, connotativo, paratattico, non argomentativo, depurato delle parti accessorie, per raggiungere una sintesi basata sull’approccio evocativo delle immagini.

 La natura assume un ruolo determinante, non una Arcadia stereotipata e bucolica, ma una “foresta di simboli” in senso baudelairiano, che esprime in maniera associativa e immediata lo stato d’animo e più in generale la condizione esistenziale di cui l’amore è il protagonista. Un amore vissuto, sofferto e insieme dolce, profondo, spesso legato alla nostalgia del ricordo.Il mito, presente in larga misura nella silloge, testimonianza di una vasta ed autentica cultura letteraria, eleva la condizione esistenziale dell’autrice a quella dimensione universale, che è l’essenza irrinunciabile della poesia. Attraverso il mito, Maria Teresa esprime in maniera pregnante la tensione e insieme l’inafferrabilità del sentimento amoroso, come in Convegno d’ombre, la poesia più ermetica della raccolta. L’inafferrabilità si esprime in versi mirabili con la metafora della luna nel pozzo.

“La luna che vuoi / la imprigioni nel pozzo / ma ripescarla non puoi / ché il secchio la disperde”

È il richiamo suggestivo al mito del pastore Endimione, di cui si innamorò Selene che ogni notte scendeva dal cielo con il suo carro per fare visita al giovane che dormiva in una grotta.

“Confina l’amore dove nasce / nello sguardo tuo / come Endimione / naufrago di perfezione / Bellezza si serba nel sogno”  

 

Attraverso le Stanze, così sono denominate le parti in cui è divisa la raccolta, nell’accezione classica del Poliziano, l’amore si estende progressivamente ad altri affetti, al mondo femminile, alle città come Pisa di cui coglie il messaggio segreto, intrigante e insieme inquietante, all’amore per la vita nella sua dimensione esperienziale e cosmica, come nella poesia Vibrissa alba. Riflessioni evocate da un istante, da uno sguardo, per questo suggestive, testimonianza di quanto tutto sia interconnesso dall’estensione del cosmo alla profondità della nostra dimensione interiore.

“Colonia felina / colonizzata da astri / e gli astri lei li cerca / saltando più in alto / fissando remote / misteriose galassie”.

Per finire con la quarta di copertina:

“Toccare con la mente / nel fremito di una parola / convocare uragani / potevi / Ma io, io sì, io sola / sapevo sfilarti l’anima / con un piede solo”

A ribadire che l’amore, solo l’amore, apre le barriere, entra nel profondo, nella dimensione dell’anima, sintesi recondita e sublime del nostro essere.

 

Prof. Franco Donatini

 

Maria Teresa Coppola

Salentina di nascita, toscana di adozione, Maria Teresa Coppola si laurea in giurisprudenza a Pisa, dove vive tuttora. Qualche anno di ricerca presso l’Istituto di filosofia del diritto e di esercizio della professione legale, poi docente di Discipline giuridiche. Sin da bambina a casa del poeta Girolamo Comi frequenta letterati quali Alfonso Gatto, Diego Valeri, A. Onofri, O. Macrì. L’amore per la poesia si accentua in seguito all’affettuosa contiguità col poeta e critico d’arte Raffaele Carrieri. Varie sue liriche sono presenti in più antologie e nel collettaneo “Argeste’23”, ed Aletti. Nel 2023 ha pubblicato le sillogi autonome “Sottovoce” ed. Helicon e “C’è di più”, ed. Aletti. Ha vinto il Premio Casentino 2023,” Il canto di Dafne”, il Premio dell’Accademia Casentinese 2023 Una sua silloge è quest’ anno tra i finalisti del Contropremio Carver.

 

 

 


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