A proposito di risvolti di copertina…
M. G. Ferraris
A proposito di risvolti di
copertina (definiti “la porta d’ingresso alla lettura, lo strumento capace di
interpretare, commuovere, raccontare, sedurre, e naturalmente incuriosire”…) e
del bel saggio omonimo di Rina Gambini, che ricorda illustri estensori (Vittorini,
Calvino, Bassani…) e anche casi di dissidio e rifiuto (come quello di Fenoglio
con Einaudi), che è stato pubblicato sul
suo blog del 25 gennaio, mi è venuto alla mente il caso davvero fuori del
comune, orgoglioso ed emblematico, traduzione di una personalità di scrittrice,
intellettuale impegnata, come ALBA DE CESPEDES (1911-1997). Un’autrice di successo,
giornalista innovativa fin dalle pagine di “Mercurio” (1944-1948), attiva nella
ricostruzione dell’Italia liberata e poi sempre presente al suo pubblico
attraverso le collaborazioni giornalistiche, radiofoniche, televisive: una
protagonista del Novecento letterario europeo.
Alba de Céspedes è stata espressione di un’attività letteraria tra le più ricche e significative
del Novecento e i suoi rapporti con la Mondadori, la casa editrice alla quale
era stata sempre fedelissima e che le aveva stampato i suoi romanzi, furono costanti
nel tempo. Poi ..la rottura… a proposito del risvolto editoriale. Il casus belli
è rappresentato dal risvolto di copertina. Niccolò Gallo, che pure fu il critico
letterario più lucido che abbia operato sull’ipotesi di un rapporto reciproco e
fecondo fra letteratura, critica e cultura, anche politica, l’aveva preparato per la riedizione di Dalla parte di lei (1964) il romanzo
della Céspedes.
Scriveva N. Gallo:
“Pubblicato la prima volta nel
1949, Dalla parte di lei è forse il
romanzo che per la drammatica inquietudine e la spavalda varietà della
tessitura narrativa esprime, meglio di ogni altro, il fervore e la carica
persino polemica, con cui ogni volta, nei suoi romanzi e racconti, la de
Céspedes prende partito. Assumendo a tema centrale della sua storia la
condizione della donna, lo svolgersi delle sconfitte sentimentali, dei tormenti
interiori, dell’amaro rinchiudersi di fronte all’incomprensione e all’abitudine
che mortificano ed esasperano il bisogno d’amore di Alessandra, la scrittrice
dà vita a un personaggio affannosamente ribelle, che risulta la più
appassionata e significativa delle sue creature. Nella vasta tela del romanzo,
che si muove fra il passato e il presente, fra la campagna d’Abruzzo e la Roma
della piccola borghesia e della bufera del ’43-’44, i toni si alternano col
variare delle vicende: ora, negli abbandoni della memoria e della tenerezza, un
disegno sfumato e dolce; ora, nello stringersi degli avvenimenti un’incisiva
concitazione. Sono i due toni dominanti della de Céspedes, della sua
sorprendente natura di romanziera, che riflettono il suo cuore e insieme il suo
piglio franco e spregiudicato di donna.
Risvolto preparato da Niccolò
Gallo.
12 settembre 1962
La presentazione non piacque per
niente alla de Céspedes, che si sentì incompresa
ed addirittura offesa nella sua originalità di scrittrice, e che rispose:
“Caro Gallo,
ho letto il testo da Lei scritto
per il risvolto di copertina dell’ultima edizione di Dalla parte di lei. Vi ho trovato un’abbondanza di espressioni che
io escludo dal mio vocabolario (per es: “tormento interiore”, “riflettono il
suo cuore”, “sfumato e dolce”) e che mi spiacciono tanto più in quanto sono
adoperate per definire, criticamente, la mia opera. In compenso, qualcosa manca
in quel testo: ed è il consenso alla validità artistica della mia opera, al
contenuto etico – non soltanto polemico – di essa, alla forma, cioè allo stile,
che tale contenuto riveste ed esprime.
Questo giudizio mi dispiace
particolarmente in quanto Lei dirige la collana dove i miei romanzi sono
pubblicati e dovrebbe essere il primo ad apprezzarli e difenderli; e, dunque,
mi induce a considerare più opportuno troncare una collaborazione nella quale,
da parte Sua, non v’è che una velata disistima di ciò che io scrivo. Se dopo
aver conosciuto il suo giudizio, io accettassi di pubblicare ancora alla
Mondadori sentirei di offendere me stessa e il mio lavoro (mi stupisce che Lei,
inviandomi il testo del risvolto, non se ne sia reso conto) e accetterei una
umiliante situazione di compromesso cui non sono abituata né in questo né in
altri campi.
Penso che la mia risoluzione
solleverà anche Lei dal dovere di pubblicare un autore che era già incluso
nella collana prima che Lei ne assumesse la direzione; che Lei, credo, non
avrebbe scelto, avendo un’opinione siffatta; e al quale, in questi anni –
nonostante la squisita cortesia formale – non ha mai rivolto, a voce o per
iscritto, un apprezzamento circa la sua opera che possa smentire o compensare
quello che oggi mi perviene.
La mia risoluzione è definitiva:
propormi, eventualmente, di rifare o mutare il testo del risvolto non
servirebbe a niente.
Non è la presentazione ai
lettori che importa: è quello che Lei pensa.
In questi anni, rifiutando pubblicità,
coktails, pregandoLa di far escludere dai bollettini dell’ufficio stampa
qualsiasi espressione laudativa, di non far aumentare le cifre delle vendite, e
non avendoLe mai chiesto nulla di quanto riguarda il lato pubblicitario ed
esteriore del nostro lavoro, credo di averle provato coi fatti che soltanto il
risultato artistico, il giudizio critico, mi interessa.
La prego, dunque, di voler
chiedere Lei stesso ad Arnoldo Mondadori la rescissione del nostro contratto,
che contiene i diritti delle mie opere già pubblicate e l’opzione per quelle
future: e, naturalmente, la libertà di pubblicare altrove il mio nuovo romanzo Il rimorso, che nessuno ancora ha letto
alla Mondadori e che dopo vari rinvii da me chiesti, e varie sollecitazioni da
parte del Presidente, di Sereni e Sue, era inteso che io consegnassi entro
questo mese per essere pubblicato a fine gennaio.
In quanto all’edizione già
stampata di Dalla parte di lei, credo
che nel risvolto di copertina si possano stampare i giudizi di stampa che erano
nell’edizione precedente oppure un riassunto della trama che, tuttavia,
desidero mi sia sottoposto.
La prego, caro Gallo, di
adoperarsi affinché tale libertà mi sia concessa al più presto in modo che io
possa trovare un nuovo editore: il mio romanzo sarà pronto alla fine del mese e
gli anni impiegati in questo lavoro, il valore che io attribuisco al risultato
artistico di esso, nonché le disagiate condizioni economiche in cui verso,
abbandonata ogni collaborazione giornalistica per portare a termine il romanzo,
non mi consentono di attendere.
La ringrazio del Suo
interessamento a questo fine; e nonostante il tono impostomi dall’increscioso
contenuto di questa lettera, La prego di credere alla sincera espressione della
mia amicizia e della mia stima.
Alba
de Céspedes
E non valse l’intervento di V.
Sereni. Un caso importante e curioso, questo a cui ho fatto cenno, a
dimostrazione di quanto i risvolti di copertina siano importanti, come col
passar del tempo siano diventati un “genere letterario” e storico forse non
minore, che deve essere rivalutato dal
pubblico ed anche dalla critica.
M.Grazia Ferraris
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