Quadro di Paolo Veronese di Elena alla mostra di Costantino a Milano
Dalla mostra sul codice di Costantino a Milano
Dalla mostra sul codice di Costantino a Milano
L'Editto di COSTANTINO 313
d.C
( in mostra a Palazzo Reale -
Milano, fino al 17 marzo 2013)
Costantino 313 d.c è la mostra
che resterà aperta fino al 17 marzo 2013
al Palazzo Reale di Milano. La mostra è stata ideata e progettata dal
Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini (iniziativa promossa dal Comune di Milano,
Palazzo Reale, la casa editrice Electa
in collaborazione con il Ministero per i Beni Culturali e la Sopraintendenza
per i beni archeologici di Roma, la Fondazione Aquileia, l'Università degli
Studi di Milano, l'Arcidiocesi di Milano). La mostra Costantino 313 d.C
presenta molti pezzi antichi (più di duecento) con statue, gioielli,
iconografie, oggetti militari che
ricostruiscono gli aspetti più significativi della vicenda storica di quel
periodo. L'Editto di Milano del 313 d. C nel 2013 compie millesettecento anni e
di fatto rappresenta l'inizio della
cristianità occidentale con un ruolo chiave per i rapporti politici e
strategici tra l'Occidente e il
Mediterraneo. Fulvio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino
il Grande (274-337 d.C) è stato
imperatore romano dal 306 d.C alla
morte. Costantino sconfisse Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio del 313
d.C allo scopo di garantirsi il
controllo dell'Italia. Riformò l'Impero, con la riorganizzazione
dell'amministrazione e dell'esercito, creò una nuova capitale a Costantinopoli
(330 d.C) e favorì la diffusione del cristianesimo con la promulgazione
dell'Editto di Milano sulla libertà religiosa
che pose fine alle persecuzioni.
E' considerato santo dalla Chiesa cristiana ortodossa ma non figura nel
martirologio romano ossia il catalogo ufficiale dei santi riconosciuti dalla
Chiesa Cattolica. La madre di Costantino Elena invece è considerata imperatrice
e santa, venerata soprattutto nel Medioevo per aver ritrovato a Gerusalemme la
vera croce di Cristo. La parte finale
della Mostra a Palazzo Reale di Milano celebra proprio questa donna dalle fede
profondissima quanto influente a corte al punto tale da ricevere il titolo imperiale di Augusta. La famosa donazione di Costantino
fa riferimento ad una presunta cessione, da parte dell'Imperatore romano a papa
Silvestro I e ai suoi successori di Roma. Il contenuto del documento è diviso in più parti nella prima parte tratta la confessione di Costantino seguita dal miracolo della sua
guarigione a seguito dell'apparizione,
in sogno, di San Pietro e Paolo. Nella II parte invece si parla di un accorto
di Costantino per una donazione di poteri e onori imperiali alla Chiesa. Il
documento comunque non fu mai considerato chiaro in quanto fu scritto in tre lingue
differenti, latino, slavo e greco. La
donazione fu molto contrastata, in epoche successive, soprattutto da Lorenzo Valla autore del testo La
falsa donazione di Costantino scritto nel 1440.
Anche Dante nella Divina Commedia scrisse: Ahi,Costantin,
di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese
il primo ricco patre! (Inferno, Canto IXX 115-117) Dante rimproverava a Costantino non la sua conversione ma la
donazione, un documento considerato falso e biasimato da Dante nel saggio politico De
Monarchia.[1] A Palazzo Reale di Milano oltre
ai gioielli, monete, statue si possono visionare iconografie cristiane
legate al regno di Costantino. Prima fra tutte il famoso Crismon o monogramma di
Cristo formato dalle lettere greche X e P.
Il Crismon è legato anche alla
visione di Costantino durante la battaglia di
Ponte Milvio (313 d.C). Infatti nell'iconografia costantiniana i
significati militari e religiosi si intrecciano vicendevolmente al fine di
rappresentare l' Imperatore trionfante ed impegnato alla lotta contro il
male. In mostra ci sono anche immagini
pagane che vennero adottate
dall'iconografia costantiniana e trasformate
a simbolo della fede cristiana,
come nel caso del buon pastore a fianco della celebre catacomba di San
Sebastiano a Roma con il
"crismon" (simbolo di Cristo),
la colomba con l'ulivo e il cestino che
rappresenta non la fortuna ma i buoni frutti concessi da Dio. Vi è anche
una bellissima anfora d'argento ripescata nel golfo di Baratti e molte monete risalenti all'epoca dell'Impero. L'importanza dell'Editto di Milano emanato
nel 313 d.C, concedeva a tutti entro i confini dell' Impero ed in
particolare ai cristiani, piena libertà di religione e di culto; inoltre abolì
la Croce come segno di morte. Da allora sono trascorsi millesettecento anno ed
oggi la libertà di culto è ancora travolta da fatti di cronaca devastanti;
soprattutto in Medio Oriente si tende ad identificare l'appartenenza
religiosa con le identità nazionali o con gruppi estremisti che infiammano e turbano la pace tra i
popoli. E' purtroppo la cronica di
questi ultimi giorni a fare da sottofondo alla storia di Costantino che come si è detto, rappresenta un tema
storico complesso da leggere soprattutto
in seno alla tolleranza e unità
di convivenza civile oltre che religiosa.
miriam binda
[1]
Per maggiori approfondimenti in merito a questa vicenda, sulla falsità o
autenticità della Donazione di
Costantino a papa Silvestro I è
interessante il saggio di Giovanni Maria Vian
intitolato La Donazione di
Costantino edito dalla casa editrice il Mulino, 2004.
Una bella iniziativa che mostra oggetti autentici e che di rado si vedono tutti insieme. Ciao
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