LA PITTRICE CATHERINE ENSOR
nel ricordo di Paolo Bassani
È
stato scritto: “Nell’arte che al mortal perpetua il giorno, l’anima tua
sensibile traspar”. Sì, un artista sopravvive alla propria vicenda umana
attraverso le opere che lascia. La
creatività è un grande dono che innalza l’uomo sugli altri esseri viventi e lo
avvicina al Primo Eccelso Creatore. Ebbene,
vorrei ricordare uno di questi artisti che ho avuto la fortuna di incontrare e
conoscere: la pittrice inglese Catherine Ensor (1914-2003), che ha vissuto 26
anni a Caprigliola, il paese cui mi legano profondi motivi affettivi. La
vocazione artistica era sicuramente una componente importante del dna della
Ensor, che ha affinato attraverso lo studio in importanti scuole e collages
inglesi, completatosi con la specializzazione in storia dell’arte presso
l’Università di Londra; un impegno che ha portato Catherine Ensor ad operare
direttamente nel mondo del lavoro come insegnante di educazione artistica nelle
scuole medie, come assistente tecnica di
pianificazione nella Contea di Londra e, via via, in altri importanti incarichi. Dal
1950 al 1960 espose i suoi primi lavori, soprattutto litografie, in numerose
mostre collettive londinesi. Quando nel 1962 lascia il suo ultimo impiego
presso la British Petroleum Company, nella sede londinese dell’azienda venne
allestita per l’occasione una sua “personale”. In quello stesso anno la
pittrice lasciò l’Inghilterra per trasferirsi in Grecia (1962-63) ove si
impegnò in una intensa attività artistica . Al suo rientro a Londra presentò in
una mostra al Leighton Gallery di Kensington le opere pittoriche realizzate nel
biennio, riscuotendo lusinghieri consensi di pubblico e di critica. Peraltro,
in occasione di altre mostre, alla sua arte dedicarono autorevoli recensioni
prestigiosi giornali come “The Times”. Nel
1963 venne in visita in Italia, soggiornando nei luoghi artistici più noti, da
Venezia a Firenze e Roma. Nel 1964 si trasferì stabilmente a Manarola, nelle Cinque
Terre, ove tenne per cinque anni un corso estivo di pittura. Nel 1970, transitando a valle, sulla strada della
Cisa, vede per la prima volta Caprigliola in Lunigiana. Ne rimane affascinata e
scriverà: “Mi ricordo tanto bene la prima volta che ho visto il paese di
Caprigliola, dalla strada di sotto. Come mi è piaciuta, allora e sempre! E, per
di più, sono stata subito impressionata dalla bontà e dalla gentilezza degli
abitanti. I 26 anni che ci ho vissuto sono forse gli anni più belli della mia
vita” A
Caprigliola trovò il suo habitat ideale, la fonte di ispirazione della sua
arte. Molti caprigliolesi hanno in casa almeno un suo quadro. Io stesso possiedo una splendida opera: la suggestiva
visione di Caprigliola ripresa dalla valle dei mulini; una visione dipinta in
primavera, quando il bosco si fa tenero di verde e l’erica fiorita esala verso
il monte il suo profumo delicato; quando allo scroscio delle acque del ruscello
si unisce il canto dei passeri, dei merli, dei fringuelli e, più tardi, nel
folto dei castagni, il monotono e misterioso canto del cuculo. Nella
realtà della natura e del paesaggio caprigliolese, Catherine Ensor trovò sempre
nuova ispirazione. Di questi scenari, per lei più ricchi di bellezze di
qualsiasi astratta fantasia, seppe fissare sulla tela emozioni e suggestioni
con un sapiente dosaggio della luce e dei colori, cogliendo non solo i tratti
più noti del paesaggio, ma addentrandosi nei luoghi più reconditi: un lembo di
bosco che si apre alla primavera, una forra ove il gorgoglio di acque limpide
richiama tempi lontani, un anfratto odoroso d’erbe e d’umida terra.
In
me rivive fresco il ricordo del 24 aprile 1996 , quando tutto il Paese partecipò
alla manifestazione indetta in onore di
Catherine Ensor dal Comune di Aulla, dalla Parrocchia di Caprigliola, dal Coro
San Nicolò, dall’Associazione “Il Bilancione”, dalla Filarmonica Caprigliolese;
manifestazione che trovò splendida attuazione nell’ indimenticabile concerto a
lei dedicato nella seicentesca Chiesa di San Nicolò.
ALCUNI DIPINTI
Per cortesia, una valutazione dei suoi quadri...grazie
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