giovedì 1 agosto 2013

PIETRO RAINERO: "LA DAMA INGLESE", RACCONTO

                                                                                
Il gioco della dama nella sua versione inglese, detto anche Checkers o Draugths, si svolge su una scacchiera di 64 caselle e non di 100 come la dama francese. E’ un gioco molto praticato nel mondo anglosassone, tanto popolare quanto gli scacchi, il Go o l’Othello.



Pietro Rainero

                                     LA DAMA INGLESE
           
“Bisturi, prego” chiese il chirurgo. “Eccolo” disse l’assistente addetta ai ferri, porgendogli premurosamente lo strumento. Il chirurgo incise la pelle e lo strato di tessuto sottocutaneo con l’affilatissimo coltello mentre l’aiuto chirurgo richiudeva con le pinze emostatiche i vasi sanguigni recisi. “Ho letto su una rivista” intervenne la capoinfermiera, ovvero, se siete molto pignoli, la responsabile del personale infermieristico della sala operatoria, “che il nuovo criterio per valutare una condizione di rischio cardiaco si chiama sindrome metabolica”. “Proprio così!” confermò il chirurgo, mentre con mossa decisa finiva di praticare col bisturi un perfetto taglio nell’addome del paziente “sono cinque i fattori che la determinano, e cioè diagnosi di ipertensione arteriosa, aumento della circonferenza addominale, troppi trigliceridi, diabete di tipo 2 e infine valore basso del colesterolo HDL”.
“Ho un quesito per voi:” interruppe il terzo chirurgo (vale a dire l’assistente dell’aiuto) “ un adolescente rimane coinvolto col padre in un incidente d’auto; il padre muore ed il ragazzo è trasportato d’urgenza in ospedale per una operazione indispensabile. Entra in sala operatoria, viene preparato e, quando tutto è pronto, entra il chirurgo, guarda il giovane e poi dice --  no, è mio figlio, non mi sento di operare --.  Come lo spiegate?”.  Mentre poneva questa domanda, l’assistente allargava, per mezzo di uncini divaricatori, le labbra della ferita, scoprendo i muscoli addominali.
“Il chirurgo era sua madre!” rispose immediatamente il primo chirurgo che poi, con assoluta disinvoltura e tagliando nel contempo col bisturi i muscoli seguendo il senso delle loro fibre, finì di commentare con la prima infermiera i rischi cardiaci “ oggi abbiamo anche nuovi esami. Oltre ai classici elettrocardiogramma, coronarografia ed ecodoppler, abbiamo l’angiotac che è una tac specifica per vene ed arterie, la scintigrafia del miocardio, che si effettua con l’iniezione di isotopi radioattivi e serve a confermare o escludere sindromi coronariche acute, e infine la tac multistrato, l’ultima frontiera della tecnologia”.  “Come funziona?”. “Compie viaggi virtuali e in 3 dimensioni dentro il cuore, con immagini elaborate da un apposito software”.
“Sentite questa, me l’ha raccontata ieri  sera mio cognato” si inserì  a questo punto l’aiuto chirurgo “due amici si recano per diletto a Waterloo, a visitare i campi teatro della famosa battaglia. Uno dei due rimarca che Vaterloo è molto interessante e suggestiva. L’amico allora obietta -- Guarda che non si pronuncia Vaterloo , ma bensì Uaterloo --  -- Ma no! Ti dico che si dice Vaterloo, ne sono sicuro -- insiste il primo.  Ne nasce pertanto una discussione accesa, quasi un bisticcio; finalmente vedono avvicinarsi un tale , ed allora uno dei due amici propone -- Chiediamo a quel signore! --
Lo fermano e gli domandano -- Senta, noi non siamo del posto, il nome di questa località si pronuncia Vaterloo oppure Uaterloo? --. Il nuovo arrivato cortesemente risponde -- Si pronuncia Uaterloo --  -- Vedi? Che t’avevo detto? Avevo ragione -- insiste il primo dei due amici. Ma l’altro non è ancora convinto e chiede -- Ma lei è proprio di qui, del luogo? --  -- No. Neanche io sono del posto, io sono qui in uacanza! -- “Ah! Ah!” risero tutti insieme i sei addetti all’intervento, cioè tre chirurghi, due infermiere e relativo anestesista (non relativo alle infermiere, non che dovesse cioè far addormentare loro). Se siete un po’ sorpresi dal fatto che i sei parlottassero del più e del meno, barzellette comprese,nel bel mezzo di un’operazione, beh…non dovreste proprio: è quello che fanno sempre!! A maggior ragione non dovreste esserlo perché, vedete, il capo chirurgo era un tipo davvero speciale (vi passo queste informazioni mentre lui, o meglio lei, dopo aver sollevato con delicatezza la membrana peritoneale vi apriva un piccolo taglio con le forbici, penetrando così nella cavità addominale) : eh..sì, Brenda Tinsley era davvero una donna fuori dal comune! Pur avendo, come tutti gli umani, due soli emisferi cerebrali, riusciva a fare contemporaneamente non soltanto due cose, ma quattro o cinque, e nei giorni di grazia persino sei o sette. Di norma portava a termine complicati interventi di neurochirurgia risolvendo intanto intricati cruciverba, discutendo nel contempo con i collaboratori di tutt’altre amenità e, magari, ascoltando anche la piccola radio che aveva personalmente posizionato in sala operatoria. 
Insomma….l’operazione di appendicectomia che l’equipe del St.John’s Hospital di Brighton stava eseguendo quel giorno era, per Brenda Tinsley, della stessa difficoltà del taglio delle unghie, ne più ne meno. Brenda si era laureata in medicina col massimo dei voti (o forse qualcosa in più) all’Università di Edimburgo e specializzata poi in chirurgia alla Queen’s Mary Clinic di Londra lasciando stupefatti i suoi supervisori per la precisione millimetrica dei tagli e la perfezione assoluta delle suture, nonché per il coraggio nel voler sempre affrontare con decisione le operazioni più delicate. Un chirurgo con i fiocchi, insomma. Nevicava anche quel giorno d’inverno, a Brighton, ma nella calda, confortevole (e sterile) stanza operatoria Brenda continuava con noncuranza ad introdurre una lunga pinza nell’apertura per poter estrarre delicatamente il tratto intestinale che conteneva l’appendice del signor Bob Byrne, taxista di Hurstpierpoint, piccolissima località nelle immediate vicinanze.  “Brenda, per caso tu sei parente di Marion Tinsley, il campione di dama? Ho letto di lui sul Times di mercoledì, c’era riportato che è stato il più grande campione di questa disciplina” “E’ stato sicuramente il più grande giocatore nella storia della dama inglese: fu campione del mondo dal 1955 al 1958 e poi dal 1975 al 1991. Si ritirò nel 1991 appunto e l’anno seguente sconfisse il programma informatico Chinook, appositamente creato per la dama. In 45 anni Tinsley perse solamente….nove partite!!”  “ Non ci posso credere. Stupefacente. Ma..era un tuo parente?” Brenda, prima di rispondere, allargò l’apertura già fatta nella cavità addominale del taxista e scoprì l’intestino cieco con annesso il piccolo budello dell’appendice. “Era mio padre. Abbassa la radio, per cortesia, Linda; quella canzone rock mi infastidisce. Jack, mi dai il cambio?”
“Volentieri”. Jack Morton, l’aiuto chirurgo, ricevuta dalla capo infermiera una lunga pinza, la introdusse nell’apertura ed estrasse delicatamente il tratto di intestino con l’appendice.
“Era mio padre” continuò Brenda “è morto il 3 aprile 1995. Cancro al pancreas. Nel 1991 rinunciò al titolo di campione del Mondo per poter giocare contro Chinook, poiché le associazioni di dama americana e inglese negarono ad un programma di software la possibilità di concorrere per il titolo mondiale. Il match non ufficiale, fortemente reclamizzato, fu vinto da mio padre per 4 a 2, con altre 33 partite nulle.” "Ma Marion Tinsley non era statunitense?” “ Sì! Anche io sono nata in America: mi sono trasferita ad Edimburgo dopo la sua morte ed ho ottenuto tre anni fa la cittadinanza britannica. Ormai sono inglese.”
Brenda osservava Jack il quale, servendosi di piccoli lacci legava vene ed arterie che irrorano l’appendice passando attraverso il mesenteriolo, un piccolo ripiegamento della membrana peritoneale.
“Nel 2007 è stato dimostrato” continuò sorseggiando un caffè ( l’efficiente equipe medica non si faceva mancare alcunché ) “che una partita di dama inglese a gioco corretto porta alla patta ed oramai, con le ultime modifiche, Chinook gioca perfettamente”
A questo punto Linda MacFarlane, infermiera addetta ai ferri, chiese ad Adam Smith, l’anestesista, di sottoporle qualche quesito. Linda stava studiando per un diploma di perfezionamento ed il bravo Adam si era offerto di aiutarla. “Bene, Linda, che cosa è l’anestesia generale?” Mentre pronunciava queste parole, Adam stava osservando i monitors sui quali erano visualizzati l’elettrocardiogramma, il grado di ossigenazione del sangue e la validità degli scambi respiratori dell’ormai nostro caro amico Bob Byrne. “L’anestesia generale è caratterizzata dalla perdita di coscienza e di sensibilità dell’intero organismo e dalla miorisoluzione, cioè dal rilassamento generale della muscolatura”
“Brava, e …a proposito invece dell’anestesia loco-regionale, mi sapresti enumerare le diverse modalità?”. Uno squillo del telefono interruppe la discussione; Mary Evans, capoinfermiera da ben 22 anni, alzò la cornetta, ascoltò per alcuni attimi e poi disse:        “Brenda, è per te. Una certa Isabel Lincoln”  “Oh,sì. E’ mia cugina, è un avvocato di Birmingham, grazie” “Le metodiche di questo tipo di anestesia” riprese Linda “sono: topica, per infiltrazione, blocco tronculare, blocco plessico e blocco centrale”
“Bravissima. Dimmi ancora: cosa prevede il blocco tronculare?”
“Prevede la somministrazione di anestetico in prossimità di un nervo e determina un’area di anestesia più ampia in corrispondenza della diramazione del nervo stesso”    “OK. Molto bene!”
Mentre Adam interrogava Linda, mentre Brenda parlava animatamente con la cugina e mentre Mary rilevava la pressione arteriosa del paziente, Jack preparava, intorno alla base dell’appendice, i punti di una legatura circolare detta borsa di tabacco. Sapete a cosa serve la borsa di tabacco? 
Serve per affondare il moncone appendicolare dopo la sua asportazione. Pochi istanti più tardi, Mary disse: “Ora ti interrogo un po’ io: numero uno?”  “Divaricatori” “Tre?”   “Sonda”   “Undici?”  “Pinza per graffette”  “Nove?”  “Portalacci”   “Bene, Linda, brava” Dovete sapere che gli infermieri di sala operatoria, perlomeno al St.John’s Hospital di Brighton, dove regna l’efficienza, devono sapere collegare i vari strumenti con il numero, riportato sulla busta sterile della confezione, che li identifica. Ad esempio, che so, le forbici sono il numero 7 e le pinze emostatiche il 4 (me lo ha confidato Jack Morton). Anche queste domande erano in programma all’esame per il diploma di infermiera di sala, che Linda, anche se molto brava, non aveva ancora sostenuto. Ella era sotto la supervisione di Mary, che ovviamente non distoglieva gli occhi da lei durante gli interventi di chirurgia e che conosceva per esperienza diretta come la commissione esaminatrice sarebbe stata accurata e pignola. Brenda, intanto, terminato l’interessante dialogo telefonico, si apprestò a dare il cambio a Jack, il quale poco dopo aprì il settimanale di enigmistica che teneva sempre con sé.
“Umhh….chi mi aiuta? Quattro verticale, sei lettere: legno elastico, resistente, riconoscibile per le marcatissime venature parallele….”
“Acero? No, sono cinque lettere” commentò Linda. “Mogano?” tentò Adam. “Mog.., no! Non combacia con l’otto orizzontale”  “Larice!” sentenziò Brenda. "Ma certo! Larice. Si inserisce alla perfezione, grazie Brenda” “Non c’è di che. Posso chiederti qualcosa anche io, Linda?” “Ma certo, capo! Con piacere” “Quali sono, in percentuale, i reparti più colpiti dalle infezioni ospedaliere?” Brenda, intanto, schiacciò con una grossa pinza la base dell’appendice, indi annodò un laccio per chiuderla definitivamente. 
“Sette orizzontale…sei lettere: generale a capo dell’esercito prussiano alla metà del 1800” Mary ed Adam si scambiarono un eloquente sguardo interrogativo.
“Undici per cento patologia neonatale, nove virgola nove cardiochirurgia, sette virgola sette chirurgia generale, sette virgola quattro oncologia, quattro virgola tre medici..”
“Bene, Linda, è sufficiente, perfetto. E dimmi…quale semplice accorgimento riduce moltissimo la trasmissione delle infezioni? Ah, Jack, il nome che cerchi è Moltke. Emme, o, elle, ti, cappa, e” L’aiuto posò la tazzina di caffè bollente per inserire le sei lettere.
“Lavarsi spesso le mani! La pulizia è fondamentale. Uno studio effettuato in un ospedale pediatrico ha dimostrato che, quando gli infermieri non si lavavano le mani dopo il contatto con i pazienti, i bambini acquisivano infezioni da stafilococco molto più di frequente” La stazione radio intanto era passata dal rock a Bach, Vivaldi e Salieri.
“Che musica deliziosa” commentò Brenda mentre finalmente recideva il piccolo organo con il termocauterio, un ansa metallica arroventata con la corrente elettrica.
“Ma sai dirmi quale è l’esatta procedura di lavaggio?” chiese Mary a Linda, mentre proteggeva l’intestino dal calore per mezzo di uno speciale strumento a forma di cucchiaio.
“Sicuro! Primo: bagnare le mani con acqua. Secondo: applicare sapone a sufficienza sino a ricoprire tutta la superficie delle mani”
“Tredici verticale…nove lettere: il mese dell’inaugurazione della grande linea ferroviaria
  Liverpool-Manchester nel 1830. Questa dovrebbe essere facile, quale mese ha nove lettere?”
“Terzo: strofinare le mani da un palmo all’altro.  Quarto: palmo destro sul dorso sinistro incrociando le dita e viceversa”
“Alza un poco il volume Jack, e metti su 107 megahertz: sta per iniziare la mia trasmissione preferita” “Ok, Adam. Ti basta così?”   “Benissimo, grazie” “Come andiamo, Adam?”
“Tutto bene, scambi respiratori, pressione ed elettrocardiogramma nella norma” Brenda, intanto, tirando i due capi della legatura a borsa di tabacco ed aiutandosi con una pinza, affondò il moncone nell’intestino del caro Bob. “Quinto: palmo a palmo con le dita intrecciate” L’apparecchiatura radiofonica gracchiò: “Gentili ascoltatori, ci colleghiamo come tutti i venerdì alle 18 con Mike Roberts, dai nostri studi di Londra” “Sesto: di nuovo le dita, opponendo i palmi con dita racchiuse, una mano con l’altra. Settimo: strofinare attraverso rotazione del pollice sinistro sul palmo destro e viceversa” “Sette orizzontale..riferire qualcosa a qualcuno..undici lettere…mah?!”“Ottavo: strofinare attraverso rotazione, all’indietro ed in avanti con le dita della mano destra sul palmo sinistro e viceversa” “Di che trasmissione si tratta?” chiese incuriosita Mary.
“Ogni settimana viene proposto un difficile rompicapo a cui i radioascoltatori possono provare a rispondere, beninteso se riescono a prendere la linea” “Nono: risciacquare le mani con acqua. Decimo: asciugare le mani con una salviettina monouso. Undicesimo e ultimo punto: usare la salviettina per chiudere il rubinetto. Ora le mani sono pulite:” Brenda, richiuso perfettamente l’infossamento sul moncone, passò ad annodare i fili della borsa di tabacco ed ad applicare un punto di rinforzo sulla sede dell’affondamento.
“Durata dell’intera procedura di lavaggio?” insistette ancora Mary.
“Dai 40 ai 60 secondi” rispose Linda.
“Bravissima, Linda” la lodò Brenda, che intanto ascoltava la radio e stava per lasciare il posto a Fred Barrow, terzo chirurgo, di poche parole ma accertata abilità manuale.
L’operazione infatti era praticamente conclusa.     
Fred chiese ad Adam: “Quali premi danno?” ( Fred era un tipo piuttosto venale ) “Oh..in ogni puntata sono in palio 10.000 sterline. Però di solito gli enigmi non vengono risolti e i premi si accumulano col tempo. Qualche mese fa un signore gallese ha guadagnato 120.000 sterline. Anche oggi credo che il premio sia consistente. E’ un po’ che non indovinano” “Proviamoci noi, allora” commentò Fred, che con le dita stava spingendo nuovamente l’intestino al suo posto. Brenda si era intanto seduta vicino all’apparecchio radio, con in mano l’ennesima tazza di caffè.
“Carissimi ascoltatori, vi giunga il mio augurio di una magnifica serata. E’ Mike Roberts che vi parla dalla sede londinese di Radio 107. Oggi il montepremi è arrivato a 90.000 euro. Ma non perdiamo tempo e leggiamo subito la domanda: abbiamo 10 caselle riempite a caso con numeri tutti diversi tra loro. A turno, uno dei due giocatori sceglie quale casella eliminare tra le due estreme, quella iniziale e quella finale della striscia che rimane, e incamera i punti segnati sulla casella. Vince chi alla fine ha la somma più alta. Quale è la strategia vincente? In bocca al lupo e via alle telefonate. Avete 15 minuti di tempo da questo istante.”  
Jack mise via la rivista di enigmistica con la griglia del cruciverba quasi completata, e si concentrò sulla frase di Mike Roberts.
Anche Fred pensò alle parole della radio mentre cuciva l’apertura del peritoneo con del catgut, filo di budella di gatto destinato ad essere riassorbito spontaneamente dall’organismo.
Adam guardava il tracciato dell’elettrocardiogramma, ma la sua mente vedeva un esempio delle 10 caselle allineate.
  8


   4
   11
     2
   43
   25
   15
    9
   32
   14
  Adam adorava quel tipo di sfide.
Brenda teneva la tazza con entrambe le mani ed il suo sguardo sembrava fissare l’infinito.
“Io non ci capisco niente di queste cose” confessò Linda, mentre manteneva aperte le labbra della ferita in modo tale da permettere a Fred di ricucire il muscolo.
“Mi sembra molto difficile!” fu il commento di Mary, che pure era una patita del sudoku con cui si cimentava ogni sera tornando a casa in metropolitana ( ed una volta, presa dalla foga, si era persin dimenticata di scendere alla sua fermata ).  “Sì, è molto impegnativo” le confermò Adam. “Adam, come andiamo?” si informò Fred.
“Tutto alla grande, anche il grado di ossigenazione del sangue. Il nostro taxista è un tipo tosto. Sto per sospendere l’erogazione dei farmaci. Tra poco comincerà a risvegliarsi”
Intanto cominciarono ad arrivare alla stazione radio le prime, timide telefonate, con soluzioni a dir poco strampalate, prontamente e puntualmente stroncate dagli acidi commenti di Mike Roberts.
Per qualche minuto nessuno telefonò più, a conferma di quanto numerosi ascoltatori in tutto il Regno Unito trovassero arduo il quesito in maniera imbarazzante.
Mentre Fred, coadiuvato dalle premurose, attente infermiere, chiudeva con alcune graffette metalliche la ferita sulla pelle, Brenda improvvisamente disse: “Devo fare una telefonata”            “Vuoi richiamare tua cugina?” si informò Mary.    “No. Adam, tu sai il numero di Radio 107?” “Sì,  093-4427896 , ma perché? Ah! Ho capito. Vuoi provarci tu” Sotto gli sguardi dei suoi cinque amici Brenda digitò le 10 cifre, attese qualche momento e poi,…ebbe la linea.  “Pronto, qui Mike Roberts di Radio 107, chi parla?”  “Mi chiamo Brenda Tinsley, telefono da Brighton”“Buonasera, missis Tinsley, vuole proporci la sua soluzione? Ci dica” “Sì, è semplice ed elegante. Vince chi ha la prima mossa. E’ sufficiente che sommi i numeri delle caselle pari, la seconda, quarta e così via…e quello delle caselle dispari. Se, ad esempio, risulta maggiore la somma delle caselle pari, egli sceglierà la numero 10. Se l’avversario poi prende la numero 1, allora egli sceglie la 2, se invece l’avversario prende la 9, egli ripiega sulla 8, e così via, prendendo sempre la casella vicina a quella scelta dall’altro.  Riuscirà, comunque, a sommare tutti i numeri sulle caselle pari, vincendo la sfida.    Funziona perché le caselle sono in numero pari”      
“Fantastico!! Bravissima. Anche lei vince la sfida, signora Tinsley, e si aggiudica ben 90.000 sterline.  Ora le passo la nostra segretaria per sapere dove mandargliele. Cari ascoltatori, anche per questa volta abbiamo terminato, appuntamento a venerdì prossimo, naturalmente su Radio 107. Una serena serata a tutti dal vostro Mike Roberts”
Mentre Brenda diceva al telefono: “coordinate bancarie UK46 U030 6947 9431 0000 0061 060” , Linda e Mary disinfettarono la ferita con tintura di iodio, la ricoprirono con garza sterile fissata con cerotti, posero poi sopra uno strato di ovatta ed infine, amorevolmente, fasciarono il tutto.      
Poco dopo ritroviamo il signor Byrne nell’area di risveglio, adiacente alla sala operatoria, ancora costantemente controllato da Adam. Brenda invece si lava le mani in un’altra cameretta attigua, vicino a Fred e Jack, i suoi aiutanti, che non finiscono di complimentarsi con lei e di insaponarsi.
Dopo 57 secondi e mezzo Brenda chiude il rubinetto e si avvia allo spogliatoio.
Diciotto minuti dopo attraversa l’atrio della clinica per uscire, protetta dalla pelliccia di ermellino, a sfidare la nevicata.  John e Michael, i due uscieri, la guardano a lungo camminare scortata da bianchi fiocchi nel viale alberato che, in leggera discesa, porta verso il centro della città.
“Che classe, il nostro primario! Vero John?” “Puoi dirlo forte! Che donna efficiente, dinamica, raffinata, gentile!”
“Non ho mai visto un primario di chirurgia così capace: è proprio vero, le donne hanno una marcia 
in più. Riescono a fare contemporaneamente venti cose, altro che noi!”
“Già. Brenda Tinsley è veramente eccezionale, una signora esemplare. Una perfetta..dama inglese


P.S.:Spero che siate molto felici di aver fatto la conoscenza di Adam, Brenda, Jack, Linda, Mary e Fred, per non parlare del buon Bob, che ormai considerate sicuramente un vostro intimo amico.  Tra l’altro, in caso di necessità, so per certo che ora sapreste anche eseguire una appendicectomia….casomai vi capitasse.
Poiché però per leggere il racconto avete dovuto girare le pagine con l’indice della mano destra, toccando un pezzo di carta che potrebbe essere infetto, vi do un consiglio: correte subito in bagno e, impiegandoci non meno di trenta secondi,……lavatevi le mani !

Pietro Rainero

1 commento:

  1. Una lettura che apre un dialogo in sala operatoria in effetti non è usuale anzi, direi originale! Complimenti.
    Comunque Brenda non è elegante se indossa la pelliccia di ermellino, infatti una persona elegante ha rispetto per gli uomini ma anche per la natura in tutte le sue forme di vita.
    Ciao Simo.

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