domenica 18 agosto 2013

LA POESIA DI GUIDO GOZZANO

    Guido Gozzano

    La signorina Felicita ovvero la Felicità


     
    
    I.
    Signorina Felicita, a quest'ora
    scende la sera nel giardino antico
    della tua casa. Nel mio cuore amico
    scende il ricordo. E ti rivedo ancora,
    e Ivrea rivedo e la cerulea Dora
    e quel dolce paese che non dico.

    Signorina Felicita, è il tuo giorno!
    A quest'ora che fai? Tosti il caffè:
    e il buon aroma si diffonde intorno?
    O cuci i lini e canti e pensi a me,
    all'avvocato che non fa ritorno?
    E l'avvocato è qui: che pensa a te.

    Pensa i bei giorni d'un autunno addietro,
    Vill'Amarena a sommo dell'ascesa
    coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa
    dannata, e l'orto dal profumo tetro
    di busso e i cocci innumeri di vetro
    sulla cinta vetusta, alla difesa...

    Vill'Amarena! Dolce la tua casa
    in quella grande pace settembrina!
    La tua casa che veste una cortina
    di granoturco fino alla cimasa:
    come una dama secentista, invasa
    dal Tempo, che vestì da contadina.

    Bell'edificio triste inabitato!
    Grate panciute, logore, contorte!
    Silenzio! Fuga dalle stanze morte!
    Odore d'ombra! Odore di passato!
    Odore d'abbandono desolato!
    Fiabe defunte delle sovrapporte!

    Ercole furibondo ed il Centauro,
    le gesta dell'eroe navigatore,
    Fetonte e il Po, lo sventurato amore
    d'Arianna, Minosse, il Minotauro,
    Dafne rincorsa, trasmutata in lauro
    tra le braccia del Nume ghermitore...

    Penso l'arredo - che malinconia! -
    penso l'arredo squallido e severo,
    antico e nuovo: la pirografia
    sui divani corinzi dell'Impero,
    la cartolina della Bella Otero
    alle specchiere... Che malinconia!

    Antica suppellettile forbita!
    Armadi immensi pieni di lenzuola
    che tu rammendi pazïente... Avita
    semplicità che l'anima consola,
    semplicità dove tu vivi sola
    con tuo padre la tua semplice vita!


2 commenti:

  1. Sul sentiero che porta a Villa Amarena, ogni giorno il poeta andava da lei. La Signorina Felicità allora tratteneva il poeta a cena. Si trattava comunque di una cena semplice fatta di cose genuine, il gatto, la farfalla notturna e la Maddalena (che faceva le pulizie) con i soliti commenti sui cibi e la successiva siesta o partita a carte tra amici. Un quadro che sembra godere di un momento felice ma che invece è anche triste.
    Incontrare la signorina Felicità è interessante anche per i lettori che si trovano davanti al grande tavolo e si riservano di assaggiare qualcosa di buono e cucinato dalla signorina Felicità. Un bel quadretto vacanziero da mettere in scena anche per non dimenticare il grande Guido.
    Ottimo lavoro.
    Ciao

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  2. Bianca Bertoglio
    Ciao, nell'eta' d'oro del crepuscolarismo ha dato una lezione di ironia. Gozzano nel cunese, si cara Simona era innamorato della vita semplice che osservava anche per concedersi qualche gustoso piatto di buona cucina ...a casa di Felicita.

    (vedi la signorina Felicita' e altre critiche di Lucchesini) 26 ago /Roma///

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