IL PITTORE LUCIANO VIANI
Note critiche di Valerio P. Cremolini
raccolte da Paolo Bassani
La poesia dei colori
Per scrivere di un artista è necessario
conoscerlo a fondo. Spesso, infatti, l'approccio è superficiale, sbrigativo e
limitato è il giudizio che si trae della persona se aiutati esclusivamente dai
suoi dipinti. Quando mi è stato chiesto di stendere un contributo sul lavoro di
Luciano Viani ho immediatamente pensato al rischio di non riuscire a capire e a
far capire, la personalità dell'artista la cui pittura semplice, ma per niente
elementare, è il risultato di una ricerca complessa, intelligente, vivace, sottoscritta
da un professionista nel quale si riassumono il piacere del vivere ed anche la
malinconia del vivere.
Prima, allora, di comprendere gli stupendi
acquerelli e le pensose marine credo di aver colto di Viani, dopo ripetute e
non frettolose conversazioni, gli impulsi esistenziali che lo aiutano ad essere
pittore, che lo sostengono nell'essere generoso e sincero cantore di una particolare
solitudine trafitta dalla lusinghevole voce del mare e dal ritmato scalpitio
degli zoccoli dei cavalli. Ma il mare, i cavalli, le maternità, i paesaggi
marini più o meno surreali sono punti di arrivo di un cammino folto di prove e
di verifiche che autorizzano Viani a sentirsi padrone di un magistero tecnico
di assoluta dignità ed interprete, per la fiducia che gli è accreditata, di
buona pittura.
E chi può affermare il contrario ammirando,
con gli occhi e con il cuore, i suoi solenni e socievoli cavalli? Non sono essi
palpabili esempi di quello splendore delle forme della vita che si esalta
attraverso 1'avventura più o meno segreta dell'arte? Non è vero che si avverte
il loro respiro? Non è altrettanto vero che la nostra immaginazione si mette in
moto, si agita, spinta dall'attraente spazio di vita dove essi si muovono
eleganti e superbi?
Nulla in Viani è
occasionale. Chi ha frequentato il suo studio a Vezzano Ligure vi ha trovato
non pochi riscontri di quel cammino accennato in precedenza. Ad iniziare, appunto,
dal cavallo, pochi come Viani, possono dichiararne la più intensa familiarità
sul piano pittorico. Lui, il cavallo, lo ha vivisezionato nelle ossa e nei
muscoli, ricreandolo con segno sicuro e colore sfumato in tavole di
straordinario valore che costituiscono il migliore saggio per dichiarare che
la sua pittura non nasconde alcun
inganno.
Ma poi si scopre,
ancora, che Viani ama i richiami del passato non disdegnando di allenare
l'occhio e la mano nella replica di
opere di illustri maestri e chi, come il sottoscritto lo ha seguito nel
riprodurre l'angelica e antica bellezza dei preraffaelliti (è bene ricordare
che nei secoli passati la copiatura era il metodo tipico per l'apprendimento
dell'arte) ha convincenti ragioni per apprezzarne ed esaltarne le non esigue
qualità.
Ed un rapido accenno meritano, ancora, le
teste in marmo scolpite in anni giovanili con
sapiente gusto classico e ben riposte nello studio a testimoniare la
propria versatilità per nulla rumorosa e partecipe a pieno titolo della sua
carta d'identità artistica.
I1 filo che sostiene l'attività pittorica
di Luciano Viani è sicuramente di spessore poetico e l'annuncio lirico si
diffonde dalla leggerezza del tratto che precisa concreti equilibri grafici e
sensibili tonalismi del colore; tensione romantica si sviluppa dalla delicata
cromaticità che avvolge le miti maternità e gli amati cavalli; modulazione
poetica è innestata fra il netto e deciso colore delle vedute marine, nelle
quali sono ben manifesti i segni di un profondo viaggio interiore lambito da
stati d'animo gioiosi e mesti.
È giusto
affermare che la pittura non è un semplice e vano esercizio, bensì un
incessante interrogare la propria e altrui esistenza; è, altresì, ragionevole
osservare che la pittura propone tramite il progetto puramente visivo che la
caratterizza infinite domande celate tra le innumerevoli relazioni di segni e
di colori, tra i molteplici campi figurativi e astratti che riassumono il
fantastico, il reale, l'emozione, la memoria, il sentimento.
Viani non è certamente un contorsionista e
la meditata sosta che lo vede interessato all'approfondimento di specifici è
esempio di maturità. Nella ripetizione dello stesso soggetto il pittore rinnova
il suo particolare modo di rapportarsi con la vita, il suo modo di percepire
una presenza, delle presenze. E, di volta in volta, tutti noi siamo colti dallo
stupore che si addensa tra i suoi meditati dipinti. Stupore che appartiene alla
pittura sincera, onesta, limpida, trasparente di Luciano Viani.
Valerio P.
Cremolini
ALCUNE OPERE
Paolo Bassani
Come ha ricordato il critico Cremolini, il
pittore Luciano Viani è un “vezzanese” doc; infatti, è legato da sempre a
Vezzano Ligure, ridente paese che si affaccia sulla vallata della Magra. E,
poiché anch’io sono vezzanese, gli
voglio offrire una poesia dedicata al suo e al mio paese.
TERRA PROMESSA
Siedi
sullo scalino
di pietra...
Lontane voci di bimbi
udrai
e rari suoni di passi
nell'eco di chiuse vie.
Odore di legna,
di pane ancora caldo,
ti porterà
alle antiche case
ove brilla ancora il fuoco
e il geranio adorna
minute finestre
esposte all'infinito.
Profumo di vino nuovo
ti condurrà
nella penombra quieta
di volte e di cantine linde.
Stupito
ancora
sarai
del tuo paese,
malinconico emigrante.
Struggente
sentirai
l'attesa del ritorno.
In questi colli
aperti sulla Magra,
rossi di vigne
e placidi d'olivi,
ecco, splendida nel sole,
la terra tua promessa.
Paolo Bassani
1a classificata
Premio Nazionale “Val di Vara” 1980
Una poesia fortemente impregnata di panismo, di rarefatto e tenue rimpianto dei tempi andati. Vi è la speranza a dare un imprimatur di superiore bellezza ad un canto appassionato e tenero di memorie.
RispondiEliminaComplimenti all'autore Paolo Bassani che ha saputo imprimere così forte temperamento al ricordo del paese natìo.
Ninnj Di Stefano Busà