venerdì 2 agosto 2013

PAOLO BASSANI: SUL PITTORE LUCIANO VIANI E POESIA

IL PITTORE LUCIANO VIANI

Note critiche  di Valerio P. Cremolini
raccolte da Paolo Bassani

La poesia dei colori





Per scrivere di un artista è necessario conoscerlo a fondo. Spesso, infatti, l'approccio è superficiale, sbrigativo e limitato è il giudizio che si trae della persona se aiutati esclusivamente dai suoi dipinti. Quando mi è stato chiesto di stendere un contributo sul lavoro di Luciano Viani ho immediatamente pensato al rischio di non riuscire a capire e a far capire, la personalità dell'artista la cui pittura semplice, ma per niente elementare, è il risultato di una ricerca complessa, intelligente, vivace, sottoscritta da un professionista nel quale si riassumono il piacere del vivere ed anche la malinconia del vivere.
Prima, allora, di comprendere gli stupendi acquerelli e le pensose marine credo di aver colto di Viani, dopo ripetute e non frettolose conversazioni, gli impulsi esistenziali che lo aiutano ad essere pittore, che lo sostengono nell'essere generoso e sincero cantore di una particolare solitudine trafitta dalla lusinghevole voce del mare e dal ritmato scalpitio degli zoccoli dei cavalli. Ma il mare, i cavalli, le maternità, i paesaggi marini più o meno surreali sono punti di arrivo di un cammino folto di prove e di verifiche che autorizzano Viani a sentirsi padrone di un magistero tecnico di assoluta dignità ed interprete, per la fiducia che gli è accreditata, di buona pittura.
E chi può affermare il contrario ammirando, con gli occhi e con il cuore, i suoi solenni e socievoli cavalli? Non sono essi palpabili esempi di quello splendore delle forme della vita che si esalta attraverso 1'avventura più o meno segreta dell'arte? Non è vero che si avverte il loro respiro? Non è altrettanto vero che la nostra immaginazione si mette in moto, si agita, spinta dall'attraente spazio di vita dove essi si muovono eleganti e superbi?
Nulla in Viani è occasionale. Chi ha frequentato il suo studio a Vezzano Ligure vi ha trovato non pochi riscontri di quel cammino accennato in precedenza. Ad iniziare, appunto, dal cavallo, pochi come Viani, possono dichiararne la più intensa familiarità sul piano pittorico. Lui, il cavallo, lo ha vivisezionato nelle ossa e nei muscoli, ricreandolo con segno sicuro e colore sfumato in tavole di straordinario valore che costituiscono il migliore saggio per dichiarare che la  sua pittura non nasconde alcun inganno.
Ma poi si scopre, ancora, che Viani ama i richiami del passato non disdegnando di allenare l'occhio e la mano nella replica di  opere di illustri maestri e chi, come il sottoscritto lo ha seguito nel riprodurre l'angelica e antica bellezza dei preraffaelliti (è bene ricordare che nei secoli passati la copiatura era il metodo tipico per l'apprendimento dell'arte) ha convincenti ragioni per apprezzarne ed esaltarne le non esigue qualità.
Ed un rapido accenno meritano, ancora, le teste in marmo scolpite in anni giovanili con  sapiente gusto classico e ben riposte nello studio a testimoniare la propria versatilità per nulla rumorosa e partecipe a pieno titolo della sua carta d'identità artistica.
I1 filo che sostiene l'attività pittorica di Luciano Viani è sicuramente di spessore poetico e l'annuncio lirico si diffonde dalla leggerez­za del tratto che precisa concreti equilibri grafici e sensibili tonalismi del colore; tensione romantica si sviluppa dalla delicata cromaticità che avvolge le miti maternità e gli amati cavalli; modulazione poetica è innestata fra il netto e deciso colore delle vedute marine, nelle quali sono ben manifesti i segni di un profondo viaggio interiore lambito da stati d'animo gioiosi e mesti.
È giusto affermare che la pittura non è un semplice e vano esercizio, bensì un incessante interrogare la propria e altrui esistenza; è, altresì, ragionevole osservare che la pittura propone tramite il progetto puramente visivo che la caratterizza infinite domande celate tra le innumerevoli relazioni di segni e di colori, tra i molteplici campi figurativi e astratti che riassumono il fantastico, il reale, l'emozione, la memoria, il sentimento.
Viani non è certamente un contorsionista e la meditata sosta che lo vede interessato all'approfondimento di specifici è esempio di maturità. Nella ripetizione dello stesso soggetto il pittore rinnova il suo particolare modo di rapportarsi con la vita, il suo modo di percepire una presenza, delle presenze. E, di volta in volta, tutti noi siamo colti dallo stupore che si addensa tra i suoi meditati dipinti. Stupore che appartiene alla pittura sincera, onesta, limpida, trasparente di Luciano Viani.

Valerio P. Cremolini

ALCUNE OPERE














Paolo Bassani

Come ha ricordato il critico Cremolini, il pittore Luciano Viani è un “vezzanese” doc; infatti, è legato da sempre a Vezzano Ligure, ridente paese che si affaccia sulla vallata della Magra. E, poiché anch’io sono vezzanese,  gli voglio offrire una poesia dedicata al suo e al mio paese.




TERRA PROMESSA

Siedi
   sullo scalino
      di pietra...
Lontane voci di bimbi
udrai
e rari suoni di passi
nell'eco di chiuse vie.
Odore di legna,
di pane ancora caldo,
ti porterà
alle antiche case
ove brilla ancora il fuoco
e il geranio adorna
minute finestre
esposte all'infinito.
Profumo di vino nuovo
ti condurrà
nella penombra quieta
di volte e di cantine linde.

Stupito
   ancora
      sarai
         del tuo paese,
malinconico emigrante.
Struggente
sentirai
l'attesa del ritorno.
In questi colli
aperti sulla Magra,
rossi di vigne
e placidi d'olivi,
ecco, splendida nel sole,
la terra tua promessa.

Paolo Bassani

1a classificata Premio Nazionale “Val di Vara” 1980






1 commento:

  1. Una poesia fortemente impregnata di panismo, di rarefatto e tenue rimpianto dei tempi andati. Vi è la speranza a dare un imprimatur di superiore bellezza ad un canto appassionato e tenero di memorie.
    Complimenti all'autore Paolo Bassani che ha saputo imprimere così forte temperamento al ricordo del paese natìo.

    Ninnj Di Stefano Busà

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