Recensione
a
Emanuele Marcuccio e AA. VV.
Dipthycha. Photocity Edizioni. Casa editrice
online. 2013
Un caleidoscopio complesso e variegato
per plurivocità
Antologia,
questa curata da Emanuele Marcuccio, pensata e assemblata con intenti
estetici e ispirativi ben precisi. Con
una scelta accurata di autori che incidano, con le loro pièces, per novità e
pluralismo propositivo. Stilemi vari e degni d’interesse; molteplicità di
architetture, di modi di essere e di dire.
A guidare la compagnia, per numero di poesie e di partecipazione alla
pagina, il curatore della stessa opera che io ho avuto occasione di conoscere
per avere recensito una sua silloge. E già a suo tempo ebbi a dire della
vocazione all’introspezione e al panismo esistenziale della sua poetica; capace
di coinvolgere per emozioni, fattesi, con naturalezza, impennate creative di
effetto immaginifico ed espansivo. E qui
ne abbiamo la conferma.
13
gli autori di varia caratura tecnico-intimistica; 12, ciascuno con una propria
poesia; e fra l’una e l’altra, a ripetizione, si inseriscono le composizioni
del Nostro curatore.
Bisogna
riconoscere che ci si trova di fronte a poeti in possesso di una parola vergine
e suasiva, di strumenti metrico-allusivi capaci di fasciare impulsi vitali; di
accenderli in immagini di evidente impatto visivo ed emotivo. E il tutto si
conclude con un apparato biobibliografico abbastanza illuminante sulla
storicità dei singoli, sul loro percorso artistico. Pur giovani, hanno
all’attivo pubblicazioni, inserimenti online e antologici che evidenziano la loro
frequentazione letteraria. Un caleidoscopio, quindi, complesso e variegato per
plurivocità; per diversi stili, molteplici indirizzi, che, anche se rivelano stilemi
sperimentali per linguaggi nuovi, lo fanno ben nutriti di rimandi evocativi e
di nessi letterari personali e, anche, storico-umanistici. Lo fanno con ritorni
a figure e costruzioni di tale fattura tecnico-fonica da richiamare ad un
classicismo rivisitato; a significanti odissaici d’intonazione leopardiana, o
montaliana. E non è certamente male fare della memoria storica un trampolino di
lancio verso l’innovazione. Da apprezzare, fra gli inclusi, voci che slargano
il canto verso orizzonti di inquietudini esistenziali molto vicine alle ultime
congetture post-momtaliane, post luziane. A quelle di un tempo, il nostro, dove
più che mai si sente il bisogno della ricerca di un verbo che soddisfi la
dicotomica avventura del nostro essere umani. Dove la pascaliana diatriba fra
la nostra “terrenità” e lo strappo a staccarsene è motivo di sconforto e di
quiete, di subbuglio e di spinta all’eccelso.
C’è
anche, in comune, una richiesta di complicità della natura; una richiesta di
collaborazione, di disponibilità a che si faccia patologico polemos fra gli opposti; strumento di
concretizzazione a double face: una: colore e figura che simboleggi il male di vivere;
l’altra: idillica contemplazione per un riposo, quasi annullamento dell’ego in
nirvana edenico.
Già
l’impatto con la copertina (colonne e resti di età classica) ci avvia ad una
lettura secondo cui la poesia non ha età. E secondo cui le tante distinzioni
che si fanno fra classicismo e modernismo, al fin fine, non sempre
corrispondono al vero. Soprattutto quando si vuole dare un segnale di
autenticità ad un tipo di poièin che
si nutre, per cultura e euritmia, di
ritorni storici che ci hanno preceduto. Vincolarci al passato e restarne
imbavagliati, no!, ma farne un solido e basilare fondamento significa dare
linearità e sub/stantia all’ars poetandi.
In
questo caso per fare un’esegesi filologica più attenta sulla individualità di
ciascun componente bisognerebbe riferirci alle singole loro composizioni. Farne
un’analisi critica precisa. Sarebbero indicative di una poetica, anche se
ridotto il materiale. Noi abbiamo voluto allargare lo sguardo ad un discorso
generale, che tratteggi un po’ le linee peculiari di questa antologia. D’altronde
lo spazio a noi concesso è questo ed è limitato. Lasciamo al lettore il resto
dell’indagine, perché “saper leggere” vale di più che “saper giudicare”.
Nazario
Pardini
Ieri è stato pubblicato il Volume antologico “Dipthycha. L'intero ricavato delle vendite sarà devoluto a AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Il libro è stato pubblicato da Photocity Edizioni e può essere acquistato con facilità direttamente dallo shop della casa editrice a questo link:ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=20706
Sarà a breve disponibile anche sulle altre librerie online e ordinabile in ogni libreria sul territorio nazionale essendo dotato di regolare codice ISBN. La prima presentazione del libro è prevista a Firenze, il prossimo novembre, in data da stabilirsi. Questo è il link alla pagina creata su “facebook”:www.facebook.com/Dipthycha
Simona Strada
RispondiEliminaVoglio solo dire che oltre alla recensione del poeta Pardini mi sembra anch originale il titolo.