E il mondo poi si sfalda
Il
giorno contraddice i suoi roseti,
stilla
albe di luce
su
cime disseccate,
fronde
ed erbe nuove sorridono.
Ma
tornano inquiete le memorie,
naufraghe
d’aria le farfalle in bozzolo.
Artigli
inesorabili, le rese,
fuochi
fatui sui sentieri del mondo,
mentre
in terra di riporto
sopravvive
il dolore dell’uomo,
presagio
uguale che rinfocola la pena.
E
il mondo poi si sfalda,
si
mostra decomposto, in migrazione,
straniero
a se stesso.
L’aurora
scorre come fioca luce,
confida
nella poesia del cuore,
magari
nella felicità dell’attimo
che
strazia il gioco delle trasparenze,
si
fa già sonno al suo risveglio.
Ninnj Di Stefano Busà
Augusto Condemi
RispondiEliminaBel testo! complimenti, l'autore è incredibilmente abile a mostrare la caducità del progetto-uomo e farlo con strumenti atti a mostrare il volto meno sfigurato della vita.
Sensazioni e percezioni diverse e quasi contrapposte si compongono in ossimoriche soluzioni. E perciò, anche se il mondo "si sfalda", sopravvive una "poesia del cuore che insieme alla "felicità dell'attimo" sottrae negatività al vivere quotidiano e dona una breve salvezza. Ma su tutto domina tuttavia il senso di un'assoluta precarietà, con accentuate venature pessimistiche.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Valeria Landolfi
RispondiEliminaSi tratta di una poesia triste, ma bella, perché possiede la bellezza creaturale che sopravvive nel cuore, anche quando tutto appare lontano o smarrito, quando opalescente sembra ogni alba della vita e tutto si ricompone in un canto dell'essere. La poesia è sempre preziosa dispensatrice di paesaggi sfaldati o proprio come afferma Balestrieri di "accentuate venature pessimistiche".