giovedì 19 settembre 2013

N. Di S. BUSA': ARTICOLO

CHE COSA E’ LA VERITA’ SECONDO LA CHIESA


a cura di Ninnj Di Stefano Busà

Può risultare illuminante perseguire il termine “verità” per altre vie traverse, ma in ogni caso un confronto s’impone tra verità prosaica del dizionario e verità in Cristo indistricabile e autentica nel suo significato: la parola si staglia in tutta la sua eloquenza che non può essere fraintesa.
Per perseguire il fine conoscitivo è meglio rapportarsi ad una teoria non idolatra, ma permanentemente atta a entrare nel mondo della <prassi> senza costituire la sfida di una Chiesa ortodossa che ne restringa i limiti e la imponga al mondo.
C’è una evidente discrasia tra il mondo sordo e obliterato di tutti i giorni e l’ontologia della Verità istruita dal Vangelo. Le azioni liturgiche sono espressioni–simbolo della fede in una Verità che ci trascende.
E oggi è ancor più chiara e tangibile la contraddizione tra il modo di professarsi cristiani e il suo esser(ci).
Si tratta di constatare come la fede è entrata in un conflitto globalizzato plasmato da una massificata ortodossia che non esprime più la verità evangelica, ecumenica, ma la frantumazione e la contraddizione proprie della secolarizzazione. Il postmodernismo è entrato a far parte anche della dottrina fideistica e ideologica del credo cristiano.
Siffatta condizione si rivela come una presa di distanza da ciò che veramente è la Verità secondo la prassi dello spirito e della professione di fede in Cristo.
Bisogna riappropriarsi del culto in Spirito e Verità Cristiani, senza ridurre la sfida alla discontinuità che i liturgisti e i teologi fin qui ci hanno precostituito, ma senza respingere la stretta dipendenza tra verità e teologia, né esauturare o scardinare l’ordine della prassi “cristiana” che comprende lo Spirito di Dio.
Si può perciò individuare una opposizione visibilmente più critica nei confronti della teoresi dogmatica, senza per questo rifiutare tout court la tradizione religiosa e il culto del cattolicesimo. È possibile ritrovare una via d’intesa tra riflessioni dogmatiche e opposizioni irriducibili al culto della sua verità, senza respingere quest’ultima negli angusti limiti della miscredenza o ateismo della cultura della postmodernità.
Fin qui, c’è inconciliabilità netta tra il culto cristiano incarnato nella Verità Divina e la verità “altra” dei profeti e dei miscredenti, quest’ultima ci libera dal peccato della morte, mentre quella di Dio ci suggella alla speranza di un cammino di luce, di fede, di redenzione (vedi le parole di Gesù): “ io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”(Gv 8,12).
Ecco, quindi il culto dello spirito, (precetto fondamentale cristiano), per il quale l’amore d Dio si è incarnato, ma che impedisce di dover essere sacramento senza contraddizione, dottrina teologica come superamento, o prassi che fa dell’avvento divino quell’evento dell’attualità scandaloso e idolatra, non allineato al culto dello spirito teologico della volontà del mondo.


 Ninnj Di stefano Busà

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