Recensione
a
Maria
Grazia Ferraris: Occhi di donne
Le
Edizioni del Porticciolo. La Spezia. 2012. Pp. 102. € 12.00
C’è qui, in questi
racconti, un saporito e generoso filo conduttore che ci tiene avvinti alla
parola: la scelta oculata di significativi personaggi femminili che, tratti
dalla mitologia e dalla letteratura, ben giocano, con intento chiaro, per il
titolo del testo: OCCHI DI DONNE. Occhi che meglio di quelli maschili riescono
ad andare a fondo dei sentimenti, dei
fatti e il dipanarsi delle vicende. Che sanno giudicare, che sanno amare, che
sanno abbracciare con intenzioni di pace, con voglia di cogliere il buono, il
giusto, persino nelle storie meno appariscenti. Nei risvolti più segreti degli
intrighi umani. E c’è l’amore a dominare con tutta la sua complessità; con
tutta la sua plurale universalità di armonie, di contrasti, di avvilimenti, o
di abbandoni. E tutto si snocciola con una naturalezza rappresentativa e
figurativa che in certi punti assume significanza cinematografica. Significanza
di un’attualità sconcertante, tanto queste donne ci sono vicine nei loro
intrighi vicissitudinali. Donne come Clitennestra, “con la sua folla di
sentimenti tempestosi che fanno rissa dentro di lei”, con la sua storia zeppa
di contrasti umani. E che cosa di più
attuale che la vicenda di Clitennetra ed Agamennone? Del pathos che, sotterraneo, si distende nel susseguirsi dell’azione.
Fra l’altro un’azione sviluppata dall’autrice con grande garbo, e sapor vitae. Sta qui la grandezza di
questi brani: nella attualizzazione dei caratteri, nella modernizzazione di una
mitopoiesi di alto spessore poetico-narrativo. E c’è Alcesti con la sua triste vicenda
onirica: “Deve morire Admeto. Quando? Si chiede incredula”. E Zenobia… E
Louise: “Ha avuto molti amori, quello per il filosofo Victor Cousin, …, poi
Alfred de Vigny e Alfred de Musset…”.
Donne descritte con dovizia di aggettivazioni e condimenti che ne rendono la
funzione veramente generosa se riferita all’obiettivo essenziale:
l’universalità dell’amore femminile. Racconti brevi, ma di una intensità mordace,
e avvincente. Anche perché la parola è impiegata con tale duttilità linguistica
che accosta con polisemica resa le motivazioni sentimentali della Ferraris; che
si assembla con articolati legami in veri spezzoni di prosa poetica per armonia
e fragranza descrittiva; e che sa legare fra loro le abbondanti conoscenze
letterarie ricche di riferimenti umanistico-culturali. Ma sono gli incipit di ogni racconto a dirci del’eleganza,
della sensibilità e della raffinatezza con cui la scrittrice dà inizio alle
storie: Clitennestra “la regina altera, dalle bionde trecce, osserva dall’alto
del palazzo di Micene, con occhi immobili e gelidi, l’arrivo di Agamennone, il
marito… Le è accanto il cupo Egisto, fosco nell’aspetto, trepidante, complice
consapevole…”. Pennellate naturali, vere, che accompagnano la presenza dei
personaggi ravvivandone lo spessore emotivo. Alcesti: “E’ bella la Tessaglia montuosa, nel
cuore della mitica Grecia, difesa dalla catena del Pindo e dal monte Olimpo che
la sovrasta a nord, mentre a meridione il monte Pelio ricoperto di foreste e
generoso di acque offre rifugio, pace e refrigerio e ad oriente il mar Egeo
circonda come un uncino protettivo la penisola del Pelio”. Quale contorno migliore per introdurre una
fanciulla graziosa, legata alla casa, alla famiglia, ai lavori donneschi, alla
sua terra, affettuosa e aperta allo straniero, generosa e no priva di coraggio.
Insomma ci sono gli ambienti, la natura,
i contorni a rafforzare i caratteri, a dare tono al dramma delle vicende, o “alla
serenità con cui l’occhio femminile riesce a delineare la realtà entrando in
essa profondamente, senza superficialità, e portandosi quella ricchezza interiore
che è propria del loro essere femminile”, come scrive, nella prefazione, Rina
Gambini. Sì!, dieci storie di donne che soffrono e che amano, e che dimostrano
con la loro forza spirituale di esistere, marcando le trame con coraggio e generosità, con grazia e decisione, fra
paesaggi ora umili, ora lucenti come i loro volti, come i loro credi: “Il
paesaggio, fuori dalla città, è di dolci colline, un naturale anfiteatro
boscoso che dolcemente degrada, una vallata con foreste di aceri, platani,
abeti, prati costellati di ranuncoli, stretti dai fiumi”. E tutto si adorna di
immagini fresche e lampanti, come fresco è il dire che racconta la vita, perché
è della vita che l’autrice al fin fine ci vuole narrare.
Nazario Pardini
17/01/2014
Maria Grazia Ferraris vive a Gavirate; ha insegnato Letteratura italiana e
storia nelle scuole medie superiori, si occupa di critica letteraria ed in
particolare studia il contributo della scrittura femminile del Novecento. Ha
studiato l’opera di G. Rodari giornalista, scrittore e poeta, l’altro Rodari,
intervenendo con più contributi nel volume Ricordar Rodari, curato
dagli Amici di Fignano di Gavirate, ed. Macchione, 06 e con la pubblicazione
del saggio G. Rodari: un fantastico uomo di lago, nel
2010 (studi a trent’anni dalla morte), (premio Giuria, VIA FRANCIGENA, 2011).
Ha curato nel 2009 l’antologica “Omaggio
al nostro territorio, ai suoi personaggi, alla sua storia”, ha pubblicato
la prima raccolta di poesie Di Acque e di Terra nel 2009,
(premio Città di Recco, 2011, CAPIT Roma, 2011, Priamar Savona, 2011),
il volume di racconti Lettere mai spedite, ed. Montedit ( finalista
premio Prévert 2010)
.
Dieci personaggi femminili del passato e del presente che spiegano in prima
persona la vita delle donne: quelle potenti eppur tragiche del passato
(Clitennestra, Zenobia di Palmira…), quelle quotidiane eppur tormentate nella
loro complessità umana che vivono il presente (Amelia Rosselli, Sylvia Plath,
Alda Merini…).
Raccontano i sentimenti più ampi, più
umani e anche dolorosi (amore, dedizione, passione, ironia, malinconia,
fragilità, solitudine, generosità, disperazione…)
che accompagnano sempre la vita
delle donne ed il loro sguardo plurale,disincantato sul mondo.
- La copertina rappresenta un dipinto di
A. Modigliani- Donna con ventaglio- è stato scelto perché a mio
parere, questa donna- non bella, non giovane, non alla moda- comune - è
nondimeno bellissima, affascinante ed elegante, intrigante: una donna vera,
soltanto donna.
- L’edizione è quella culturale del Porticciolo,
presso la litografia Conti –SP, (Associaz. culturale Il Porticciolo,
via Via del Canaletto 146 – 19126 La Spezia, la rivista della dott. Gambini,
che ne è la direttrice, e che si è prestata alla stampa).
Ne ho fatto stampare poche copie, a mie
spese. Parte le ho regalate, una parte le ho vendute quando ho
presentato i racconti nelle associazioni culturali varesine.
Per chi volesse contattarmi: ferraris.libri@gmail.com
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