Edda
Conte ci propone due brani realisticamente visivi, veri, simbolicamente audaci
e speculari di una intimità polivalente
e complessa: una analisi interiore col
ricorso ad una natura che ora lucida di sole ora brumosa di nubi tende a
significare stati d’animo zeppi di risvolti umani: concretizzazioni di silenzi,
trasporti emotivi, viaggi in cerca di una quiete appagante; di un riposo che la
vita richiede; di una quiete spesso metaforizzata in sfrigolii forieri di
abbrivi ed emozioni fertili di poesia. E il tutto si dipana con una fluidità
morbida e suadente che avvolge un’anima intenta a dire di sé; del suo esistere
con una tale leggerezza e con una tale delicatezza che in certi momenti di
maggior effusione non è difficile trovarvi una vena poeticamente lirica; un
epigrammatica narrazione di urgente intrusione introspettiva: miraggi,
pensieri, assopimenti, sfrigolii lievi, donne sole, realtà difficili:
“…
Ma che vuol dire? miraggio?! i pensieri non sono un miraggio. I pensieri ci
sono o non ci sono. Il miraggio è immagine lontana, irreale. I pensieri sono
peculiari sostanziali immanenti..
Il
paragone non regge. Torno
all'assopimento.
Uno
sfrigolio lieve, continuo, forse un respiro difficile...un pensiero che graffia
la mente. Afa d'agosto. Caldo. Lenzuolo appiccicoso.
Donna sola, nella calura della stanza, in una
realtà difficile. Inquietudine, desideri
latenti, bisogno di evasione.
Sfrigolio lieve, continuo....
Prendo a
sfogliare le pagine dei giorni alla ricerca di......??”,
alla
ricerca di sé stessa, di un’isola che non c’è, di orizzonti impossibili per la
cecità del nostro essere mortali; forse è il sogno che permette di raggiungere
certi traguardi, come afferma Schopenhauer: “La vita e i sogni sono fogli di
uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”.
Tante le indicazioni che danno corpo a questioni di difficile soluzione; a interrogativi
che ci turbano; a questioni sociali, anche, che ci riguardano; a solitudini che
non di rado ci isolano trasferendoci in mondi troppo lontani dalle nostre
vicissitudini, ma che ci spingono, anche, verso quelle alcove rigeneranti che
fanno parte del fatto di essere umani; e in quanto tali inquieti e in preda ad
una saudade di melanconiche sottrazioni.
“…
Non è ancora buio ma i colori delle cose non si distinguono più, sono come
avvolte in un serico manto senza colore , di una tonalità di grigio
luminoso anche nella sua
compattezza. Unica protagonista è lei,
la cortina di gocce trasparenti che
isola il balcone dal resto del mondo., che si posa leggera sui gerani, che
accarezza i calici dell'ibisco, li penetra, li coinvolge in un lievissimo
movimento, come un accenno di danza.
Tutto
è silenzio. Persino gli "inseparabili" nella loro gabbia protetta sono insolitamente
silenziosi. Attoniti.
Fa
fresco, piacevolmente.
La sera scende "invocata", come dice
il Poeta…”.
Scende
la sera,sì; quell’immagine che tanto sa di vita, di riposo, di ultimazione, di
quiete; “è nella fine del giorno che il poeta trova l’essenza del suo andare;
la memoria del suo viaggio; il riposo dei suoi perché…”, afferma il poeta. Ed è
proprio nella sera che la scrittrice trova il suo riposo; il vero contatto con il
suo sogno, quando tutto tace, e della vita resta solo uno sfrigolio.
Nazario
Pardini
PIOGGIA
Finalmente
è arrivata: fine , dolce, silenziosa.
Pura e innocente.
Ha
un alito appena appena rinfrescato. Sfiora leggera le cose con un fruscio ,
potresti scambiarlo con il sussurro del pioppo , quando ci passa in mezzo la
brezza.
Come
è bello, distensivo, questo momento scelto dalla pioggia per regalare qualcosa
all'Agosto che muore. Un dono prezioso, una parentesi di quiete nei giorni convulsi di sole e di mare. Un
respiro che ha profumo di terra, un'immagine evocativa di boschi, di ruscelli
cristallini, di foglie cadute, di sottobosco profumato di borraccina e di
funghi. Profumo di Autunno, con i suoi languori. Invece
è una giornata d'Estate.
Non
è ancora buio ma i colori delle cose non si distinguono più, sono come avvolte
in un serico manto senza colore , di una tonalità di grigio luminoso anche nella sua compattezza. Unica protagonista è lei, la cortina di gocce
trasparenti che isola il balcone dal
resto del mondo., che si posa leggera sui gerani, che accarezza i calici
dell'ibisco, li penetra, li coinvolge in un lievissimo movimento, come un
accenno di danza.
Tutto
è silenzio. Persino gli "inseparabili" nella loro gabbia protetta sono insolitamente
silenziosi. Attoniti.
Fa
fresco, piacevolmente.
La sera scende "invocata", come dice
il Poeta.
Questa pioggia estiva...la sera... il Poeta e
la Poesia... Il pensiero è un aquilone che sale, sale sempre più in alto.
...Sera,
quiete, richiamo al silenzio di un Oltre che attende...ma questa sera è sera di pioggia, pioggia che consola dopo mesi
di calura.
Finita la giornata, accantonati i problemi, il
pensiero è libero di pensare. I desideri che si fanno sogni, mentre il rumore
lieve e continuo li favorisce, l'aria nel non colore ha il potere di
trasformarli in immagini che sembrano reali.
La pioggia continua a cadere, dolcemente,
incessantemente...
L'ora scorre.
La sera si adombra, il silenzio si fa più intenso.
"...e
intanto fugge/ questo reo tempo.." continua il Poeta nel suo bellissimo
sonetto. ..Io allora penso a "questo " reo tempo, che non è più
quello del Poeta,
ma
è comunque reo. Ma reo di cosa, poi ? di
fuggire, certo, ma di cosa altro si può incolpare ? Prendiamo , ad esempio , le guerre. Le guerre
sono in ogni tempo -vero- , ma possiamo incolpare il secolo xx degli
orrori commessi nel periodo?
E
la miseria, le carestie, le conseguenze delle migrazioni ( per parlare del nostro Tempo) a che cosa dobbiamo attribuirle?
Caro
Poeta, forse vuoi incolpare il Tempo perché irriducibilmente passa , passa e
va, non si ferma mai, nel bene e nel male.
Piuttosto,
non sarà l'uomo, l'unico vero reo?
.........
Uno
squillo mi riporta all'attimo presente.
Vado a rispondere ...
- !Non posso crederci....
Questa
dolcissima pioggia ha allagato il cortile!
Le fogne sono intasate...
Edda
Conte
Settembre
2016
CALURA
Uno sfrigolio lieve e continuo, quasi un aspro
respiro. In astratto un pensiero sgradito a graffiare la mente. Afa d'agosto.
Perfino il mare sembra faccia fatica a esalare il consueto respiro.
L'orologio meccanico canta quattro versi a
imitazione di un improbabile uccello.
Il
suono sgradito scuote il torpore.
Primo pensiero fiacco, velleitario...lirico?
forzato?
"Preziosa è l'ora che crea pensieri come Morgana il miraggio dell'acqua nel
deserto...
Ripasso criticamente il pensiero, parola su
parola...
Ma
che vuol dire? miraggio?! i pensieri non sono un miraggio. I pensieri ci sono o
non ci sono. Il miraggio è immagine lontana, irreale. I pensieri sono peculiari
sostanziali immanenti..
Il
paragone non regge. Torno
all'assopimento.
Uno
sfrigolio lieve, continuo, forse un respiro difficile...un pensiero che graffia
la mente. Afa d'agosto. Caldo. Lenzuolo appiccicoso.
Donna sola, nella calura della stanza, in una
realtà difficile. Inquietudine, desideri
latenti, bisogno di evasione.
Sfrigolio lieve, continuo....
Prendo a
sfogliare le pagine dei giorni alla ricerca di......??
Un giochino suggerito dalla psicoterapeuta
dice di scegliere da un mazzo, con due
dita, una carta e poi un'altra. Hai
facoltà di cambiare la carta una sola volta.. Leggere e riflettere.
Forse
si può fare la stessa cosa con il mazzo
dei giorni...forse ne deriverà una
speciale distensione.
Prendo
una "carta", così, a caso: "GIOVINEZZA".
Ah, no, pensiero troppo faticoso.
Cambio.
Altra
parola, altra immagine . Non la guardo, per scaramanzia.
Ora
estraggo la seconda "carta". QUIETE!. Bella parola, rara, importante.
La quiete non si compra non si riceve non si
vende...forse si trova, così, come per caso, come si inciampa in un sasso
mentre si cammina.... Ma come si fa per riconoscerla? che forma ha? è maschile
o femminile? Astratta o concreta? Che
sarà mai questa cosa importante che chiamiamo Quiete!
Guardo ai piedi, caso mai ci fosse qualche speciale sasso...
...E
la mente va, la mente va....
Ecco
un grande cancello, chiuso. Forse al di là si trova Quiete, nel silenzio
dell'ora, tra i cipressi alti e schietti...
e
la mente va...in duplice filar...
Va
oltre. Va oltre....
Afa
d'Agosto. Silenzio denso pesante. Tace lo sfrigolio molesto. Si è portato via
il pensiero.
Tutto
intorno all'isola il mare. Il mare libero e immaginifico. La baia luminosa di
sole . Il vento tra i capelli, sul corpo nudo...
Stridono gli uccelli marini, s'incrociano
volando sopra l'acqua, a contendersi il cibo. ...
Il
gabbiano reale, magnifico, ali immense, becco prepotente plana a picco, afferra
la preda ignara a pelo d'acqua.. Ride, il gabbiano reale, ride con verso
stridulo, sgraziato...Disturba.
Una
conchiglia imprigiona l'eco dell'onda...una vela bianca scivola nel meriggio
tra i sussurri del vento ..
Barca
solitaria. Forse porta Quiete a spasso sul mare. Sul mare calmo, amico....
Rompe
l'incanto la voce di un megafono improvviso...
Pubblicità, non Quiete.!
Nella
stanza afosa lo sfrigolio, molesto, continuo, allontana ogni altro rumore,
annulla le immagini.
"Preziosa l'ora che crea
pensieri come Morgana .....
Miraggi.
Miraggi della mente in cerca di Quiete.
Infine la riconosco.
Non
la vedo, non la sento. La Quiete è dentro di me.
Sotto
il letto, sdraiato in cerca di frescura, il vecchio gatto continua tranquillo il suo
russare.
Edda
Conte
Agosto 2016
Caro Nazario,questo il mio commento al tuo commento:
RispondiEliminaSull'isola "delle grandi anime" io con te o tu con me? Molto bello e davvero sentito quello che hai scritto dei miei due "racconti" Grazie, il tuo commento mi basta.
Buona giornata,
con affetto Edda Conte
Difficile e credo ambizioso aggiungere qualcosa al commento puntuale ed esaustivo dell'eminente poeta e critico Nazario Pardini.
RispondiEliminaEppure più leggo più trovo spunti di riflessione nelle parole di questa scrittrice, artista ma ancor prima donna sensibile.
Il fluire dei suoi pensieri semplice nell' esposizione ma suadente e vellutato nei termini e nelle atmosfere dimostra a mio parere che la poesia non è sempre un fatto di metrica e di armonia di parole.
Parafrasando una frase di Robert Frost mi viene da dire che c'è poesia dove un'emozione trova il pensiero e il pensiero trova le parole.
E in questi racconti le emozioni,la profondità delle riflessioni e le domande esistenziali della scrittrice si percepiscono e sono ben rappresentati nelle sue parole,tanto da arrivare al lettore meno preparato e coinvolgerlo emotivamente.
Patrizia
Grazie di cuore, gentile Patrizia! Il tuo commento è perfettamente aderente allo spirito dei miei scritti, sempre suggeriti dall'amore per il bello e dalla sincerità dell'espressione.
RispondiEliminaEdda.
pioggia e calura : due immagini dell'estate attraverso cui Edda esprime le sue riflessioni sul senso della vita e sulla realtà sociale. Sono molto felice di aver letto i due racconti brevi , e null'altro mi sento di aggiungere al bellissimo commento di Nazario . Nadia Chiaverini
RispondiElimina