giovedì 6 ottobre 2016

EDDA CONTE: "RACCONTI INEDITI"


Edda Conte ci propone due brani realisticamente visivi, veri, simbolicamente audaci e speculari di una intimità  polivalente e complessa: una analisi interiore col  ricorso ad una natura che ora lucida di sole ora brumosa di nubi tende a significare stati d’animo zeppi di risvolti umani: concretizzazioni di silenzi, trasporti emotivi, viaggi in cerca di una quiete appagante; di un riposo che la vita richiede; di una quiete spesso metaforizzata in sfrigolii forieri di abbrivi ed emozioni fertili di poesia. E il tutto si dipana con una fluidità morbida e suadente che avvolge un’anima intenta a dire di sé; del suo esistere con una tale leggerezza e con una tale delicatezza che in certi momenti di maggior effusione non è difficile trovarvi una vena poeticamente lirica; un epigrammatica narrazione di urgente intrusione introspettiva: miraggi, pensieri, assopimenti, sfrigolii lievi, donne sole, realtà difficili:
“… Ma che vuol dire? miraggio?! i pensieri non sono un miraggio. I pensieri ci sono o non ci sono. Il miraggio è immagine lontana, irreale. I pensieri sono peculiari sostanziali immanenti..
Il paragone non regge.  Torno all'assopimento.
Uno sfrigolio lieve, continuo, forse un respiro difficile...un pensiero che graffia la mente. Afa d'agosto. Caldo. Lenzuolo appiccicoso.
 Donna sola, nella calura della stanza, in una realtà difficile.  Inquietudine, desideri latenti, bisogno di evasione.
 Sfrigolio lieve, continuo....
 Prendo a sfogliare le pagine dei giorni alla ricerca di......??”,
alla ricerca di sé stessa, di un’isola che non c’è, di orizzonti impossibili per la cecità del nostro essere mortali; forse è il sogno che permette di raggiungere certi traguardi, come afferma Schopenhauer: “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”. Tante le indicazioni che danno corpo a questioni di difficile soluzione; a interrogativi che ci turbano; a questioni sociali, anche, che ci riguardano; a solitudini che non di rado ci isolano trasferendoci in mondi troppo lontani dalle nostre vicissitudini, ma che ci spingono, anche, verso quelle alcove rigeneranti che fanno parte del fatto di essere umani; e in quanto tali inquieti e in preda ad una saudade di melanconiche sottrazioni.
“… Non è ancora buio ma i colori delle cose non si distinguono più, sono come avvolte in un serico manto senza colore , di una tonalità di grigio luminoso  anche nella sua compattezza.  Unica protagonista è lei, la cortina di gocce trasparenti  che isola il balcone dal resto del mondo., che si posa leggera sui gerani, che accarezza i calici dell'ibisco, li penetra, li coinvolge in un lievissimo movimento, come un accenno di danza.
Tutto è silenzio. Persino gli "inseparabili"  nella loro gabbia protetta sono insolitamente silenziosi. Attoniti.
Fa fresco, piacevolmente.
 La sera scende "invocata", come dice il Poeta…”.
Scende la sera,sì; quell’immagine che tanto sa di vita, di riposo, di ultimazione, di quiete; “è nella fine del giorno che il poeta trova l’essenza del suo andare; la memoria del suo viaggio; il riposo dei suoi perché…”, afferma il poeta. Ed è proprio nella sera che la scrittrice trova il suo riposo; il vero contatto con il suo sogno, quando tutto tace, e della vita resta solo uno sfrigolio.

Nazario Pardini


PIOGGIA

Finalmente è arrivata: fine , dolce, silenziosa.  Pura e innocente.
Ha un alito appena appena rinfrescato. Sfiora leggera le cose con un fruscio , potresti scambiarlo con il sussurro del pioppo , quando ci passa in mezzo la brezza. 
Come è bello, distensivo, questo momento scelto dalla pioggia per regalare qualcosa all'Agosto che muore. Un dono prezioso, una parentesi di quiete  nei giorni convulsi di sole e di mare. Un respiro che ha profumo di terra, un'immagine evocativa di boschi, di ruscelli cristallini, di foglie cadute, di sottobosco profumato di borraccina e di funghi. Profumo di Autunno, con i suoi languori.  Invece  è una giornata d'Estate.
Non è ancora buio ma i colori delle cose non si distinguono più, sono come avvolte in un serico manto senza colore , di una tonalità di grigio luminoso  anche nella sua compattezza.  Unica protagonista è lei, la cortina di gocce trasparenti  che isola il balcone dal resto del mondo., che si posa leggera sui gerani, che accarezza i calici dell'ibisco, li penetra, li coinvolge in un lievissimo movimento, come un accenno di danza.
Tutto è silenzio. Persino gli "inseparabili"  nella loro gabbia protetta sono insolitamente silenziosi. Attoniti.
Fa fresco, piacevolmente.
 La sera scende "invocata", come dice il Poeta.
 Questa pioggia estiva...la sera... il Poeta e la Poesia... Il pensiero è un aquilone che sale, sale sempre più in alto.
...Sera, quiete, richiamo al silenzio di un Oltre che attende...ma questa sera  è sera di pioggia, pioggia che consola dopo mesi di calura.
 Finita la giornata, accantonati i problemi, il pensiero è libero di pensare. I desideri che si fanno sogni, mentre il rumore lieve e continuo li favorisce, l'aria nel non colore ha il potere di trasformarli in immagini che sembrano reali.
 La pioggia continua a cadere, dolcemente, incessantemente...
 L'ora scorre.  La sera si adombra, il silenzio si fa più intenso.
"...e intanto fugge/ questo reo tempo.." continua il Poeta nel suo bellissimo sonetto. ..Io allora penso a "questo " reo tempo, che non è più quello del Poeta,
ma è comunque reo.  Ma reo di cosa, poi ? di fuggire, certo, ma di cosa altro si può incolpare ?  Prendiamo , ad esempio , le guerre.  Le guerre  sono in ogni tempo -vero- , ma possiamo incolpare il secolo xx degli orrori commessi nel periodo? 
E la miseria, le carestie, le conseguenze delle migrazioni  ( per parlare del nostro Tempo)  a che cosa dobbiamo attribuirle?
Caro Poeta, forse vuoi incolpare il Tempo perché irriducibilmente passa , passa e va, non si ferma mai, nel bene e nel male. 
Piuttosto, non sarà l'uomo, l'unico vero reo?
.........
Uno squillo mi riporta all'attimo presente.  Vado a rispondere ...
    - !Non posso crederci....
Questa dolcissima pioggia ha allagato il cortile!  Le fogne sono intasate...

Edda Conte
Settembre 2016



CALURA

 Uno sfrigolio lieve e continuo, quasi un aspro respiro. In astratto un pensiero sgradito a graffiare la mente. Afa d'agosto. Perfino il mare sembra faccia fatica a esalare il consueto respiro.

Sul lenzuolo caldo- caldissimo un bisogno di muoversi, di scollarsi.
 L'orologio meccanico canta quattro versi a imitazione di un improbabile uccello.
Il suono sgradito scuote il torpore.
 Primo pensiero fiacco, velleitario...lirico? forzato?
 "Preziosa è l'ora che crea pensieri come Morgana il miraggio dell'acqua nel deserto...
 Ripasso criticamente il pensiero, parola su parola...
Ma che vuol dire? miraggio?! i pensieri non sono un miraggio. I pensieri ci sono o non ci sono. Il miraggio è immagine lontana, irreale. I pensieri sono peculiari sostanziali immanenti..
Il paragone non regge.  Torno all'assopimento.
Uno sfrigolio lieve, continuo, forse un respiro difficile...un pensiero che graffia la mente. Afa d'agosto. Caldo. Lenzuolo appiccicoso.
 Donna sola, nella calura della stanza, in una realtà difficile.  Inquietudine, desideri latenti, bisogno di evasione.
 Sfrigolio lieve, continuo....
 Prendo a sfogliare le pagine dei giorni alla ricerca di......??
  Un giochino suggerito dalla psicoterapeuta dice di scegliere  da un mazzo, con due dita, una carta e poi un'altra.  Hai facoltà di cambiare la carta una sola volta.. Leggere e riflettere.
Forse si può fare la stessa cosa con il mazzo dei giorni...forse  ne deriverà una speciale distensione.
Prendo una "carta", così, a caso: "GIOVINEZZA". Ah, no, pensiero troppo faticoso. Cambio.
Altra parola, altra immagine . Non la guardo, per scaramanzia.
Ora estraggo la seconda "carta". QUIETE!.  Bella parola, rara, importante.
 La quiete non si compra non si riceve non si vende...forse si trova, così, come per caso, come si inciampa in un sasso mentre si cammina.... Ma come si fa per riconoscerla? che forma ha? è maschile o femminile? Astratta o concreta?  Che sarà mai questa cosa importante che chiamiamo Quiete!
 Guardo ai piedi, caso mai  ci fosse qualche speciale sasso...
...E la mente va, la mente va....
Ecco un grande cancello, chiuso. Forse al di là si trova Quiete, nel silenzio dell'ora, tra i cipressi  alti e schietti...
e la mente va...in duplice filar...
Va oltre. Va oltre....
Afa d'Agosto. Silenzio denso pesante. Tace lo sfrigolio molesto. Si è portato via il pensiero.
Tutto intorno all'isola il mare. Il mare libero e immaginifico. La baia luminosa di sole . Il vento tra i capelli, sul corpo nudo...
 Stridono gli uccelli marini, s'incrociano volando sopra l'acqua, a contendersi il cibo. ...
Il gabbiano reale, magnifico, ali immense, becco prepotente plana a picco, afferra la preda ignara a pelo d'acqua.. Ride, il gabbiano reale, ride con verso stridulo, sgraziato...Disturba.
Una conchiglia imprigiona l'eco dell'onda...una vela bianca scivola nel meriggio tra i sussurri del vento ..
Barca solitaria. Forse porta Quiete a spasso sul mare. Sul mare calmo, amico....
Rompe l'incanto la voce di un megafono improvviso...
 Pubblicità, non Quiete.!
Nella stanza afosa lo sfrigolio, molesto, continuo, allontana ogni altro rumore, annulla le immagini.
"Preziosa l'ora che crea pensieri come Morgana .....
Miraggi. Miraggi della mente in cerca di Quiete.
 Infine la riconosco.
Non la vedo, non la sento. La  Quiete è dentro di me.
Sotto il letto, sdraiato in cerca di frescura, il vecchio gatto continua tranquillo  il suo  russare.

Edda Conte
Agosto 2016


4 commenti:

  1. Caro Nazario,questo il mio commento al tuo commento:
    Sull'isola "delle grandi anime" io con te o tu con me? Molto bello e davvero sentito quello che hai scritto dei miei due "racconti" Grazie, il tuo commento mi basta.
    Buona giornata,
    con affetto Edda Conte

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  2. Difficile e credo ambizioso aggiungere qualcosa al commento puntuale ed esaustivo dell'eminente poeta e critico Nazario Pardini.
    Eppure più leggo più trovo spunti di riflessione nelle parole di questa scrittrice, artista ma ancor prima donna sensibile.
    Il fluire dei suoi pensieri semplice nell' esposizione ma suadente e vellutato nei termini e nelle atmosfere dimostra a mio parere che la poesia non è sempre un fatto di metrica e di armonia di parole.
    Parafrasando una frase di Robert Frost mi viene da dire che c'è poesia dove un'emozione trova il pensiero e il pensiero trova le parole.
    E in questi racconti le emozioni,la profondità delle riflessioni e le domande esistenziali della scrittrice si percepiscono e sono ben rappresentati nelle sue parole,tanto da arrivare al lettore meno preparato e coinvolgerlo emotivamente.
    Patrizia



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  3. Grazie di cuore, gentile Patrizia! Il tuo commento è perfettamente aderente allo spirito dei miei scritti, sempre suggeriti dall'amore per il bello e dalla sincerità dell'espressione.
    Edda.

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  4. pioggia e calura : due immagini dell'estate attraverso cui Edda esprime le sue riflessioni sul senso della vita e sulla realtà sociale. Sono molto felice di aver letto i due racconti brevi , e null'altro mi sento di aggiungere al bellissimo commento di Nazario . Nadia Chiaverini

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