Flavio Provini |
Cinzia Baldazzi
legge «Anime di maiolica» di Flavio Provini
Flavio Provini
Anime di maiolica
Firenze, A&A Marzia Carocci Edizioni, 2021
pp. 92, € 12,00
«La sensazione della bellezza», suggeriva
Charles Sanders Peirce, «sorge da una molteplicità di altre impressioni». Perciò, la «formazione
di una sensazione» è determinata «da come è costituita la nostra natura, ed
esprime l’occasione in cui sorge la sensazione, o segno mentale naturale».
Entrano subito in campo, però, le convenzioni del linguaggio, le
quali esprimono «l’occasione in cui una parola deve essere usata»: in un simile
contesto, la scelta del segno linguistico non potrà che essere arbitraria.
Ebbene,
l’intensa poetica di Flavio Provini unisce con eleganza il macrocosmo della prima, ovvero «che qualcosa è bello», al microcosmo della seconda, cioè la «pluralità
delle impressioni naturali» confluita in una «parola definita».
Immediato
è il contatto con la beltà tra le pagine di questa silloge. Lo conferma, nella
prefazione, l’editrice Marzia Carocci: «Anime
di maiolica ci riporta alla delicatezza di un materiale
esteticamente bello e delicato accostato alla fragilità dell’anima umana.
Bellezza e fragilità».
Nella poësis d’esordio Anch’io vivo
come te, l’anafora in apertura delle sei strofe («Anch’io
vivo come te»),
attribuita alla Natura contaminata, alla Terra inquinata, sottolinea
con versi calzanti e ammonitori - mentre «mi difendo dagli sbuffi di gasolio», «m’ingrasso
di macerie abbandonate», «mi amo, e resisto, e lotto il male» - che, analogamente
all’essere umano, «infine muoio, proprio come te». Indugiamo così nel campo di forma-contenuto
di una conoscenza globale, composta di intuizioni tanto elementari quanto
convincenti: ecco quindi l’«aria», il «rispetto
del senso civico», il «materno conforto», il «sorriso del sole
più abbagliante» a varcare tutti insieme il dubbio, il
conflitto, la crisi attuale, collettiva, dell’Esserci (Dasein).
Tra le
pagine di Anime di maiolica avanzano complessi
simbolici di un genere umano dolente, sottomesso, disperato, comunque
consapevole di una propria sana dignità, di un energico impulso antagonista a
ogni sorta di male. Nello struggente Parco
giochi Paradiso, nell’ascoltare la voce di un bimbo, tra gli ospiti di un
centro Oncologico «che più non sono», in un
commovente scambio iconico tra l’esistenza materiale e il margine ultraterreno («Chissà
cosa troverò oltre le nubi») sfioriamo coscienti la soglia del tempo, oltre la quale
rivedremo tutti:
All’ombra del tempo rivedrò il tutto:
il laccio della chemio sul braccino
la nenia di papà, la chiesa a lutto
l’acero a sigillare il mio destino.
Riudirò solo il sussurro materno
il commiato rimasto nello sguardo
il sibilo di penna sul quaderno:
“arriverò anch’io, un po’ in ritardo”.
Il
volume, denso di immagini fotografiche a stampo realistico collocate a fianco
di ogni singolo testo, offre un mosaico ben costruito di eventi di cronaca
dimenticata, di situazioni sociali, di stati culturali-mentali, allargando lo
sguardo dal territorio milanese all’ambito nazionale, alla dimensione europea,
alle tragedie del mondo. Il percorso degli sfortunati protagonisti di Provini,
simbolo a loro insaputa delle peggiori ingiustizie di questa terra, si muove in
un fluire parallelo a quello effettuato dalla poetica dell’autore, secondo un
movimento generale della scrittura che lo studioso Angelo Marchese (riprendendo
suggestioni degli americani Wellek e Warren) così definiva: «Finiscono
col saltare le rigide barriere nazionali delle varie letterature ed emerge in
tutta la sua complessità la fisionomia unitaria del sistema, specie nell’età di
più intensa circolazione delle idee».
Pertanto,
transitando senza salti bruschi e immotivati in civiltà storicamente eterogenee,
giungiamo attoniti e partecipi, attraverso gli «endecasillabi per una piccola
profuga spirata sul barcone» (La
canzone di Jasmine), in
una vicenda dove la bimba, «da principessa su scivoli d’acqua», diviene
bruno corpo arreso alla corrente
di un mare che non dà scampo a nessuno,
truce rastrello di scialbe esistenze.
Al verso libero di Naufragio
è invece affidata l’evocazione cronachistica di un altro tragico affondamento:
Erano punti fermi quelle salme
vecchi immolati senza denti
bocche sazie d’urla delle madri
perline fragili ebano chiaro
lasciate lì da un Nettuno avaro
di tempo per loro.
Vengono da varie parti del mondo le
donne e gli uomini presentati da Provini: il giovane marocchino ora operaio nel
nostro paese (Samaad venuto da lontano), l’artigiano Zhao e il suo lavoro
oscuro (Sarto di notte), la giovane moldava finita preda dei protettori
(Katerina), la ragazza madre emigrata e le due facce del rito, cattolico
e ortodosso (I Natali di Halyna), e infine, in un ardito salto
geografico, lo sguardo della tredicenne bengalese costretta a prostituirsi nel girone
infernale di Kandapara (Gli occhi di Kamala). A loro, l’autore di Anime
di maiolica tributa l’omaggio di un verso “solidale” privo però di facile
commiserazione, in grado anzi di auto-imporsi una prospettiva lucida,
riflessiva, attenta alla formulazione metrica e prosodica: ne sono esempio i
due sonetti caudati Cronaca di una morte metropolitana, sulla fine
pietosa di un senzatetto, e Donne senza capelli, ambientato in un reparto
di oncologia femminile.
Secondo
Angelo Marchese, lo stato d’animo di un’opera «nasce alla confluenza
di una complicata trama di isotropie,
di percorsi semantici che non sono mai completamente chiusi nel testo».
Ebbene, lo status polisenso sviluppato
da Provini in simile chiave di ποίησις (pòiesis) appare frutto
di una ricerca stilistica ininterrotta, basata anche sulla coscienza della
comune indole misteriosa dalla quale rifioriscono i τρόποι
(tròpoi), ovvero i traslati caratteristici
del linguaggio retorico letterario. Tra i brani emerge un andamento ritmico
interiore, adeguato a illuminare una specie di fantasiosa prassi “imitativa”,
originale e avvincente, come quando l’autore affida a un giovane disabile
queste parole:
Ho
riempito il cuore con un libro
ho
abbozzato una pagina dopo la fine
un’idea
di sole oltre il confine
del
mio metro da cui osservo il giorno.
[da
Il mondo a un metro]
Leggendo Anime
di maiolica, allora, mi sono chiesta in qual modo scaturisse il messaggio
della ποιητική τέχνη (poietiké tèkne)
concernente il destino - la τύχη (tiùche)
degli antichi greci - come quello sintetizzato da Provini ne Il tulipano nero quando rivela, con un
abile uso delle “istituzioni” retoriche, la specularità della sorte tra un
bambino straniero adottato e un fiore oscuro da accogliere e curare:
L’ho
voluto così, violaceo e nero
in
sprezzo all’acredine del destino
che
lo vesserà per i petali illegali.
Ma
avrà acqua e luce nel mio giardino
perché
cresca solerte e fiero.
Al riguardo, ancora Marzia Carocci dichiara:
«La sofferenza umana e la realtà odierna s’intersecano fra la musicalità del
verso e la scelta delle metafore. Grazie alla sua abilità espressiva, pare di
vedere fra gli idiomi, le immagini, i movimenti e le lacrime di chi spesso
viene ignorato». La visione espressa dall’intelaiatura logico-intuitiva di
Provini è alterna, spietata, materialistica, in una sorta di utopico parallelo
a quanto Sergej A. Esenin affermava in un poemetto: «Il destino, avido
guardiano d’amore / Non per sempre la felicità concede. / Chi oggi era il
favorito – / Domani diventerà mendicante».
È come se le poesie del nostro autore, una
dopo l’altra, ospitassero “anime” vive e vitali, in grado esse stesse di
favorire l’interpretazione complessiva, «riempiendo di nuovo di significati la
forma vuota e aperta del messaggio originale» (per usare le parole di Umberto
Eco). Ciò garantisce altresì (sempre ricorrendo a Eco) che possano aver origine
«nuovi messaggi-significato, i quali entrano ad arricchire i nostri codici e i
nostri sistemi ideologici ristrutturandoli, e disponendo i lettori di domani a
una nuova situazione interpretativa».
Purtroppo, però, i giorni scorrono, si
sgretolano, precipitano, e tra l’oggi e il domani non esiste un nesso tanto
diretto. La sopravvivenza economica e la dignità personale si tramutano nel
loro opposto: la mensa sociale accoglie il padre di famiglia diventato barbone
(Pane quotidiano) e la donna sessantenne ridotta in povertà (Piccola storia semplice). Le sei quartine a
rima alternata di Bianca farfalla piegano questo meccanismo letterario a
tragiche conseguenze, accogliendo il lettore con un incipit dalla prospettiva
aperta e promettente:
Era
cortese, ligio, premuroso
dolce
e deciso da rassicurare
al
verbo attento, calmo, mai geloso,
un
uomo vero proprio da sposare.
Ma la discesa nell’abisso della violenza e
della degradazione è inarrestabile, fino all’atto estremo compiuto dalla donna:
Ormai
in quel cielo piove a catinelle
ed
io, farfalla bianca, ali a ritroso
sui
mille inganni, misera ribelle,
nel
buio piango, per quel colpo esploso.
In una poesia rivolta ai terremotati
scopriamo:
È
rimasta una lettera fra i sassi,
non
integra, solo la prima pagina,
il
vento non ha pace, non immagina
quanto
dolore langue sotto i massi.
Le
epistole raccontano la vita,
quello
che siamo, quello che facciamo,
certezze,
noie, sogni che tacciamo,
l’anima
che canticchia fra le dita.
Hanno
per sorte colla e affrancatura,
nuovo
corso negli occhi del lettore,
il
suo interesse, un filo di stupore
che
per il sodalizio è corda dura.
Tutto
così, se vi fosse un domani.
Ma
il terremoto scarica le penne,
straccia
le pagine, trancia le mani,
la
china smaga, nulla resta indenne.
[È rimasta una lettera fra i sassi]
Assai profonda è l’impronta etica nel
mosaico di segni-segnali della silloge. Ma la morale - concordo con Francesco
Alberoni - ha due radici, o componenti, della stessa importanza e del medesimo peso:
l’altruismo e la razionalità. Prosegue lo studioso: «L’altruismo è uno slancio
spontaneo che si produce continuamente nella società. Ci appare in diverse
forme. Amore materno, amicizia, solidarietà sociale, religiosa, militanza
politica, amor di patria, slancio e amore universale» e, sarebbe il caso di
aggiungere, contributi poetici e letterari. Muovendosi abilmente nel difficile
campo dove si confrontano passione e ragione, Flavio Provini rappresenta un
dolore ora circoscritto ora sconfinato, nel tentativo di indurre la gente, i lettori,
a cambiare, ad agire a vantaggio altrui trascendendo la propria individualità.
Forse, avendo analizzato e interpretato la morale moderna, il nostro autore deve aver compreso quanto essa coincida con la risposta al quesito formulato da Alberoni: «Cosa devo fare se voglio razionalmente realizzare il bene degli altri?». Flavio Provini, per ora, ha deciso di scrivere e dedicare a tutti noi questo suo libro. È un passo avanti obbiettivo, notevole per lui e per noi: un Wagnis, un’impresa a volte rischiosa, un’esperienza non priva di ostacoli, comunque un’avventura emozionante e accrescitiva.
Cinzia Baldazzi
Caro Nazario, in omaggio alla lingua
spagnola, ti invio la traduzione che un mio amico poeta del Peru ha
effettuato sul post di lancio di Facebook della mia recensione uscita su
Leucade.
Penso possa farti piacere.
Un caro saluto e buonanotte.
Cinzia
𝗔𝗡𝗜𝗠𝗘 𝗗𝗜 𝗠𝗔𝗜𝗢𝗟𝗜𝗖𝗔
La scrittura di Flavio Provini si muove
abilmente nel difficile campo dove si confrontano passione e ragione,
rappresentando un dolore ora circoscritto ora sconfinato, nel tentativo di
indurre i lettori a cambiare, ad agire a vantaggio altrui trascendendo la
propria individualità.
I protagonisti di “Anime di maiolica”,
l’ultima sua raccolta poetica, sono preda delle peggiori ingiustizie di questa
terra: ma un cono di luce, tutt’altro che imponderabile, li illumina. A loro va
lo sguardo del poeta e la parola, nostra e sua: l’aura è dunque solidale,
partecipata, ma anche razionale e riflessiva, nell’elaborazione di una forma
letteraria assai strutturata come quelle che amo leggere perché mi piacciono ma
mi impegnano. Sempre, quando è necessario.
“Alla volta di Léucade”, il blog del
professor Nazario Pardini, ospita la mia recensione al libro di Flavio Provini.
Buona lettura.
CINZIA BALDAZZI LEGGE: "ANIME DI
MAIOLICA" DI FLAVIO PROVINI
Flavio Provini Cinzia Baldazzi legge
«Anime di maiolica» di Flavio Provini Flavio Provini Anime di maiolica Firenze,
A&A Marzia Caro...
Cinzia Baldazzi y un
gran artículo os invito a leer:
La escritura de Flavio Provini se mueve
hábilmente en el difícil campo donde la pasión y la razón se enfrentan,
representando un dolor ya sea limitado, como ilimitado, en un intento de
inducir al lector al cambio, a actuar en beneficio de los demás trascendiendo
su propia individualidad.
Los protagonistas de "Almas de
mayólica", su última colección poética, son presa de las peores
injusticias de esta tierra: pero un cono de luz, lejos de ser imponderable, los
ilumina. La mirada del poeta y la palabra, la nuestra y la suya, van hacia
ellos: el aura es pues solidaria, participativa, pero también racional y
reflexiva, en la elaboración de una forma literaria muy estructurada como las
que me encantan leer porque me gustan pero me comprometen. Siempre, cuando sea
necesario.
“Alla volta di Léucade”, el blog del
profesor Nazario Pardini, acoge mi reseña del libro de Flavio Provini.
Disfruten la lectura.
Buongiorno.
RispondiEliminaHo letto e apprezzato il pregevole contributo della prof.ssa Baldazzi al mio “Anime di Maiolica”.
Non esito a considerarlo un vero e proprio dono di Natale o di fine anno; un dono originale come lo sono sempre le parole elargite sapientemente dalla sua raffinata penna, un dono inatteso e per questo ancor più gradito, un dono infine straripante di pathos, di quel coinvolgimento emotivo di chi percepisce nell’anima l’essenza della mia parola poetica e in più possiede la mirabile capacità di tradurla in prosa così direttamente, così autenticamente.
Ringrazio altresì il prof. Pardini per aver ospitato questa recensione sul suo blog, il cui prestigio è noto agli autori di tutta Italia.
Non mi resta che salutare e augurare un sereno anno nuovo a tutti i lettori del blog e a chi desidererà sapere qualcosa di più sulle mie “anime di maiolica”.
Flavio Provini
Un dono per tutti noi lettori, quello del poeta Flavio Provini e della ineguagliabile Cinzia Baldazzi. Grazie per averci regalato parole che finalmente raggiungono la mente e il cuore.Buon Anno.
RispondiEliminaSaveria Balbi
Un dono per tutti noi lettori quello del poeta Flavio Provini e della ineguagliabile Cinzia Baldazzi.Grazie per averci donato parole che finalmente arrivano alla mente e al cuore.
RispondiEliminaBuon Anno
Saveria Balbi
All'inizio del nuovo anno 2022 (A. D.III della follia del COVID, solo condanna o possibile regola scelta dalla Natura per l'Umanità dissoluta e dispersa tra i fumi dell'ambiguità manifesta?) la vita ancora si muove tutta acre, stagnante e arida nel sentire profondo.
RispondiEliminaL'uomo non sa più immaginare la primavera odorosa della bellezza, non riuscendo neanche più a comprendere e rispettare se stesso ed il creato tutto.
Ovunque e soprattutto nelle classi più basse si perpetuano, a tutto spiano, ingiustizie palesi e violenze sfacciate, con angherie e soprusi, tutte alla luce del sole, sfuggendo al controllo della coscienza critica, annebbiata e oscurata dall'arroganza della "modernità" ostentata dalle classi dominanti che, avendo dimenticato il rispetto, e complice una necessità di giustificati agire per salvaguardare millantati diritti, umilia e distrugge le singole individualità.
Di tutto questo o dei disagi e difficoltà quotidiane non si dice più e tanto meno si scrive, è cosa risaputa, non fa più notizia e pertanto non si dice.
Non è così per la poesia, letteralmente atto creativo, che Flavio Provini espone e disvela in modo efficace, rilevando e descrivendo con puntualità tutte le anomalie e discriminazioni a cui deve sottostare il sentire vero e profondo dell’umanità distrutta e disillusa.
Ogni stato d'animo è amplificato secondo i dettami del sentire vero, che la coscienza incorrotta del poeta, con la forza della “pietas” latina, riesce ancora ad analizzare a tutto tondo. La poesia diventa interpretazione precisa delle ansie e delle anomalie dell'odierna società modernizzata e frammentata in mille sfaccettature invisibili ai più.
L'analisi continua con la brillante e arguta possibile interpretazione dei versi da parte della dott.ssa Cinzia Baldazzi, che puntualmente accende luce di senso con sentire di anima arricchendo la “recherche” con richiami critici filosofici della condizione umana, oggi dispersa nelle nebbie dell'indifferenza palese per il sentire vero, con richiami al “Dasein” heideggeriano.
L'analisi si completa in modo suggestivo e completo come possibile interpretazione possibile della realtà quotidiana che sfugge agli occhi superficiali degli uomini d'oggi
I miei complimenti all'autore Provini ed alla dott.ssa Baldazzi per il sapiente lavoro svolto.
Igor Issorf
Alcune riflessioni congiunte di Maddalena Capalbi e Massimo Moraldi sulla recensione di Cinzia Baldazzi al libro di Flavio Provini.
RispondiEliminaPur parlando della morte del dolore, “Anime di maiolica” racchiude testi che aiutano alla riflessione intensa, incidendo così sulla parola assai illuminata da un dolore inestricabile.
A volte la recensione di un libro di poesie dovrebbe fermarsi alle emozioni che esse trasmettono, ma non è così; per soppesare quanto la collettività potrebbe trattenere nell’animo il proprio vissuto, gli eventi catastrofici o fragili vengono soppesati con la ricerca parsimoniosa della parola.
“Anime di maiolica” qualcosa che scivola dove?
Sulla tavola dell’esistenza non goduta, non conosciuta o su di un pavimento incerato per evitare di incontrare fermate che ti aiutano a cadere?
Cadere: e poi? Riflessioni ingenue su dolori immensi che tutti proviamo di fronte a tragedie o alla morte di un bambino …
Quelle di Flavio Provini ci sembrano poesie molto legate all’esistenza e all’infelicità del vivere se non alla ricerca di mani e di appoggi gagliardi pronti a sorreggere verità nascoste facili da raggiungere. Burroni coperti da novelle foglie.
Sensazioni. Impressioni. Bellezza. Attorno a queste isole muove le sue onde il mare della poesia.
Ed è imperscrutabile il cammino che le sue acque devono percorrere per arrivare alle frastagliate coste dell’animo umano, disegnando i profili di quelle insenature così profonde, così delicate, così uniche nella loro generalità di sentir comune, che sono le emozioni.
La parola, propellente indispensabile alla navigazione, si appoggia al dolore, individuando l’ingrediente indispensabile affinché esso pervada l’animo umano: la sua fragilità.
E in “Anime di maiolica” essa, da segno distintivo di singola componente edile, diventa simbolo del trionfo dell’individualità contro il retrivo slancio egoistico dell’individualismo. Un’opera, “Anime di maiolica”, di cui oggi c’è autentico, vitale bisogno.
Grazie, Flavio. Grazie, Cinzia.
Maddalena e Massimo
Competente e sempre molto precisa nella sua recensione per il libro di Flavio Provini "Anime di maiolica", Cinzia Baldazzi induce i lettori all'attento sguardo sugli argomenti trattati dal poeta sulle ingiustizie che i vari protagonisti delle liriche subiscono e li paragona ad anime erranti, invisibili e delicate. Cinzia Baldazzi vede nelle composizioni anche un messaggio che il Provini rivolge prima a sé stesso e più ampiamente ai lettori per una nuova consapevolezza di iniquità. Cinzia sottolinea l'impulso energetico che il bravo poeta Provini usa per catalizzarci in sintonia con il suo pensiero espressivo.
RispondiEliminaComplimenti a Flavio Provini per questa silloge e complimenti a Cinzia per averne colto tutte le sfumature nascoste nelle poetiche.
Approfitto per un cordiale augurio di pace e serenità per questo 2022.
Gianna Costa