Sandro Angelucci presenta "Dentro l'uragano" di Franco Campegiani
Dentro
l’uragano, di Franco Campegiani,- silloge risultata vincitrice del
Premio Letterario Internazionale “Golden Selection 2021” e data alle stampe
dalla Pegasus Edizioni - si apre con il testo Lettera a Pier Paolo, a sua volta preceduto dai versi tratti da Poesia in forma di rosa dello stesso
Pasolini.Mi piace iniziare da qui, vestendo i panni del lettore, come se mi
fosse nuovo questo pensiero (e non è certo così).
Bene, dopo essermi soffermato
sull’incipit pasoliniano, che recita: “Io sono una forza del Passato. / Solo
nella tradizione è il mio amore…”, passo a quello, in forma epistolare, di
Franco: “Caro Pier Paolo, tutto pian
piano / si è corrotto nella storia / ed ora che sono svanite per sempre / le
pale di vigna e d’altare, / ora che il popolo è scomparso / insieme ai ragli e
ai muggiti / . . . . / S’è disseccato, Pier Paolo, per sempre / il fiume del
sacro primordiale. . .”
Il riferimento alla donna, al femminino
assumono - nel libro - un significato che travalica il genere stesso per
estendersi a tutto ciò che, in natura, ha - per dirla in una sola locuzione -
la facoltà di generare, di creare; e non soltanto in termini fisici ma anche, e
soprattutto, spirituali. E chi, più di Madre Terra, compendia queste
prerogative? Campegiani le scrive e le dedica versi memorabili: “Tu amante, tu madre, ti doni / e urla il
contadino / nell’amplesso di puro amore”, i frutti che ci elargisce sono “stracarichi dell’energia / di cui è pregno
il (suo) ventre”, e ogni pomo è “il
padre, il figlio (e) lo spirito santo”. Il suo amore, la sua fede arrivano
ad implorare la Terra di “non avere
pietà” di lui, del suo traditore: “Morirò
straziato / con tutti i miei simili, / a loro appartengo ed è loro / questo
sangue degenere, / questo falso lamento contadino. / Luminosa dea, non avere
pietà, / tu che azzurra in eterno vivrai”.
Ho avuto l’onore e il piacere di redigere
la postfazione dell’ultimo saggio di Campegiani, e ritrovo ora, qui,
poeticamente trattati, molti dei temi presi in esame in quel contesto. Ce n’è
uno, tuttavia, sul quale voglio ritornare, distaccandomi dalla veste
improvvisata di lettore in cui finora mi sono identificato. Eccolo esposto da
Franco stesso:“La ragione è solo un particolare tipo di intelligenza (sostiene
e condivido). Un’intelligenza, per così
dire, seconda […] ma deve stare
attenta a non degenerare pensando di potersi totalmente affrancare
dall’intelligenza prima, se non
addirittura di potersi sostituire ad essa.”.E ancora: “Se per l’uomo è comunque
importante conoscere, molto più importante
è la consapevolezza di essere, di
vivere nel mistero”: ecco cosa intende quando parla di prima intelligenza; disquisisce di una facoltà spirituale insita in
tutto il Creato, in tutti i suoi regni.
Ogni essere vivente - aggiungo - ha
un’anima (dalla roccia all’albero, dal vento alla pioggia, dall’atomo
all’universo) ed è lì, su quella tavola, che sono impresse le leggi cosmiche e
divine.Ciò non significa, ovviamente, che la coscienza razionale vada
misconosciuta né, tanto meno, demonizzata: se l’abbiamo, ha evidentemente un
ruolo da svolgere. Dirò di più; il compito, cui la ragione è chiamata, è di
fondamentale importanza: quello di mettersi a disposizione del mistero – non di
svelarlo sopraffacendolo – cosicché l’uomo (quanto meno sfiorandolo, se non
altro saltuariamente) possa tentare un difficilissimo ma non impossibile
equilibrio.
Cito di nuovo da Ribaltamenti: “O noi riscopriamo il nostro individuale equilibrio,
oppure sarà la catastrofe a livello collettivo. [. . .] Madre (e Padre) Natura
si ribellerà e sarà una lezione d’amore, per insegnarci a rispettare noi stessi
e tutto ciò che vive e respira intorno a noi. Madre (e Padre) Natura è qualcosa
di più di quel che in superficie appare. Maestra di equilibrio, non disdegna di
elargire, accanto alle carezze, le punizioni esemplari. Si dirà: non è giusto
che paghino gli innocenti per i peccatori, ma dove sono gli innocenti? Sarei
curioso di conoscerli per poter loro stringere la mano.”.Come dire: “Chi è
senza peccato scagli la prima pietra”. E, qui, le pietre le stiamo scagliando –
sempre di più e sempre più grandi – sul viso di una Maddalena che non abbiamo
mai smesso di considerare una poco di buono, una che pensa soltanto al proprio
piacere; senza capire che, soddisfacendolo, continua ad elargire amore quella
‘prostituta’, quella Madre che, così profondamente ama i suoi figli sparsi per
il mondo da dare, non dico la vita (questo significherebbe odiarci fino al
punto di desiderare la nostra morte), ma uno schiaffo potentissimo che provoca
un dolore lancinante sulla sua mano e – più ancora – nel suo cuore.
“C’è una violenza nella natura, una
crudeltà che non va sottaciuta, giacché è indispensabile all’equilibrio”, scrive Campegiani.
Di contro - dico io -c’è una ragione
malata nell’uomoche vorrebbe convincerci che affrancarsi dalla Natura è il
primo passo da fare verso il futuro.
La relazione del carissimo Sandro Angelucci all'Opera di Campegiani, che ho avuto l'onore di leggere e commentare, è la dimostrazione di quanto i due abbiano maturato una corrispondenza di pensiero antica e profonda. Sandro penetra nel lirismo dell'amico scoccando le frecce determinanti, quelle volte a mettere in luce i punti salienti della Filosofia e, di conseguenza, la Poetica del nostro Autore. Straordinario questo concetto - chiave: "“La ragione è solo un particolare tipo di intelligenza (sostiene e condivido). Un’intelligenza, per così dire, seconda […] ma deve stare attenta a non degenerare pensando di potersi totalmente affrancare dall’intelligenza prima, se non addirittura di potersi sostituire ad essa." Concetto che è alla base di tutte le speculazioni del Nostro. Sono ammirata dalla levità, la fruibilità e le altezze che raggiunge l'eccellente Sandro e leggo con piacere nuove pagine dedicate a questa Silloge che ha vinto un Premio così prestigioso. Mi complimento con l'esegeta e con il Poeta e li abbraccio forte entrambi!
RispondiEliminaBellissima esegesi dell'amico Sandro Angelucci, che si conferma un grande critico ed acuto lettore delle anime. Splendide le liriche di Franco Campegiani, molte delle quali a me già note.
RispondiEliminaCongratulazioni ad entrambi gli artisti, che abbraccio unitamente al nostro Condottiero che permette di incontrarci su Leucade
Loredana D'Alfonso
Sandro Angelucci, per una sorta di affinità elettiva, conosce molto bene il mio mondo interiore e le mie idealità. Non a caso, nell'evidenziare la relazione strettissima che corre tra la mia poetica e la mia ricerca di pensiero, fa intendere che
RispondiEliminaquest'ultimo fuoriesce dagli angusti confini di una filosofia intesa come puro e semplice esercizio della razionalità. C'è dell'altro nei territori del pensiero, che non è soltanto Logos, intelletto razionale, costruttivo, ma anche e innanzitutto Mithos, abbandono fiducioso alle leggi del Creato e della Vita, date a priori e non costruite razionalmente. A mio parere, sono queste leggi date a priori che oggi più che mai occorre riscoprire al fine di arginare il processo distruttivo in atto nella nostra civiltà malata di razionalismo. La "ragione malata" di cui parla Angelucci insegue il folle progetto di affrancarsi dalla Natura mentre una sana ragione imporrebbe di collaborare con essa, anziché entrarvi in competizione. E' questa la mia visione del mondo, sia in prosa che in poesia. Visione del mondo che, come sostiene Maria Rizzi (e la ringrazio), il mio mentore affronta con insuperabile levità. Un grazie particolare a Loredana D'Alfonso, che, congratulandosi con il sottoscritto, definisce il mio Critico un "acuto lettore di anime".
Franco Campegiani