ORAZIO ANTONIO BOLOGNA
BREVI RIFLESSIONI SULLA PITTURA DI
LUIGI
MARCUCCI
Nel vasto e complesso panorama
della pittura contemporanea, nella quale si sperimentano nuove forme e
linguaggi sempre diversi, risulta difficile parlare di un pittore strettamente
ancorato a motivi e temi classici, anche se non mancano opere, che si
inseriscono nel variegato alveo dell’espressione artistica del nostro tempo.
Luigi Marcucci, quando
affronta un tema e si pone davanti alla tela, non dimentica la sua formazione
classica, ma interpreta la complessa e contradittoria realtà di oggi con squisitezza
di intenti, rara sensibilità, acume penetrante. Sorretto da classica ed
equilibrata compostezza, il pittore domina la scena con mano sicura, senza
indulgere a suggestioni, che condurrebbero in un alveo pittorico non proprio.
Le linee sgorgano nette, le figure sono sempre ben delineate tanto nelle forme
quanto nelle proporzioni, che si perdono in uno sfumato impercettibile, destinato
a restare e destare nell’animo dello spettatore sensazioni difficilmente
descrivibili.
Quando lo spettatore o il
fruitore poco attento si trova davanti all’espressione artistica di Marcucci,
viene catturato da varie componenti, che dalla tela inondano l’animo e vi suscitano
sensazioni ed emozioni, che l’arte, frutto e precipitato di vare esperienze
assimilate e rielaborate con meticolosa cura, suscita e trasmette.
L’espressione artistica di
Luigi Marcucci si concretizza in una pittura tenue, leggera e, nello stesso
tempo, passionale, che cattura immancabilmente l’attenzione di chi si ferma
davanti a una tela qualsiasi. Lo spettatore viene catturato dalla nitida
compostezza delle figure e si addentra in un percorso interiore con pacata serenità:
la tela veicola l’eterno e sempre vario messaggio della natura, catturata in
momenti particolari e presentata con la luce tenue e soffusa un’intimità a
volte mistica, a volte pastorale. Il pittore, forse inconsciamente, veicola un
messaggio, che costringe il momentaneo fruitore a un intimo contatto col
proprio io e lo trattiene davanti alla realtà mutevole, nell’apparenza banale:
le nature morte, i ritratti di madonne, i paesaggi sono soffusi di luce
morbida, proiettata sul dipinto con pennellate sicure e impercettibili, frutto
di matura e attenta riflessione, nonché di un continuo esercizio.
Il pittore, meditabondo per
natura e di carattere fermo, cattura la realtà e la imprime sulla tela, perché
lo spettatore vi mediti sopra e non passi oltre senza riflettere, come spesso
accade.
È estremamente difficile
esprimere il flusso delle emozioni, che corrono tra chi osserva le opere di
Marcucci e il modo, con il quale il pittore interpreta e propone i soggetti
scelti per animare le tele e dar vita a un’espressione possibilmente compiuta.
Entrare in empatia col pittore non è difficile, perché i soggetti scelti sono
facilmente leggibili e comprensibile. Più difficile, a volte, è creare e
controllare il flusso delle emozioni e vedere all’interno del proprio io la
vita, la gente, il mondo circostante.
È possibile vedere nelle opere
di Luigi Marcucci la linfa vitale, che anima i soggetti, la materia sempre
identica e cangiante, che va e viene, si mescola e si fonde in una reazione alchemica
avvincente e accattivante, destinata a durare nel tempo. l’osservatore viene
pervaso dal flusso delle emozioni e si lascia trasportare in una visione del
reale ottenuta con la semplicità e la lieve sfumatura dei colori sia in un
fondo monocromatico, sia nel lindore dei cieli, che si perdono nell’orizzonte,
nell’infinito.
Ogni qualvolta Marcucci si
pone davanti a una tela, pensa a ciò che visto e, dopo averlo analizzato e
filtrato mediante la sua sensibilità, lo fissa con pennellate rapide e precise.
La tavolozza gli offre una vasta gamma di colori e di sfumature, che ciascuno
può cogliere, leggere e introiettare in modo personale. Davanti a un lavoro di
Marcucci bisogna cogliere le stesse emozioni provate dall’artiere, mentre
riversa sulla tela il suo complesso mondo interiore o interpreta ciò che ha
visto e rielaborato nel silenzio del suo io, nascosto dietro una natura morta o
un personaggio sia esso reale o immaginario. A volte, soprattutto dopo una
lettura superficiale o frettolosa, sembra che il pittore non colga o non lasci
trasparire l’introspezione psicologica, in modo particolare davanti
all’apparente freddezza di alcune madonne. Ma, se ben si guarda l’opera, nei
mesti e delicati lineamenti del volto si legge da una parte la soavità di un essere
superiore, immerso in nell’olimpica serenità data dalla grazia, dall’altra la
consapevolezza di aver accettato un compito superiore a ogni umana
immaginazione. Ad avvolgere la scena di un intimo e drammatico raccoglimento
contribuisce il drappeggio, sapientemente distribuito all’interno dello spazio
stabilito. In questo contesto, piuttosto limitato, bisogna cogliere la capacità
di introspezione e di immaginazione, che per la morbida sfumatura delle linee e
dei colori non sempre balzano immediatamente alla mente del lettore anche più
attento e sensibile.
Particolare attenzione bisogna
porre quando si osservano le nature morte o i fiori, nella realizzazione dei
quali Luigi Marcucci mostra una particolare perizia e un’attitudine del tutto
particolari. In questo genere di pittura bisogna saper cogliere la resa
realistica dei diversi elementi, che compongono e ravvivano la scena: i frutti
e i vari ortaggi sono tutti e sempre colti nella loro essenza materiale e
formale, sì che sembra di essere davanti a una fotografia più che a un dipinto.
I vari elementi sembrano sporgere dalla tela: sono, infatti, tali che par di
avere davanti agli occhi il banco di un mercato o un vassoio dal quale prendere
il frutto ed esaminarlo nel suo aspetto reale. La plastica rappresentazione di
ogni elemento interpreta un ruolo essenziale nella produzione artistica del
pittore e permettono di cogliere fino in fondo in tutta la sua portata la
sensibilità dell’artista e la resa eccezionalmente viva dei vari elementi
compositivi.
Splendida recensione che mette a fuoco la vis poetica-pittorica del grande Marcucci.Sono onorata di aver qualche suo quadro .
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