sabato 27 settembre 2014

PASQUALE MARTINIELLO: "NON RIESCO A SPEGNERE"


Pasquale Martiniello


NON RIESCO A SPEGNERE

Non riesco a spegnere
il caro debito di luce
al tuo seno

Urla sempre pigro il vento
e mi uccide le candele
o madre

La borsa mi campa a fatica
con spiccioli di tempo
O lontano sciopero di vele

Oche non mie
il tuo sogno di mare
aperto a preghiera d'infinito

DA: Pasquale Martiniello: La vetrina. Editrice Ferraro
Napoli. 2001


2 commenti:

  1. Che piacere leggere Pasquale Martiniello, uomo di animo terso e ardente, poeta di molta ed eccellente scrittura, sul blog del caro Nazario! Che, come si vede, non dimentica gli amici scrittori, anche se questi ormai vivono, come Martiniello, solo nella memoria di chi li ama o li ricorda.
    Pasquale Balestriere

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  2. Tornando a ritroso nel tempo, nell'intento di restituire visibilità e luce ai versi di un poeta come Pasquale Martiniello, Nazario Pardini compie non solo un recupero di natura amicale e memoriale, ma opera anche un repêchage di sicura valenza culturale ed etica. Di valenza culturale, in quanto Pasquale Martiniello può essere ben a ragione considerato scrittore di straordinaria statura; di valenza etica, perché la profonda passione civile che caratterizza la sua produzione artistica ne ha fatto un intellettuale dichiaratamente “contro” e, per questo, estremamente scomodo. La denuncia del malaffare, della politica rapace e della protervia del potere, della corruzione, della disonestà, dell’ingiustizia, ne fanno una figura di grande spessore morale, una voce particolarissima, unica nel suo genere. Martiniello ha saputo nobilitare con una cifra di alto valore poetico questa sua battaglia contro il malcostume e il degrado morale e civile che oggi sembra inarrestabile, materia ostica e scivolosa, facile a scadere nella denuncia e nella ‘lamentatio’ sterili e fini a se stesse. Ma Pasquale Martiniello, oltre che moderno, lucido Savonarola, ha saputo coniugare molteplici registri, alternando toni epici e voli lirici con sorprendente, felice versatilità, come dimostrano i limpidi versi di questa tenera lirica d’amore.

    Umberto Vicaretti

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