giovedì 31 maggio 2018

N. PARDINI LEGGE: SAURO DAMIANI: "QUARTINE E ALTRE POESIE"




Sauro Damiani si presenta alla scena letteraria con questa nuova plaquette editata per i caratteri di Edizioni La Torre, nel maggio 2018: Quartine e altre poesie, il titolo. Una maniera tutta personale di fare poesia e di sviscerare sentimenti e pensieri sul fatto di esistere. Lo sguardo all’oltre, direi, ma niente di escatologico o di metafisico; piuttosto un’ascesa, una scalata, una verticalizzazione, per usare un temine calcistico, verso la luce; insomma una visione plurale e luminosa dei fatti della vita, anche dei più esiziali, in un quadro di ritmica e armonica sonorità: fare delle cose più umane una paradigmatica esemplificazione per trarne conclusioni di filosofica e ontologica costruzione luminosa.  Settanta quartine che “esprimono la mia concezione domenicale della poesia...”, scrive il poeta nella sua prefazione. E continua con il seguente esemplificativo stralcio, che, credo, essenziale per conoscere il succo della sua poetica:
“... Lo sguardo in alto, se c’è, è quasi sempre timido, come se sui poeti incombesse ancora il fantasma del superomismo di cartapesta del Vate pescarese. Lo credo anche io. Perciò nelle mie quartine predomina la luce. Non vi è ignorata l’ombra. Ma da molto, troppo tempo, con l’affermarsi e il radicalizzarsi del nichilismo romantico, sembra che solo essa debba essere il tema della poesia, che solo il negativo sia adeguato al sentire di un uomo adulto e secolarizzato... Per chi non conosce Nodi né le poesie pubblicate sul primo numero della rivista on line Leuké, faccio seguire alle quartine alcuni inediti, scritti il 2008 e il 2018.”.

Dal testo:

35
Dio soltanto fa crescere. A te spetta
gettare il seme, non cercare il frutto.
Forse domani morirai? Getta
Il seme e va’. Nulla sarà distrutto.

40
La primavera splende come un sole.
Gli uomini sembrano dorati dei.
Sono giochi di luce le parole.
Non andrai in cielo, se già non ci sei.

55
Lontano splende il sole, ma trasforma
la vita nostra, celeste vicino.
E la terra profonda par che dorma
ma, sposa al sole, dona pane e vino.

Sì, ci saranno ombre; d’altronde se si vuole essere coerenti per ciò che riguarda la vita, bisogna anche descriverne le opacità, le aporie; ma altra cosa è fare poesia solo e soltanto colle vicissitudini negative: non è vero che per essere poeti bisogna soffrire o aver percorso le tappe della via crucis; qui sembra che ogni ombra abbia bisogno di luce per vivere.

Nazario Pardini

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