martedì 1 ottobre 2019

MARCO DEI FERRARI: "LA NEGAZIONE DEI GIORNI" DI EDDA CONTE



LA "NEGAZIONE" DEI GIORNI DI EDDA CONTE

Marco Dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade
Edda Conte con questo volume di poesia "pura" sottende ogni riflessione alternativa sul significato e la finalità del poetare.
In effetti le sue "Negazioni" (30 composizioni) nei giorni della ritorsione tempo-spaziale, concepiscono una visitazione della Natura oggettivata nelle sensazioni più amare e dolci che la Poetessa sottolinea con forza.
Dialoghi e monologhi attraversano versi in un arcobaleno di lumi e ombre descrittivi e coinvolgenti. Le cose si protagonizzano prepotentemente in una condivisione naturale con l'esistenziale vissuto giorno per giorno; canto per canto; degrado per non-essere quel che si deve.
È il sofferto recupero dell'Essere che invoca la risoluzione dei problemi e della quotidianità stravolta nel "verso" frazionato di piccoli "essere" solo apparentemente concilianti e coesistenti.
La frattura è la risultante tra la "normalità" codificata-assoluta e l'imprevisto del "fatto" di per sé relativo-imperscrutabile e costituisce la "filosofica" trama/traccia del composto proso-poetico della Poetessa.
Nessun dogma, nessuna "scuola", bando al classicismo antico e presente, ma disamina oggettiva della circostanza/dettaglio tra scenari calmi e sereni e tempeste interiori desolanti a stento raffrenate.
Edda Conte incarna in tal modo la "nuova arte poetica" negando il precedente itinerante dibattito sulla "creatività" compressa  e lacerata dalle "correnti" della critica letteraria.
E qui arriviamo al nuovo significare/significato del "poetare": non come introspezione derivata dalle percezioni-sensazioni del "fatto", ma come stessa fattualità concreta che si sfila innanzi, in ogni parola espressa tra spazialità indecifrabili e reattività temporali sepolte.
Le scarpe, il cancelletto, lo specchio... gli stecchi... i piccioni... il viale d'Arno... il balcone... le gemme dei figli... il giardino sulla panchina... il sorriso... il vento... il portone... ecc. ecc. sono protagonisti di questi versi riflessi che invertono il percorso dell'Autrice e della sua "poetica" (dall'accaduto nelle cose alla "ricerca" interiorizzata).
La finalità del creare è dunque incardinata nell'itinerario intrapreso: rivalorizzare il contesto/contorno, vero padrone dell' "essere" ovvero "essere" egli stesso, quantunque un essere nascosto nel paradosso dell'interiorità protagonista (falsa) del risultato complessivo.
Edda Conte coglie quindi con originale paradosso compositivo il finalismo più vero e si "crea" non nel sè più evidente, ma nell'altro di sé, ponendosi frazionata artista nell'equilibrio ontologico di un esistere scomposto e misterioso (come sempre).
Solo la "poesia" può tanto competere il mistero che ci avvolge e l'Autrice negandosi, coraggiosamente addita nuovi orizzonti impensabili nella comune "logica" del consociativismo intellettuale molto spesso "sradicato" dalla realtà "autentica" e superato dall'oggettiva nuova "visione" dell'oggetto-dettaglio protagonista più elevato.

Marco dei Ferrari

1 commento:

  1. Ringrazio vivamente l'amico Marco dei Ferrari di questa sua lettura dei miei "Giorni delle Negazioni" e dell ' interessante nuova interpretazione dell'opera.
    Edda Conte

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